La lettura del Fatto Quotidiano di mercoledì lasciava sgomenti. Dati alla mano (grazie al tragico scoop di Ilaria Proietti) abbiamo avuto la conferma dei nostri incubi peggiori. Che, causa il vade retro del Pd di Enrico Letta nei confronti del M5S di Giuseppe Conte sono andati in fumo, “per un pugno di voti”, una ventina di collegi uninominali (dove si può vincere o perdere per un’inezia). Che, per non regalare il governo a Giorgia Meloni, al Senato ne sarebbero bastati 11 di quei collegi, contendibili ma andati persi per poche migliaia di schede o molto meno (gridano vendetta i cento voti che in Piemonte sono mancati al pidino Stefano Lepri contro la destra Augusta Montaruli).
Conclusione: i milioni di elettori del centrosinistra mandati allo sbaraglio da un gruppo dirigente del Nazareno, incapace di leggere e capire la legge elettorale (per non dire peggio), pongono un serissimo problema di rappresentanza politica. La domanda è: come è stato possibile che un leader navigato come Letta, oltre che persona perbene, abbia condotto al naufragio, insieme al vascello del suo partito, le speranze di un popolo progressista (per non usare il termine sinistra ormai obsoleto o svenduto)? Una risposta emerge chiara e netta dall’incredibile e sterminato elenco di profezie sul disastro elettorale a cui sarebbero andati incontro Conte e i 5stelle.
Leggasi a questo proposito il tragicomico pezzo di Marco Travaglio dal titolo Le centurie di Nostradamus. Non diremo una parola sugli autori di un simile scempio giornalistico: se la vedano con i loro lettori. Tuttavia, siamo stati assaliti da un atroce dubbio: e se il segretario dagli occhi di tigre, nell’andare incontro alla inevitabile Caporetto si fosse fatto, diciamo così, influenzare dalla lettura dei Nostradamus tre palle un soldo? E se, per dirla tutta, il colpo di genio che già il 22 luglio gli aveva ispirato il mai più con il Movimento (votato senza fiatare dai 208 membri della direzione nazionale) fosse stato fecondato, e partorito, dall’eccessiva corrispondenza di amorose idee con le cosiddette “teste pensanti” del GGE (Grandi Gruppi Editoriali, ma anche Grandi Granchi Editoriali)? Robe del tipo: Letta stai sereno, che Conte e i grillini “stanno per sparire” (testuale). Oppure: con Carlo Calenda hai la vittoria in tasca, fidati. Ahi, saperlo.