Previsioni

Quelli che Conte è morto e Pd&Calenda sfondano

I Nostradamus a mezzo stampa - Senza sfumature. Antologia di dichiarazioni e di analisi pre-elettorali: i giornaloni erano univoci nel dare per spacciato il M5S e lodare Letta e il presunto Terzo Polo

28 Settembre 2022

Un doveroso omaggio ai veri esperti e professionisti della politica, che avevano previsto tutto perché non ne sbagliano mai una.

Il CONTE MORTO. “Cinquestelle sotto il 10%, anche il Sud boccia Conte” (Messaggero, 14.6).

“Perché Letta e Di Maio escluderanno Conte. Come è ormai evidente, la parabola politica di Giuseppe Conte è vicina a concludersi… Letta ha bisogno dei 5Stelle… ma devono essere 5S “de-contizzati”, ossia che si sono liberati della guida dell’ex premier, relegandolo ai confini dello schieramento o fuori… La frenesia anti-governativa di Conte rende i 5S marginali e inservibili” (Stefano Folli, Repubblica, 17.5).

“I disastri di Giuseppe Conte. L’irresistibile discesa del leader mai nato nel M5S” (Domani, 28.5).

“Meglio Fico e Di Maio che Conte per i 5Stelle” (Domani, 30.5).

“I 5Stelle pensano all’addio a Conte dopo il nostro editoriale” (Domani, 31.5).

“Da un anno Conte tenta di diventare un leader, e ancora non ha imparato a cosa va incontro chi prova a fare un mestiere che non è il suo” (Sebastiano Messina, Rep, 31.5).

“Ora è certo: Conte non esiste” (Piero Sansonetti, Riformista, 15.6).

“Conte e il M5S sparito” (Rep, 15.6).

“Di Maio se ne va, a Conte restano 4 stelle. Per il tacchino M5S è arrivato Natale” (Alessandro Sallusti, Libero, 17.6).

Un partito di Di Maio? Per i sondaggisti sarebbe il colpo mortale ai 5Stelle” (Messaggero, 18.6).

“Il romanzesco tramonto del M5S” (Messina, Rep, 18.6).

“Un conflitto che certifica il tramonto populista” (Massimo Franco, Corriere, 18.6).

“Antonio Noto, sondaggista: ‘Se andasse via Di Maio sarebbe la fine del M5S’” (Libero, 20.6).

“Il Movimento è finito” (Massimo Cacciari, Dubbio, 22.6).

“Il funerale del grillismo” (Giornale, 22.6).

“Polvere di 5Stelle” (Repubblica, 22.6).

“M5S, il senso di una fine” (Antonio Polito, Corriere, 22.6).

“La solitudine del Fondatore davanti all’abisso del fallimento” (Messina, Rep, 23.6).

“5S, fallimento senza gloria” (Francesco Merlo, Rep, 23.6).

“Quei leader meteora che spariscono nel nulla. Giuseppi teme di finire come Dini, Monti&C.” (Giornale, 23.6).

“Il M5S di Conte diventa una bad company” (Massimiliano Panarari, Stampa, 23.6).

“Più premier che leader: il lungo declino di Conte” (Piero Ignazi, Domani, 24.6).

“Di Maio è furbo e Conte un pirla” (Gianluigi Paragone, Verità, 24.6).

“Il M5S è finito” (Piero Ignazi, Riformista, 24.6). “Il M5S di Conte non arriva al voto” (Vincenzo Spadafora, Messaggero, 25.6).

“Caro Grillo, sciogli questa banda di paraculi” (Marcello Veneziani, Verità, 26.6).

“Dai che ci liberiamo della piaga grillina”, “Ormai è finita, Beppe scrive il necrologio del Movimento” (Libero, 29.6).

“Il prezzo della fine grillina” (Cappellini, Rep, 1.7).

“Ei fu. Siccome grillino” (Diego Bianchi, Venerdì Rep, 1.7).

“Sansonetti: ‘Pronto chi parla? Nessuno. Era Conte’” (Libero, 3.7). “La crisi del partito mai nato. Conte non controlla più il M5S. Tutti guardano a Crippa e D’Incà” (Domani, 19.7).

“L’isolamento dell’avvocato stretto dal duo Raggi-Dibba” (Messaggero, 19.7).

“Giarrusso rivela: Conte non ha alcun potere, è la Taverna che comanda” (Libero, 19.7).

“Il capolavoro del M5S: fa la crisi e ci finisce secco” (Libero, 21.7).

“Il M5S scompare, resta solo Di Battista” (Domani, 21.7).

