Il Fatto di domani. Rigassificatori: a Piombino i conti non tornano, ma per Cingolani è colpa delle proteste. Draghi infrange i sogni di Calenda e Renzi

Di FQ Extra
16 Settembre 2022

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ARRIVA IL DECRETO AIUTI TER. CINGOLANI: “PIOMBINO RITARDA PER COLPA DELLE PROTESTE” . Quella di oggi è stata l’ultima conferenza stampa del governo dei Migliori. Mario Draghi e i ministri dell’Economia Daniele Franco e dell’Energia Roberto Cingolani l’hanno convocata per illustrare i contenuti del Decreto aiuti ter, approvato stamattina dal Consiglio dei ministri. Le misure valgono 14 miliardi di euro (66 i miliardi investiti finora). Il dato principale è che tornano i bonus. Il contributo da 60 euro per comprare abbonamenti al trasporto pubblico e un nuovo bonus bollette, in versione ridotta: 150 euro una tantum per i circa 22 milioni di italiani con un reddito inferiore a 20 mila euro, pensionati inclusi. L’altra misura rilevante è l’estensione del credito di imposta per le imprese, oltre al taglio delle accise sulla benzina fino a fine novembre. I giornalisti hanno chiesto a Draghi e Cingolani un aggiornamento sulla questione energetica. I toni sono rimasti rassicuranti: Cingolani ha garantito che di razionamenti per ora non si parla perché le quantità di metano a disposizione dell’Italia sono sufficienti. Per la fiammata dei prezzi ci si affida con fiducia alle decisioni europee del 30 settembre (Cingolani e Draghi non saranno più al governo). La priorità, hanno ribadito i due, è fare i rigassificatori. Il Fatto ha chiesto conto al ministro dell’incoerenza delle sue dichiarazioni su Piombino: nel piano scrive che la nave dovrebbe entrare in funzione a gennaio, ma la società che l’ha acquistata, Snam, dice che non si potrà attivare prima di aprile. Cingolani ha dato la colpa alle proteste: “Se sono stati persi circa due mesi per fare schermaglie contro il rigassificatore è ovvio che questi due mesi si ripercuotano sull’entrata in funzione”. Vedremo sul Fatto di domani perché la sua scusa non regge. Leggerete anche il nostro fact-checking sulle misure.


DOSSIER USA: GLI ITALIANI NON CI SONO. LA CAMPAGNA IN UN BUCO NELL’ACQUA La conferenza di oggi è stata anche l’occasione per chiarire un’altra questione. La bagarre degli ultimi giorni sui dossier americani sui rubli di Mosca ai partiti esteri, montata da alcuni giornali e anche dall’attuale ministro degli Esteri Di Maio con le sue dichiarazioni, non trova fondamento. A domanda, Draghi ha risposto chiaramente: “Ho avuto una telefonata con Blinken, la cosa più naturale era chiedere cosa sapessero. Lui mi ha confermato l’assenza di forze politiche italiane nella lista di chi ha beneficiato di fondi russi”. Secondo il premier, ci sono stati anche contatti tra i servizi italiani e i loro omologhi statunitensi, dove gli americani hanno confermato “di non disporre di alcuna evidenza di finanziamenti occulti russi a candidati o partiti che competono nell’attuale tornata elettorale”. Caso chiuso, per ora, anche se lo stesso Gabrielli al Copasir non ha potuto escludere in futuro possano essere ravvisati elementi. Anche Draghi allude a forze politiche “che parlano coi russi di nascosto”. Vedremo sul Fatto di domani il senso di questa frecciata (a Salvini).


CENTRO, L’IRRESISTIBILE VOGLIA DI DRAGHI NON È RICAMBIATA. Mentre tutti si preoccupano di gas e inflazione, per alcuni leader il tema continua a essere un altro. La ricandidatura di Draghi. La novità però è che lo stesso premier ha chiuso alla possibilità di fare il bis. Con un “no” secco ha infranto in un colpo solo i sogni di Renzi e Calenda. Il Pd ha commentato con vanto: “è la dimostrazione che il programma di Renzi e Calenda non esiste”, dicono fonti di partito. Ma l’agenda Draghi è stata una delle prime piattaforme elettorali dei dem di Letta per il 25 settembre. Chiamato in causa, e colto in fallo, Calenda ha rispolverato l’agenda: “La nostra proposta rimane la stessa – dice – governo di unità nazionale con Agenda Draghi e possibilmente con Draghi stesso, che altro non poteva dire come è ovvio. Non si capisce invece con chi voglia governare Letta. Quello al Pd è un voto buttato”. Stamattina, del resto, Renzi aveva svelato il vero obiettivo del terzo polo: arrivare a una situazione di stallo in Parlamento per tornare a invocare un governo tecnico con chi ci sta. “Ove si creassero le condizioni e Mattarella glielo proponesse, sono certo che Mario Draghi accetterebbe”. Ne parleremo sul Fatto di domani. Leggerete anche un’intervista al deputato dem ed ex ministro Francesco Boccia. Nel frattempo Giuseppe Conte, in Sicilia, dà un altro segnale di rimonta: “alle Regionali siamo a 4 punti da Schifani, non molliamo”.


