Rigassificatori, potenziamento del trasporto pubblico, voli brevi e Job Guarantee: questi i quattro punti messi dagli attivisti dei Fridays For Future al centro del dibattito che si è svolto questa mattina presso la sede dei Europa Verde/Sinistra Italiana, svoltosi presso la loro sede romana. Alle domande di Filippo Sotgiu, Alessandro Marconi e Luca Sardo hanno risposto l’europarlamentare e co-portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi, l’altro portavoce Angelo Bonelli e Marco Grimaldi, consigliere regionale del Piemonte e candidato in Piemonte.
Primo punto al centro della discussione è stato quello dei rigassificatori, sulla quale i Verdi, hanno fatto notare gli attivisti, avrebbero una posizione in parte diversa da quella dei futuri possibili alleati, col rischio di una possibile frizione. Angelo Bonelli ha risposto nel merito e confermato l’opposizione a qualsiasi nuova infrastruttura energetica di questo tipo: “Gli attuali rigassificatori, se fatti lavorare nella fase di transizione, sono sufficienti, così come il gas che abbiamo. Ciò che invece manca davvero è una road map per le energie rinnovabili, sulla scia della proposta di Elettricità Futura di 60GW nei prossimi tre anni”. Evi ha ricordato come in questi mesi l’Italia abbia continuato ad esportare più gas del 2022, per un ammontare di quasi due miliardi di metri cubi, mentre Marco Grimaldi ha spiegato che con l’acquisto di nuovi rigassificatori si supererebbero tutti i target di decarbonizzazione, il che mette in luce la loro pericolosità. Il no del partito è dunque compatto.
Trasporti ferroviari regionali, abbandonati dal Pnrr
Nell’agenda climatica dei Fridays For Future un punto importante è il potenziamento dei trasporti ferroviari regionali e l’elettrificazione di quelli rimasti a diesel. Agli esponenti dei Verdi è stato chiesto dunque in che misura condividessero questa visione. “Dare un numero preciso di chilometri di ferrovie da riqualificare è difficile”, ha risposto Bonelli, confermando però come esista il problema del collegamento delle zone periferiche, oltre che della elettrificazione dei treni regionali a diesel che sono circa la metà, “mentre il Pnrr interviene solo per il 10%”. Pnrr che Europa Verde ha sempre criticato proprio sul tema dei trasporti. Per Evi “questo settore è l’unico che ha continuato ad emettere più emissioni, dunque va rivoluzionato, abbandonando progetti folli come il Ponte sullo Stretto o le tante infrastrutture autostradali, come la Pedemontana”. 30 miliardi per il trasporto pubblico, per la mobilità ciclabile, per il ricambio dei mezzi inquinanti – nel paese che ha meno chilometri di metropolitane della sola Madrid -infine gratuità dei mezzi sotto i 14 anni, per incentivare le famiglie: queste le misure chieste dal partito e apprezzate dagli attivisti, anche se nell’Agenda climatica dei Fridays For Future si parla di gratuità totale dei trasporti pubblici locali e forti sconti sui treni.
Super bonus strutturale, meno regressivo e per l’edilizia popolare
Altro tema toccato è stato quello del super bonus. Per i Fridyas For Future ha coinvolto solo la fascia più ricca della popolazione. Di qui la richiesta di intervenire soprattutto su edilizia popolare e scuola. Contestualmente, gli attivisti hanno avanzato una domanda sulla possibilità di alzare i target di riduzione delle emissioni. “Totalmente d’accordo”, si sono definiti i dirigenti e i candidati Verdi rispetto al superbonus, che andrebbe razionalizzato – richiedendo il miglioramento di almeno due classi energetiche – reso strutturale e soprattutto meno regressivo, mentre andrebbero vietati incentivi per sostituire vecchie caldaie con nuove caldaia a gas, “assurdi”. Sì agli interventi sulle case abitate da popolazione in fascia fragile e massima apertura del partito sull’aumento degli obiettivi di riduzione delle emissioni: laddove è necessario “e sulla base di dati scientifici l’asticella dell’ambizione verrà alzata”, ha detto Evi. Fondamentale, in questo senso, è la riscrittura e l’aggiornamento del Pniec (Piano Nazionale Energia e Clima).
Assunzioni massicce nella pubblica amministrazione, salario minimo e stop allo sfruttamento
Ultimo punto della discussione tra attivisti del clima e Verdi è stato il tema del lavoro. Sul piatto la proposta di un Job Guarantee, ovvero l’assunzione massiccia da parte dell’amministrazione pubblica per creare lavoro sicuro e garantito. Su questo è intervenuto, a nome del partito, Marco Grimaldi, che ha parlato di importanza strategica dello smart working per l’ambiente e di un salario minimo di 1.200 euro al mese e di dieci euro all’ora, cancellando tutti i contratti collettivi nazionali che hanno riportato il cottimo ovunque. No agli stage e ai tirocini che sono sfruttamento nascosto, no all’economia della promessa, sblocco del turn over nella pubblica amministrazione: nuovi impiegati pubblici servono, al contrario di quello che si dice, perché occorrono persone qualificate che gestiscano i soldi del Pnrr. E a proposito di smantellamento del lavoro invece fondamentale, Evi ha citato la soppressione del corpo forestale e altre strutture depauperate di personale pubblico, ma cruciali per mettere in sicurezza il nostro territorio.
L’incontro si è chiuso con un confronto sull’abolizione dei voli su tratte brevi. Anche qui la convergenza è stata significativa, come su quasi tutti i punti, e si è parlato anche dell’importanza di riattivare i treni notturni che permettevano di coprire le lunghe distanze. Il tema dovrebbe essere questo: chi inquina di più paga di più. Senza dunque criminalizzare le persone, o attaccare vip che utilizzano jet privati o elicotteri, occorre invece che sia lo stato a rendere questi comportamenti sia inaccettabili che non più praticabili.