“Lo zigzag di Conte, l’eterno indecisionista ridotto all’irrilevanza. Ora si ritrova verso le elezioni alla guida di un’Armata Brancaleone” (Sebastiano Messina, Rep, 21.7).

“È davvero l’ora (per il Pd) di mollare questi disperati 5Stelle” (Merlo, Rep, 22.7).

“Gli ‘affossatori’ (di Draghi, ndr) M5S: pochi seggi e sondaggi impietosi” (Corriere, 23.7).

“Conte crolla nei sondaggi” (Rep, 24.7).

“Conte giù nei sondaggi attacca Draghi” (Rep, 24.7).

“Conte pagherà il prezzo più alto per la caduta di Draghi. È uscito completamente stritolato dal braccio di ferro con il premier” (Ernesto Galli della Loggia, Corriere, 1.8).

“Il brand grillino non tira più” (Federico Pizzarotti, Rep, 2.8).

“Conte è stato l’unico beneficiato dalla pandemia, altrimenti mai sarebbe finito a Palazzo Chigi. Fra un po’ inizierà a vendere i filmini di quando andava al G8, come le dive sul viale del tramonto. Propongo da anni una specie di San Patrignano per i celebro-lesi caduti” (Roberto D’Agostino, Stampa, 9.8).

“Raggi, idea di scalare il partito con Dibba” (Rep, 9.8).

“Conte come un nobile decaduto cerca un ruolo” (Corriere, 11.8).

“Grillo commissaria Giuseppi su simbolo e nomi. L’Elevato ha un ‘vaffa’ autunnale pronto. In caso di flop elettorale, si libererà dell’avvocato” (Giornale, 15.8).

“La scelta di rompere con i 5S… può essere sanata solo se il Pd avrà un buon risultato unito a un disastro dei ‘contiani’… Fino al 25 settembre Conte è un avversario a cui vanno sottratti gli elettori con argomenti convincenti. Più il bottino elettorale dei 5S sarà magro, più il Pd avrà modo di tirare i fili dell’opposizione. O di manovrare nei palazzi se ne avrà il destro” (Stefano Folli, Rep, 23.8).

“I guai grillini. Così Conte ha sfasciato tutto: governo, M5S, campo largo” (Giornale, 24.8). “Per Conte l’asticella è il 10%. Raggi è pronta a sfilargli il Movimento” (Messaggero, 24.8).

“Conte è un paternalista da Regno delle Due Sicilie” (Sofia Ventura, Rep, 1.9).

“Volturara, Thailandia. Conte segue l’agenda Bettini” (Foglio, 2.9).

“In 4 anni quel professore con il curriculum quasi vero ha dimostrato che la sua identità consiste nel non avere identità: si adegua ed esibisce quella che, di volta in volta, gli commissionano… Come Arlecchino, ha due padroni: Grillo e Bettini. È la sinistra dove è vero anche il contrario” (Merlo, Rep, 3.9).

“Orfini: ‘Di sinistra? Macché, i 5S non vinceranno da nessuna parte’” (Rep, 3.9).

“Voto a Conte: 3” (Francesco Bei sul suo discorso al Forum di Cernobbio, Rep, 5.9).

“Conte senza voto” (Marco Zatterin, Stampa, 5.9).

“L’abbraccio di Trump soffoca Conte” (Rep, 7.9).

“Ignavo e opportunista” (Merlo, Rep, 6.9).

“Conte sottoscrive l’agenda Putin” (Giornale, 12.9).

“Conte è un progressista della domenica” (Enrico Letta, 10.9).

“I sondaggi sono profezie che quasi mai si avverano. Dubiti dunque di questa resurrezione di Conte. Nessun dubbio invece su di lui, su Conte: ha sempre mentito” (Merlo, Rep, 13.9).

“Ha il talento di dire una cosa che vale l’altra e non pensarne nessuna” (Mattia Feltri, Stampa, 13.9).

“Movimento 5Xylelle” (Foglio, 14.9).

“Conte ha tradito, il M5S non esiste più” (Di Maio, 20.9).

“Mezzo uomo, parla un linguaggio mafioso. Se sarò aggredito, il mandante morale è lui” (Matteo Renzi, 17.9).

“Ha un’aggressività di stampo peronista” (Antonio Polito, Corriere, 20.9).

“Forse oggi Conte caccerà Scarpinato” (Riformista, 23.9).

“Conte non lo voteranno i poveri, ma i poveracci, i ‘neet’, i nullafacenti, gli assistiti professionisti, le zecche, i parassiti, gli scarafaggi, i moscerini: che poi sono la dieta del camaleonte” (Filippo Facci, Libero, 24.9).

LETTA CONTINUA. “Io in questo momento ho gli occhi di tigre, non ho nessuna intenzione di perdere le elezioni” (Enrico Letta, 21.7).