L’ALLUVIONE NELLE MARCHE: EMERGENZA CLIMATICA. Strade come fiumi in piena. Persone travolte, automobili alle deriva, abitazioni e negozi sommersi dall’acqua. Il bilancio dell’alluvione che ha sconvolto alcune zone della provincia di Ancona ieri notte, è di 9 morti, 4 dispersi, 50 feriti e un centinaio di sfollati. Il consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza nella Regione stanziando 5 milioni. Nel pomeriggio il premier Draghi è giunto a Ostra, il comune più colpito (6 vittime). Nel paese già montano polemiche. Secondo alcuni residenti il Misa sarebbe esondato anche per via dei detriti non rimossi sul letto del fiume, ma gli esperti fanno notare che il problema è stata la quantità esorbitante di pioggia caduta: 420 millimetri, un record. Tra le 22 e le 24 di ieri il Misa è cresciuto da 21 centimetri a 5,31 metri. A Cantiano in 7 ore è piovuto come in 6 mesi del 2021: la precipitazione “più intensa degli ultimi 10 anni”, secondo il Cnr. FQ Extra ha sentito il climatologo Luca Mercalli: “È l’ennesimo episodio amplificato dal riscaldamento globale”. Nessun avviso per prevenire il dramma, lamentano gli amministratori locali, tra cui il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti. Fabrizio Curcio – capo del Dipartimento della Protezione civile – annuncia verifiche: “Bisognerà approfondire, ma è un dato di fatto che l’evento è stato peggiore rispetto a quanto previsto”. Intanto, domani è stata diramata un’allerta meteo gialla, stesso colore di prima della tragedia. Sul Fatto di domani leggerete un reportage dai luoghi del disastro, con un’analisi di Luca Mercalli e una nostra inchiesta sulle responsabilità dell’evento.


IL VERTICE DI SAMARCANDA: “LE SANZIONI ILLEGALI (TRANNE QUELLE DELL’ONU)”. Al vertice di Samarcanda in Uzbekistan, dove da ieri si sono incontrati i leader del mondo non occidentale della Shanghai Cooperation Organisation (Sco), oggi i riflettori erano puntati su Erdogan. Il presidente turco ha tenuto colloqui bilaterali con Putin e Xi. Il leader cinese ha rilanciato la sua Nuova Via della seta. Il leader turco ha confermato che appoggia Pechino sul principio della Cina unica (in altre parole: campo libero su Taiwan). Nell’incontro con Putin, invece, Erdogan s’è impegnato a pagare in rubli il 25% del gas russo. Sul Fatto di domani faremo il punto sulla collaborazione tra gli autocrati e sul Summit “dell’altro mondo”. Non è un’alleanza, certo, ma è un dato rilevante il fatto che in uno dei documenti usciti dal vertice si scriva che tutte le sanzioni economiche, eccetto quelle adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sono “incompatibili con la legge internazionale”. Parleremo anche di Ucraina: Kiev ha denunciato “tracce di torture” nella riconquistata Izyum. I filorussi dell’autoproclamata repubblica di Lugansk accusano l’Ucraina di terrorismo: una bomba è esplosa negli uffici della procura generale uccidendo il capo procuratore e la sua vice. Per una prospettiva di medio periodo sul conflitto, intervisteremo l’analista militare Walter Dorn del Royal Military College in Canada.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Inflazione, stime confermate. L’Istat conferma il rialzo dell’8,4% ad agosto, un tasso record dalla fine del 1985. Per il carrello della spesa rincari del 9,6%.

Sotto indagine l’Unione italiana vini. L’ipotesi è di truffa ai danni dell’Ue: l’Unione Italiana Vini e Veronafiere sono indagate per via di un finanziamento da circa 5 milioni (due sono stati sequestrati) destinati alla promozione di prodotti agricoli.

Torna Che c’è di Bello. Nel nostro inserto culturale del sabato parleremo della quinta stagione di The handmade’s tale, della serie documentaria Wanna su Wanda Marchi e della scrittrice Alessia Gazzola.


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