Su richiesta del movimento ecologista Fridays For Future, abbiamo organizzato un confronto (che grazie a TvLoft potete vedere interamente su FQ Extra e sul fattoquotidiano.it) tra i gli attivisti del movimento – Sara Sessa, Martina Comparelli e Emanuele Genovese – e tre rappresentanti politici: Livio De Santoli, prorettore per le Politiche energetiche della Sapienza e candidato con il M5S, Nicola Procaccini, parlamentare europeo e responsabile Ambiente di Fratelli d’Italia e Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd.
Gli ospiti non si sono sottratti alle domande dei giovani, a quelle di chi scrive e di Elisabetta Ambrosi, senza però alla fine riuscire a convincere i giovani ecologisti.
Sessa
La prima domanda riguarda i rigassificatori. In Italia ce ne sono già tre, due dei quali lavorano a capacità ridotta, circa il 26%. Sono proposti come una risposta al caro bollette, ma Snam ha dichiarato che entreranno in funzione dopo l’inverno. L’Italia dovrebbe decarbonizzare entro il 2030-2035, quindi investire altri soldi per nuove strutture legate al gas, oltretutto molto costose, è davvero un’assurdità. Pensate che abbia senso puntare su questi rigassificatori?
FQ
La parola a Procaccini, ricordando che il sindaco di Piombino, città scesa in piazza contro il rigassificatore, è di Fdi.
Procaccini
Il sindaco giustamente tutela la città che lo ha eletto, Giorgia Meloni si candida a presidente del Consiglio e deve tenere in considerazione elementi in più. La transizione è un percorso, pensare che dall’oggi al domani si possa fare a meno di energia proveniente da fonti fossili può produrre un danno persino maggiore. Ma sono d’accordo che il gas liquido presenta dei costi economici e ambientali, la transizione ha come fine le energie rinnovabili. Nel mix energetico di cui ha bisogno, in Italia c’è però bisogno di una pluralità di fonti.
Provenzano
Per noi i rigassificatori sono una soluzione ponte per affrontare l’emergenza energetica, ma non sono la nostra prospettiva. Non è il gas la fonte su cui puntare, ma un percorso di abbattimento delle emissioni. Siamo in ritardo sulle energie rinnovabili e questo rende necessario i due rigassificatori. Comunque dobbiamo smantellarli molto prima del 2050. Nel caso di Piombino, invece, è fondamentale il coinvolgimento dei territori.
De Santoli
Sul tema dei rigassificatori non è pensabile non decidere subito che la nave se ne vada appena possibile. La seconda condizione sono gli oneri di compensazione: Piombino ha già dato dal punto di vista ambientale. Ma la necessità fondamentale resta una strategia nazionale chiara mentre invece facciamo riferimento a un piano energetico nazionale vecchio di due anni e mezzo. Il processo di decarbonizzazione è un obbligo morale.
Sessa
Una fonte di transizione dovrebbe essere la meno peggio in assenza di un’alternativa migliore, ma un’alternativa migliore ce l’abbiamo, le rinnovabili. Il gas andrebbe abbandonato nel giro di dieci anni e nuove trivellazioni non hanno senso nella crisi climatica. Si minimizzano i costi dei rigassificatori, ma quando si tratta di investire nelle rinnovabili i soldi sembrano non trovarsi mai.
FQ
Qualcuno ha da eccepire sui dieci anni di tempo?
Procaccini
Magari si potesse.
De Santoli
Non lo so, ma entro 5 anni occorre arrivare al 100% di rinnovabili sull’energia elettrica.
Provenzano
Noi vogliamo sbloccare 85 GW di energia rinnovabile. Abbiamo chiesto al ministro Cingolani di sbloccare le autorizzazioni.
Procaccini
Ma secondo voi le infrastrutture per le rinnovabili dove vengono prodotte e con quali sistemi energetici?
Fq
Sta alludendo alle produzioni in Cina, immagino.
Comparelli
Storicamente il nord del mondo è responsabile del 92% delle emissioni globali.
Procaccini
Ma il problema è oggi.
Comparelli
Noi dobbiamo pensare a quello che possiamo fare in Italia, non siamo in grado di decidere cosa fa la Cina. Organizziamo filiere corte e puntiamo alla creazione di posti di lavoro.
Fq
La riduzione delle emissioni, comunque, non è un optional, ma un obiettivo costringente. Passiamo però alla seconda domanda.
Genovese
I trasporti rappresentano il primo settore per le emissioni nel Paese ed è quello che ha più difficoltà. Le uniche proposte finora hanno riguardato la riduzione delle accise incoraggiando l’utilizzo di fossili. Invece dobbiamo almeno dimezzare il numero di automobili e investire sul trasporto pubblico. Ma abbiamo un ritardo enorme: nell’ultimo secolo abbiamo perso un migliaio di chilometri di ferrovie. In cosa investirete concretamente?