“Questa neonata grande coalizione (Pd-Calenda, ndr) è un altro passo, forse quello definitivo, della Bad Godesberg di Enrico Letta, della scelta definitivamente occidentale ed europea che la sinistra italiana insegue da 50 anni… Solo adesso, nell’estate del 2022, e proprio nelle elezioni più importanti dopo quelle del 1948, la sinistra umiliata, dimessa e bastonata ha rialzato la testa… Non è un’esagerazione: l’agenda Draghi è stata il lampo di Paul Klee sulla politica che produce somiglianze ed è oggi l’abracadabra della nuova coalizione del centrosinistra… Enrico Letta è il papa che dell’altro ‘dolce Enrico’ sta completando il lavoro… con l’ironia del front runner e degli occhi di tigre… Molto più di un accordo elettorale… questa neonata grande coalizione il 25 settembre contenderà il governo del Paese a Meloni” (Francesco Merlo, Rep, 3.8).

“Ora scateniamo la campagna Pd. Quando vedo i sondaggi sono preoccupato fino a un certo punto: abbiamo il ruolo di partito guida, a differenza degli altri” (Letta, Stampa, 8.7).

“Ogni voto a Conte va alla destra” (Letta, Corriere, 10.8).

“Il M5S è sempre più la Lega del Sud. Per noi la loro crescita è positiva: rende contendibili parecchi collegi nel Mezzogiorno” (Letta, Rep, 22.9).

“Bobo è contento per il Pd guarito dal virus dei grillini che ha fatto ammalare la sinistra. Potevamo accorgercene molto prima, l’importante è esserci arrivati. Letta tiene insieme i cocci” (Sergio Staino, Stampa, 7.8).

“Letta rivede la rotta: ‘Ora io contro FdI, il Pd punta al 30%. Noi primo partito” (Rep, 9.8).

“Il duello tra Meloni e Letta, sintesi personalizzata dello scontro bipolare” (Folli, Rep, 12.8).

“Saremo il primo partito” (Letta, 17.8).

“Meloni ha lo svantaggio del sopravvalutato e Letta il vantaggio del sottovalutato” (Merlo, Rep, 24.8).

“Questa scelta ‘O noi o loro’ è fondamentale per far capire la posta in gioco” (Letta, 26.8).

“Pancetta o guanciale? E Letta cavalca la parodia della sua campagna social” (Filippo Ceccarelli, Rep, 27.8). “Enrico e la parodia social-carbonara per tornare al centro della scena” (Panarari, Stampa, 27.8).

“Letta e la sfida del Nord: dai giovani agli indecisi, la rimonta parte da qui’” (Stampa, 2.9).

“E Letta è pronto a schierare anche Sala: ‘In prima linea per la sfida del Nord’” (Messaggero, 3.9).

“La Sicilia è contendibile. Letta: ‘Il vantaggio di Schifani si è ridotto a 6 punti’” (Rep, 6.9).

“Dossier Pd: la strategia della rimonta” (Stampa, 7.9).

“La battaglia decisiva è su 62 seggi. I dem ora credono nella rimonta” (Rep, 7.9).

“Letta punta sul voto utile: ‘Per il pareggio basta il 4%’” (Messaggero, 7.9).

“Letta convince le imprese” (Rep, 10.9).

“La scommessa di Letta sul Sud: partita aperta in decine di seggi” (Corriere, 12.9).

“Il vento è cambiato, la rimonta è possibile” (Dario Franceschini, Rep, 14.9).

“La notizia buona, per Letta, è che più si avvicina il voto più si rafforza il senso della sfida a due tra lui e Giorgia Meloni: difficile che non abbia effetti positivi su entrambe le liste” (Cappellini, Rep, 14.9).

“Letta vede la rimonta” (Stampa, 15.9).

“Lunga vita a Enrico Letta… finché c’è Letta c’è speranza” (Merlo, Rep, 17.9).

“Il tracollo di Salvini cambierà le elezioni e Berlusconi a Nord viene eroso da Calenda” (Letta, 17.9).

“’Vinciamo noi’: il mantra di Letta” (Foglio, 19.9).

“Bari, la sinistra si sente Forrest Gump e cerca il colpaccio” (Rep, 20.9).

“L’orgoglio del Pd. Letta: ‘E ora la rimonta’” (Rep, 24.9).

“Anche se perdo resto segretario” (Letta, Rep, 23.9).

IL TERZO PELO. “C’è un’area al centro, con percentuali forse non irrilevanti, che può offrire al Pd una sponda meno inaffidabile di Conte” (Folli, Rep, 22.7).

