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I 5S DENUNCIANO: “DRAGHI FA UN FAVORE ALLA LOBBY DELLE ARMI”. Per un giorno, il Senato è tornato al centro del dibattito politico. A Palazzo Madama si doveva convertire in legge il decreto Aiuti bis e votare la variazione di bilancio per il decreto Aiuti ter, con le misure per l’autunno. Ma non solo. Tra i dossier aperti dal governo dimissionario ce n’è anche uno che riguarda la spesa militare. In commissione Difesa al Senato è stato votato un programma per l’ammodernamento delle dotazioni dell’esercito, per una spesa fino a 10 miliardi su vari anni. Gli unici contrari sono stati i 4 esponenti 5 Stelle. Che poi hanno definito “un colpo di mano” la scelta dell’esecutivo uscente di infilare agli sgoccioli di legislatura una norma così rilevante: “Decisioni come queste, che vincolano i governi dei prossimi 15-20 anni a spese multimiliardarie, vanno esaminate con attenzione e ponderazione da un Parlamento pienamente legittimato e operativo”. Un pacchetto da 1 miliardo era già stato votato ad agosto, ma come ha denunciato giorni fa l’Osservatorio Milex, il ministro Guerini ha portato in Parlamento programmi di “riarmo a Camere sciolte” (qui i dettagli). Tutto ciò mentre sul dossier energetico le risorse vengono centellinate. Anche Giuseppe Conte è passato all’attacco su questo punto: “A Draghi lo avevo detto a marzo di non lasciarsi suggestionare dalla corsa al riarmo ma di discutere di insieme, ma c’è stata la massima chiusura”, ha detto il leader 5S dal palco dall’assemblea dell’Ance. Sul Fatto di domani il nostro approfondimento sul tema.
SUPERBONUS, I 5S LA SPUNTANO. I “MIGLIORI” BACCHETTATI SUI CONTI DEL DECRETO AIUTI. Venendo alla questione energetica. Alla fine, dopo una giornata tesa, ieri notte si è trovata l’intesa sul superbonus. È stata approvata la riformulazione governativa dell’emendamento dei 5S sulla cessione dei crediti. Ora la responsabilità legale di chi compra un credito ceduto sarà contestata soltanto in caso di “concorso con dolo o colpa grave”. Per il Movimento è una vittoria della sua linea: “Stiamo salvando migliaia di imprese sull’orlo del fallimento”, ha detto la capogruppo al Senato Mariolina Castellone. Conte rincara la dose: “Ora Letta chieda scusa e con lui anche tutti gli altri. Grazie al M5s è stata trovata una soluzione per 40mila imprese edilizie, lavoratori e famiglie che erano stati dimenticati da tutti”. A conferma dell’utilità della misura, gli ultimi dati Istat sull’occupazione mostrano che l’aumento di posti di lavoro è dovuto in gran parte all’edilizia. Matteo Salvini ha provato a intestarsi la vittoria. La mediazione che ha salvato il superbonus è di un leghista, ha rivendicato (il sottosegretario leghista al Mef Federico Freni). Il Capitano ha annullato gli impegni elettorali per intervenire a Palazzo Madama e chiedere uno scostamento di bilancio per le bollette. Il testo è stato approvato nel pomeriggio e passerà alla Camera giovedì. La partita ora si sposta sul terzo decreto Aiuti, che dovrebbe stanziare tra i 12 e i 13 miliardi. L’Ufficio parlamentare di bilancio però ha bocciato ancora una volta i Migliori per i loro calcoli sulle risorse a disposizione. Sempre in questo comparto, è stata rifinanziato fino al 17 ottobre il taglio di 30 centesimi al litro sulla benzina.
VOTO UTILE E CONCORRENZA A SINISTRA: LETTA PERDE LA TESTA E ATTACCA IL FATTO. Enrico Letta ha un problema. Le parole pronunciate da Michele Emiliano sul Fatto di oggi, in un’intervista con Giampiero Calapà, lo hanno visibilmente irritato. Tanto che il segretario dem ha scelto di attaccare non l’esponente del suo stesso partito, presidente della regione Puglia, ma il nostro giornale, che ne ha riportato il pensiero. “Il Fatto Quotidiano tira acqua al suo mulino essendo organo ufficiale dei 5 Stelle”, ha affermato Letta a Rai 1. Ma cosa aveva detto Emiliano? Che la scelta di chiudere all’alleanza col M5S è “un errore imperdonabile” e che per battere la destra al sud occorre che gli elettori di centrosinistra convergano su candidati Pd o 5 Stelle a seconda dei collegi. Da qui la replica del leader democratico: “I 5 Stelle hanno avuto sempre consensi alti al Sud, ma quello che a noi risulta è che tolgono voti alla destra, non a noi”. Il ragionamento del segretario Pd è che il Movimento sarebbe alternativo alla Lega, in soldoni. Però i conti non tornano. Sul Fatto di domani capiremo chi ha ragione tra Emiliano e Letta analizzando la situazione degli sfidanti nei collegi delle Regioni del Mezzogiorno.
