Il Fatto di Domani. Gas alle stelle: i dubbi dell’Ue sul tetto ai prezzi. Lavoro, il Pd scopre il Reddito di cittadinanza

Di FQ Extra
5 Settembre 2022

Ascolta il podcast del Fatto di domani

IL GAS ANCORA ALLE STELLE: I DUBBI DEL PIANO EUROPEO SUL TETTO AI PREZZI. La tempesta continua. Il prezzo del gas sull’ormai famigerato listino di Amsterdam, dopo aver chiuso a 215 euro venerdì, ha chiuso a 245 euro al megawattora. Il combustibile della nuova impennata è stata la mancata riapertura del gasdotto Nord Stream da parte di Gazprom, il colosso dell’energia russo. Oggi il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha chiarito che i rubinetti resteranno chiusi finché l’Occidente non rimuoverà le sanzioni alla Russia. La motivazione è sempre la stessa: le restrizioni alla vendita di tecnologia rendono impossibile la manutenzione del gasdotto. Per gli europei è una scusa. Un altro colpo è venuto dalla decisione dell’Opec+, la confederazione allargata dei produttori di petrolio, di tagliare la produzione di 100 mila barili al giorno a ottobre, per stabilizzare i prezzi. Le borse del Continente l’hanno presa male, con perdite tra l’1 e il 2,5%. È circolata una bozza della proposta della Commissione europea sul price cap. Ursula von der Leyen ne ha riassunto i punti in un tweet: “Ridurre la domanda di elettricità, mettere un limite al prezzo del gas russo, aiutare consumatori e imprese produttrici”. Ma nel testo ci sono anche dubbi e remore sui possibili contraccolpi. A cui si aggiungono quelli degli economisti. Come Silvia Merler, che avvisa: “Un tetto al gas russo avrebbe funzionato a marzo, ma ora è inutile perché la Russia ha guadagnato così tanto dal gas che ci ha venduto negli ultimi 8 mesi che non ha urgenza di vendere a nessun prezzo. Noi, invece, abbiamo urgenza di comprare a qualsiasi prezzo”. Sul Fatto di domani vedremo cosa contiene il documento e perché è un segnale che dal vertice del 9 settembre non verranno decisioni definitive. Vedremo anche cosa pensa di fare il governo italiano. Il consiglio dei ministri dovrebbe tenersi giovedì prossimo, ma al momento le risorse che Draghi intende mettere a disposizione non superano i 10 miliardi, cifra che impallidisce di fronte ai 65 miliardi previsti dalla Germania.


IL “PRIMO PARTITO” DEGLI INDECISI. PD IN CALO E CALENDA “ABBRACCIA” MELONI. Il lunedì della campagna elettorale si è aperto con un nuovo sondaggio. Che conferma le tendenze rilevate negli ultimi giorni. Il Pd – secondo Quorum/YouTrend – è sceso al 21,9% dal 22,3%, mentre alla sua sinistra il M5s sale al 12,1% (dall’11,1%). Scende anche il “centrino” di Azione e Italia Viva – dal 5,3% al 5,2 -, mentre Calenda si sbraccia perfino proponendo un governassimo con Meloni. Quella di Giuseppe Conte l’unica forza in crescita, insieme a Sinistra italiana/Europa Verde e al sempre primo Fratelli d’Italia, ma il centrodestra deve fare i conti con l’arretramento di Lega e Forza Italia. Il vero boom, però, è quello degli indecisi o astenuti, che sono al 42%. Letta oggi è sbarcato in Sicilia per aprire la campagna per le regionali. Il segretario ha fatto tappa a Catania e Palermo per sostenere Caterina Chinnici, ma le sue parole sono state per gli altri leader nazionali. A parte le accuse di rito a Berlusconi e Salvini per la loro vicinanza a Putin, il segretario dem se l’è presa soprattutto con Conte, riproponendo la solita accusa di “draghicidio” e di aver rotto l’alleanza giallorosa in Sicilia. Conte ha replicato ribadendo che con il Pd attuale non sono possibili alleanze. Sul Fatto di domani leggerete i numeri sulle intenzioni di voto. Andremo anche a Latina per raccontare la nuova vittoria di Damiano Coletta: il candidato civico appoggiato da M5S e centrosinistra è stato confermato sindaco dopo un voto di riconferma in alcuni collegi, a seguito di un ricorso al Tar.