“Un Centro europeo per il dopo-Draghi” (Cacciari, Stampa, 23.7).

“Abbiamo tolto a FI la sua parte migliore, Gelmini e Carfagna. Possiamo ripetere il 19% di Roma e battere il sovranismo” (Calenda, Corriere, 1.8).

“Calenda: da soli per frenare la destra. Portiamo via voti a FI e al Senato può uscire fuori un pareggio” (Messaggero, 2.8).

“Pd-Azione, obiettivo 37% per pareggiare al Senato” (Messaggero, 3.8). “È nato un nuovo bipolarismo. Noi abbiamo messo al centro metodo e agenda Draghi” (Mariastella Gelmini, Corriere, 3.8).

“L’accordo Letta-Calenda riequilibra in parte una gara sbilanciata a favore del centrodestra” (Antonio Polito, Corriere, 3.8).

“Il campo del centrosinistra con Calenda somiglia un po’ a un Ulivo senza Prodi” (Folli, Rep, 3.8).

“Calenda aspira all’eredità dei papi laici o forse luterani, Ugo La Malfa, Bruno Visentini, Giovanni Spadolini, la buona amministrazione, il rigore dei conti e il cattivo carattere che è stato una grande risorsa italiana, una specie di lievito del progresso” (Merlo, Rep, 3.8).

“Se per il centrosinistra c’è una strada, non può che passare da qui” (Annalisa Cuzzocrea, Stampa, 3.8).

“Accordo Pd-Azione: il centrosinistra ha evitato il suicidio”, “Il trionfo delle destre non è più così scontato” (Domani, 3.8).

“Da soli noi di Iv possiamo superare il 5%” (Maria Elena Boschi, Messaggero, 4.8).

“Il M5S ha il 10 per cento” (Calenda, Corriere, 8.8).

“Il terzo polo smuove le acque” (Stefano Folli, Rep, 9.8). “Io e Carlo insieme possiamo fare il botto” (Renzi, Stampa, 10.8).

“Sarò io a sottrarre voti a Meloni, prenderò consensi in uscita dal centrodestra, posso mandare FI sotto il 3%” (Calenda, Rep, 9.8).

“Azione come il Sassuolo: una sorpresa. Col 10% freniamo la destra al Senato” (Matteo Richetti, Messaggero, 13.8).

“Terzo Polo argine anti-destra. Maggioranza Ursula con larghe intese che chiedano a Draghi di rimanere” (Calenda, Stampa, 10.8).

“Il Terzo Polo può ambire almeno al 10%, toglieremo voti al centrodestra. Io candidato? Non so ancora dove” (Federico Pizzarotti, che non sarà candidato da nessuna parte, Messaggero, 12.8).

“Siamo noi gli eredi politici di Draghi, ruberemo voti a tutti. Possiamo raggiungere la doppia cifra” (Gelmini, Rep, 12.8).

“Dopo il voto il terzo polo sarà decisivo. Pronti al dialogo con tutti” (Renzi, Messaggero, 25.8).

“Calenda è la prova che il Centro esiste, la stagione di Berlusconi è finita, il machismo dei populisti non digerirà una donna premier” (Elsa Fornero, Stampa, 31.8).

“Debutta la coppia Calenda-Renzi: ‘Noi al 10% e Draghi può tornare. Gelmini: ‘Saremo la sorpresa del voto’” (Corriere, 3.9).

“Servirà un nuovo governo Draghi isolando le estremità di FdI e 5Stelle” (Calenda, Corriere, 21.8).

“No accordi col Pd, sì a un governo di unità nazionale, anche con FdI” (Calenda, 5.9 mattina). “La linea non cambia, stop a populisti e sovranisti” (Calenda, 5.9 sera).

“Il terzo polo supererà FI” (Boschi, Messaggero, 16.9).

“Draghi ha detto stop? Non poteva fare altrimenti, Ma dopo il 25 tutti capiranno che serve l’unità nazionale” (Calenda, Corriere, 17.9).

“Calenda: ‘Puntiamo al 13%’” (Messaggero, 20.9).

“Prenderemo più voti della Lega. E la Meloni non governerà mai” (Calenda, Foglio, 21.9).

“Calenda e Renzi ci credono: ‘Nel 2024 noi primo partito’” (Messaggero, 24.9).

“Calenda: ‘Giorgia, sei pronta? Pure io, ma è meglio Draghi’” (Rep, 24.9).

“Profilo basso e campagna in sordina. La strategia di Renzi per il ‘dopodomani’. L’ex premier studia una svolta ‘alla Pirlo’: arretrare la posizione per contare di più” (Corriere, 29.8).

“La nostra missione è cancellare i 5Stelle” (Calenda, 1.9).

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