Conte incontra Fridays For Future e Extinction Rebellion: 60 GW di rinnovabili in tre anni
di Elisabetta Ambrosi
A porte chiuse e senza fretta, nonostante la folle corsa della campagna elettorale. Quello che si è svolto presso la sede del Movimento 5Stelle a Roma il 13 settembre è stato un incontro peculiare: Giuseppe Conte e il candidato, nonché professore ordinario di Energetica alla Sapienza Livio De Santoli si sono riuniti in una stanza per parlare di clima, energia e ambiente. Con loro, gli attivisti e le attiviste di Fridays for Future Filippo Sotgiu, Martina Comparelli, Luca Sardo ed Emanuele Genovese, ma anche gli attivisti e le attiviste di Extinction Rebellion (Nicola Crosta, Alessia Ricci, Sabina Santovetti, Andrea Drago): il movimento arrivato in Italia da Londra, si è fatto conoscere, nonostante l’ostracismo dei media e della politica, grazie alle sue azioni non violente di disobbedienza civile, volte a rompere l’indifferenza della società (e del Parlamento) sulla crisi climatica.
I DUBBI DEGLI USA SULLA RICONQUISTA UCRAINA. Mentre il New York Times rivela come la controffensiva sarebbe stata pianificata da Zelensky insieme all’intelligence statunitense, l’esercito di Kiev fa sapere che nella regione di Kharkiv sono state liberate più di 300 località, e circa 150.000 persone, dall’occupazione russa. “Una valanga, meglio del previsto”, ha esultato il ministro Oleksiy Reznikov dalle pagine del Financial Times. A Kherson le truppe gialloblu avanzano più lentamente. Ma gli Stati Uniti si mostrano cauti sulla controffensiva. Il segretario di Stato Antony Blinken ha detto che sarebbe “sbagliato” fare previsioni sui risultati dell’iniziativa militare ucraina. Intanto, Putin si trova ad affrontare una nascente opposizione interna, non da parte dei pacifisti ma dei falchi. Doveva essere una guerra lampo, dicono gli oltranzisti, ora bisogna cambiare marcia e intensificare l’offensiva. E l’incendiario ex presidente Medvedev ha evocato perfino lo spettro dell’allargamento del conflitto: “Se questi idioti continueranno a pompare senza freni il regime di Kiev con i tipi di armi più pericolosi prima o poi la campagna militare passerà a un altro livello”. Di sicuro, il negoziato resta lontano. Entrambe le parti lo hanno rigettato anche oggi, e l’Unione Europea non fa di meglio, con l’Alto rappresentante per gli Esteri Josep Borrell che ha invitato gli Stati a proseguire con l’invio di armi. Resta Papa Francesco a premere per il negoziato: “Sempre più pressante la necessità di allargare l’impegno diplomatico a favore del dialogo e dell’incontro”, ha detto Bergoglio dal Kazakistan, dove è in viaggio religioso. Sul Fatto di domani leggerete un’analisi militare della seconda fase del conflitto da parte di Fabio Mini, che spiegherà perché c’è da avere paura.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Vaccini, la Corte dei conti europea bacchetta la Commissione. Nel mirino la scelta da parte dell’esecutivo europeo guidato di Ursula von der Leyen di tenere secretati i dettagli su come sono stati negoziati i contratti con le multinazionali farmaceutiche produttrici di vaccini anti-Covid.
Il caso di Primavalle. La famiglia di Hasib Omerovic ha denunciato ieri che il 36enne disabile si trova da mesi in coma dopo essere precipitato da una finestra di un appartamento durante un controllo di polizia. Oggi è emerso che non era stato emesso nessun mandato di perquisizione da parte della Procura. Gli inquirenti dovranno chiarire se si è trattato di una perquisizione coordinata da un funzionario di polizia o di una decisione presa dagli agenti.
Addio al Cinema. È morto Jean-Luc Godard, un maestro e una figura chiave del cinema contemporaneo (dai tempi della Nouvelle Vague agli ultimi esperimenti di cinema 3D). Ha scelto la via del suicidio assistito. Sul Fatto di domani il ricordo di Federico Pontiggia.
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