FACT CHECKING SU REDDITO E SALARIO MINIMO. INTERVISTA A FABRIZIO BARCA. Tra le operazioni avviate dal Pd per recuperare consensi, la più rilevante riguarda i temi del lavoro. Tutto è cominciato da un tweet di sabato in cui il segretario dem rinnegava il Jobs Act voluto da Matteo Renzi. Il cambio di rotta è solo parziale, però, come ha mostrato Salvatore Cannavò sul Fatto di oggi. Letta insiste però a dare per archiviato il blairismo del Pd veltroniano e renziano e si richiama al modello spagnolo (dove governa un’alleanza tra socialisti e Podemos). Così torna utile anche difendere il Reddito di cittadinanza. Lo ha fatto Dario Franceschini da Napoli (dove è paracadutato): “Il Pd lo difenderà con forza dagli attacchi della destra. Lo abbiano già valorizzato nei governi Draghi e Conte 2 e continueremo a farlo”. Il problema sta proprio in quella “valorizzazione” di cui parla il ministro della Cultura uscente. Sul Fatto di domani ricorderemo che il governo Draghi sul Rdc, con l’appoggio del Pd, ha varato una serie di misure restrittive che un pool di esperti guidati dalla sociologa Chiara Saraceno ha giudicato inutilmente punitive. Parleremo di lavoro e questioni sociali con l’economista Fabrizio Barca, fondatore del Forum Disuguaglianze. Nel frattempo la ricerca dei voti al sud Italia spinge perfino Silvio Berlusconi a farsi paladino del Reddito di cittadinanza: “Ci sono troppi poveri, il reddito è assolutamente doveroso da parte dello Stato”, ha ripetuto oggi il Caimano.


LIZ TRUSS DOMANI PREMIER: RITRATTO DELLA “NUOVA TATCHER”, PIÙ A DESTRA DI BOJO. Il Regno Unito ha una nuova premier, la terza dopo Margaret Thatcher e Theresa May e anche lei conservatrice. Liz Truss, attuale ministra degli Esteri, ha vinto la corsa per la leadership dei tories, aperta dalle dimissioni di Boris Johnson. La nuova premier assumerà la carica da domani e annuncia che “governerà da conservatrice”. E c’è da crederlo, visto che in tema di politiche sociali, tasse (da diminuire per i ricchi, assicura) e guerra in Ucraina ha assunto posizioni ancora più oltranziste di quelle di Johnson. A cui comunque ha offerto un tributo sul palco della convention conservatrice. Truss ha proposto di processare Putin come a Norimberga e ha garantito che Londra è pronta a usare l’arma nucleare. Sul Fatto di domani faremo un ritratto della nuova leader britannica anche con un’intervista a una ex collega di partito di Truss e Bojo: Anna Sourby, che ha lasciato il seggio in Parlamento nel 2019 per contrarietà alla Brexit.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Covid, le linee guida sui vaccini. L’Aifa ha dato via libera ai vaccini Pfizer e Moderna adattati contro Omicron, mentre alcuni studi ne ridimensionano l’efficacia.

In Cile resta la costituzione di Pinochet. Il nuovo testo elaborato dalla costituente eletta a maggio 2021, progressista, ambientalista e aperto al riconoscimento delle nazionalità indigene, è stato rigettato nel plebiscito di ieri con oltre il 60% dei no. Il neo presidente (di sinistra) Gabriel Boric ha varato un rimpasto di governo e ha proposto di avviare un tavolo trasversale per la riforma.

Tutti gli errori della Ferrari. Giovanni Valentini indaga le cause della stagione nera del Cavallino su pista.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.