Provenzano
Proponiamo la gratuità del trasporto pubblico locale per i giovani e gli anziani. Altra proposta è il completamento delle reti ferroviarie e sul trasporto privato dobbiamo richiamare la filiera dell’automotive, a partire da Stellantis, a un piano industriale per la transizione all’elettrico. Siamo stati il partito che si è schierato con più nettezza per il limite alle auto endotermiche entro il 2035. Infine proponiamo di investire nella share mobility e sulle colonnine per le auto elettriche…
FQ
Con il bus di Letta non vi è andata bene…
Provenzano
È la dimostrazione che dobbiamo recuperare.
De Santoli
Crediamo fermamente che la transizione energetica sia occasione di sviluppo industriale e di creazione di posti di lavoro. Dobbiamo essere chiari sul fatto che entro il 2035 non vanno venduti più motori endotermici e lavorare sulla riconversione. Sono d’accordo sul biglietto gratis come incentivazione, ma occorre potenziare il car sharing e tagliare oltre la metà il parco veicoli circolante.
FQ
Fdi non è d’accordo sullo stop alle auto a emissione fossile nel 2035?
Procaccini
Noi abbiamo votato contro. Pensare che nel giro di 10 anni l’intera popolazione debba acquistare auto full-electric è quanto di più snob e antisociale possa esserci. Serviva una gradualità. La differenza con un certo ambientalismo è il nostro desiderio di contemperare le diverse esigenze.
Fq
Ma le macchine elettriche possono essere anche piccole, non necessariamente da 50 mila euro.
Procaccini
Ma chi ha acquistato un’auto ibrida vede deprezzato l’investimento, stiamo parlando di vietare la circolazione a qualunque auto che non sia full-electric.
FQ
In realtà parliamo della vendita, il parco auto andrà a esaurimento.
Provenzano
Se avessimo avuto un parco di produzione di energie rinnovabili questa emergenza ci sarebbe costata meno…
Comparelli
Ma questo è un problema dell’agenda Draghi.
Provenzano
È un’osservazione molto giusta…
Fq
Ci dà una notizia, sta criticando l’agenda Draghi?
Provenzano
No, sto facendo una critica a Cingolani.
FQ
Tra Draghi e Cingolani non c’è molta differenza.
Provenzano
Cingolani è un ministro strano, lo ha nominato Grillo, piace a Renzi, Meloni forse lo vorrebbe tenere. Di fatto sta tenendo bloccati i decreti su una cosa importante come le comunità energetiche.
De Santoli
Se c’è stato qualcuno che si è opposto frontalmente al ministro Cingolani è stato il Movimento 5 Stelle.
Genovese
Dai vostri interventi si sente la mancanza di una pianificazione. Quello che doveva fare il Pnrr non è stato fatto. Tutti i fondi sono stati allocati in maniera discutibile e comunque anche con i fondi del Pnrr non avremo i 600 treni di cui abbiamo bisogno, i 300 tram o le metropolitane. Non ci sono target di riduzione delle emissioni. Dal punto di vista degli obiettivi per quello che leggo nei programmi non ci siamo.
Comparelli
Io vorrei parlare di lavoro. La disoccupazione in Italia è al momento più alta rispetto all’Ue con 4 milioni di disoccupati sostanziali e circa 9 milioni di cittadini in condizione di disagio lavorativo. Noi abbiamo proposto il salario minimo a 10 euro e una misura sbeffeggiata come la settimana breve. Oltre ai benefici sociali costituisce l’occasione di risparmi e riduzione dei consumi e quindi delle emissioni. Nello Utah, in Usa, hanno stimato risparmi di 1,6 miliardi di dollari e diversi studi dicono che la produttività aumenta. Prenderete in esame questa misura?
De Santoli
Nel nostro programma ci sono entrambe le proposte, riduzione dell’orario e salario minimo.
Procaccini
Nel merito, onestamente, non so la posizione di Fdi sulla riduzione dell’orario, non mi occupo di questo, mi scuso. Sul salario minimo, invece, pensiamo che sia utile, al netto della contrattazione collettiva e su questo mi metto nei panni del Pd.
Provenzano
La prospettiva della transizione ecologica può creare lavoro, i lavori verdi hanno l’effetto di qualificare il lavoro e quindi anche la qualità del salario. Ma non basta guadagnare 9 euro l’ora, occorre insistere sul trattamento economico complessivo e nei vari settori derivanti dai migliori contratti.
Fq
Ma l’unica garanzia è quella del salario minimo legale.
Provenzano
Quella proposta rischia di mettere in difficoltà il sistema dei contratti collettivi.
Fq
Comunque, cosa dice sulla riduzione della giornata lavorativa?
Provenzano
Non tutto è legato all’orario di lavoro e in un Paese a povertà lavorativa, una riduzione d’orario secca non serve, va legata alla contrattazione.
Comparelli
Insomma, lei dice di no.
Provenzano
No, io dico che sia legata alla contrattazione.
Sessa
In conclusione, tutte le nostre proposte vanno in direzione di agevolare le fasce più povere e di scoraggiare uno stile di vita consumista. Il 10% più ricco della popolazione è responsabile del 50% delle emissioni. Ci sono 100 aziende al mondo che causano il 71% delle emissioni, tra cui alcune italiane.
Comparelli
Un consiglio per i prossimi dibattiti: parlate con noi, non litigate tra voi. Il punto sono i cittadini.