ENERGIA, PARIGI E ALGERI GELANO CINGOLANI. Chissà se la doppietta di brutte notizie riuscirà ad incrinare l’inossidabile ottimismo del ministro Cingolani – che ancora ieri rassicurava gli italiani – in materia di energia: da una parte c’è la Francia che ha comunicato che per i prossimi anni non garantirà l’energia che vende all’Italia (copre il 5% di fabbisogno nazionale); dall’altra l’Algeria, visto che un giornale di quello Stato mette in dubbio il fatto che il Paese riesca a rispettare l’aumento di fornitura di gas all’Italia, che per l’anno in corso sarebbero ben 6 miliardi di metri cubi aggiuntivi. Il colosso francese Edf ha comunicato ai gestori italiani e al ministero della Transizione che per i prossimi due anni Roma potrebbe fare a meno della fornitura francese, per via dei problemi che hanno in casa loro con la produzione (molti reattori sono fermi). Mentre sul lato africano è il giornale AlgeriePart a pubblicare un’esclusiva secondo cui il Paese ha problemi a onorare gli impegni presi nel luglio scorso (Eni ha smentito dicendo che “non risultano difficoltà”), quando Draghi si recò ad Algeri per firmare i contratti che avrebbero dovuto scongiurare – almeno in parte – il rischio razionalizzazione, viste le difficoltà per l’import dalla Russia. Sul giornale di domani un approfondimento sulla situazione in previsione dell’arrivo della stagione fredda. Ma ci occuperemo anche del problema energia per quanto riguarda Internet e la rete dei cellulari.
L’AMORE DEI PROGRESSISTI PER DRAGHI, IL PREMIER CHE NON HANNO. Per Calenda bisogna “andare avanti con il metodo Draghi e, possibilmente, con Draghi stesso”. Per Marcucci “Draghi è un riferimento imprescindibile” per il Pd. Sulla stessa linea anche Renzi (“se ci fosse il 10% del terzo polo la domanda potrebbe fargliela Mattarella, in quel caso credo che le cose cambierebbero”). Nonostante SuperMario abbia detto in tutti i modi di non volerne sapere, i progressisti continuano a portare alta la sua bandiera. Sarà mica perché alcuni partiti non hanno un candidato premier da spendere in campagna elettorale? Ma c’è anche il centrodestra. Giorgia Meloni inizia il suo tour elettorale al sud, una zona d’Italia particolarmente delicata, visto che i suoi alleati, Lega e Forza Italia, non brillano nei sondaggi. Ma c’è anche un altro aspetto a togliere il sonno alla leader di Fratelli d’Italia: la rimonta dei 5 Stelle proprio nel meridione. Sul giornale di domani leggerete un reportage del nostro Tommaso Rodano sui candidati paracadutati in Sicilia, il resoconto della visita di Conte sull’Isola e l’intervista all’ex capo dello spagnolo Podemos, Pablo Iglesias, a Napoli per dare man forte a De Magistris (da questa sera la versione video su FqExtra).
STADIO SAN SIRO, L’ESCLUSIVA DEL FATTO. Da una parte c’è Luigi Corbani, già vicesindaco di Milano, dall’altra c’è il primo cittadino del capoluogo milanese, Giuseppe Sala. In mezzo c’è il piano del nuovo stadio San Siro con colate di cemento annesse. I due sul progetto la vedono in modo diverso, mentre Sala va avanti, nonostante la campagna elettorale all’insegna dell’ambientalismo (il progetto di green ha ben poco), Carbani del comitato Sì Meazza frena: “Assurdo demolire uno stadio simbolo”. Domani leggerete un ampio reportage sullo stato dell’opera e sulle conseguenze.
USA-KIEV, UNA QUESTIONE DI MISSILI. A Izyum si continua a scavare e oggi sono stati trovati altri 6 corpi in una fossa comune. Situazione calda in Ucraina, dove l’inviato del Papa, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, è stato coinvolto in una sparatoria mentre cercava di portare aiuti alla popolazione, senza conseguenze. Ma continua anche la schermaglia tra Zelensky e Biden sulla nuova fornitura di armi. Kiev continua a chiedere i missili Patriot, per la difesa aerea, e gli aerei F16. Le preoccupazioni di Washington per l’invio di armi così delicate riguardano la reazione di Mosca, ma anche la complessa manutenzione dei sistemi che metterebbe alla prova l’Ucraina. Nel caso dei Patriots, progettati per abbattere velivoli ad ala fissa, missili balistici o da crociera, c’è anche un problema di forniture agli alleati. Come vedremo sul giornale di domani, per ora niente Patriot. Gli Usa sono intenzionati a mandare il sistema Nasams (meno sofisticato, serve solo per i missili a medio raggio) e gli F16 forse alla fine della guerra. Altra spina è l’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia: con la ratifica del Portogallo, restano Ungheria, Slovacchia e Turchia. Ankara continua a lanciare avvertimenti. Leggerete a che punto sono le trattative e quali sono le implicazioni.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il “nuovo” corso della Rai. Con i sondaggi che danno vincente Fratelli d’Italia molti volti, noti e meno, della Rai si stanno riposizionando. Leggerete cosa sta succedendo a viale Mazzini.
Marche sott’acqua. A Senigallia il tempo non sembra concedere tregue. Dopo gli 11 morti (ci sono ancora dispersi) oggi la pioggia ha continuato a cadere e c’è paura per la piena del fiume Misa, tanto che il sindaco ha detto ai cittadini di “rimanere in casa ai piani alti, evitando di uscire sia in macchina che a piedi”.
Il senso di Renzi per l’ambiente. Il profilo Twitter Jet dei ricchi ha analizzato lo spostamento da Napoli a Lugano per la campagna elettorale del leader d’Italia viva (l’11 settembre) con un Learjet 40. Le accuse degli ambientalisti.
Le vittime dell’alternanza scuola-lavoro. La morte del giovane Giuliano De Seta ha riaperto il dibattito sulla sicurezza sull’alternanza scuola-lavoro, introdotta da Matteo Renzi. Oggi la “Rete degli Studenti” ha organizzato un flash mob con elmetti da lavoro e striscioni davanti al ministero dell’Istruzione per chiedere più sicurezza e modifiche alla legislazione in materia.
Parla la figlia di Rosi. L’intervista del nostro Alessandro Ferrucci a Carolina Rosi, attrice e produttrice, e figlia del regista che a novembre avrebbe compiuto 100 anni.