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IL PD VERSO IL CONGRESSO LONTANO DALLE PIAZZE: CONTESTAZIONE A BOLDRINI. LANDINI ROMPE IL SILENZIO SUL NUOVO GOVERNO. Si preparano all’opposizione, M5s e Pd, mentre le piazze mostrano sintomi di malumore. Ieri Laura Boldrini è stata contestata a Roma durante la manifestazione per l’aborto libero, sicuro e gratuito. Domani sul Fatto intervisteremo la ragazza che ha tenuto testa con coraggio l’ex presidente della Camera: “Se ne vada da questa piazza, non rappresentate la nostra rivendicazione”. I temi caldi sono il diritto all’aborto e anche il Reddito di cittadinanza. Il Pd ha cominciato un de profundis congressuale che, però, per ora sembra evitare la questione principale, come abbiamo scritto oggi sul Fatto: una sconfitta così pesante si poteva evitare con una strategia elettorale unitaria. Stefano Bonaccini, in pole per la successione a Letta, dice che bisogna rifondare il partito dalle basi. La neo eletta 5S Chiara Appendino boccia l’attuale gruppo dirigente dem, ma non chiude a una collaborazione giallorosa dall’opposizione: “Se in Parlamento si dovessero fare battaglie comuni perché i temi si condividono, nessun problema. Anzi, ben venga”. La precondizione, dice l’ex sindaca di Torino, è che il Pd sia progressista nei fatti, non a parole. Oggi ha rotto il silenzio il leader Cgil Maurizio Landini, per chiedere al nuovo governo “senza pregiudiziali” di aprire un confronto vero prima di prendere decisioni sia per la legge di Bilancio sia per la battaglia da fare con l’Europa per affermare una logica che superi l’austerità e definisca nuove regole e trattati”.
SALVINI RIUNISCE GLI ELETTI. RENZI E CALENDA INSEGUONO IL CARRO DI MELONI. Dopo l’incontro di ieri con Giorgia Meloni, oggi Matteo Salvini ha radunato i neoeletti del Carroccio, sgombrando il campo da illazioni della solita stampa mainstream: “Appoggio esterno? sciocchezze…”. La Lega dunque tratta sui ministeri e il centrodestra cuce la trama del nuovo governo. L’incarico a Giorgia Meloni sarà affidato intorno alla metà di ottobre, ma un aiuto in Parlamento potrebbe arrivare dal duo Calenda-Renzi. La riforma della Costituzione è un obiettivo delle destre, ma anche di Azione e Italia Viva. Il “centrino” sembra pronto a salire sul carro del vincitore. L’ex magistrato Carlo Nordio, neodeputato per Fdi, ha lanciato l’amo: “Rivedere la Carta? Si può e si deve farlo solo con il concorso e il contributo della maggior parte delle forze politiche”. Un invito a nozze per Matteo Renzi, favorevole all’elezione diretta del premier come fosse un sindaco d’Italia. Oggi, sul Piccolo di Trieste, il presidente di Italia viva Ettore Rosato ha offerto una stampella al centrodestra: “Noi sosterremo qualsiasi scelta possa aiutare l’Italia”. Come le riforme costituzionali, oppure in campo energetico. Carlo Calenda lo ha ribadito oggi: “Se Meloni fa i rigassificatori noi ci siamo”. La premier in pectore resta in silenzio sulle pedine del futuro governo, ma su Twitter augura la vittoria in Spagna al leader di Vox, il partito di estrema destra. Oltre a raccontare la giornata di Meloni, sul Fatto di domani torneremo sugli eletti impresentabili, con un’intervista all’ex magistrato Giancarlo Caselli, per nulla ottimista sulle riforme auspicate da Fratelli d’Italia.
BOLLETTE DA BRIVIDO: “IN ARRIVO RINCARI MAI VISTI PRIMA”. LA GERMANIA INVESTE 200 MILIARDI. Il responsabile energia dell’Autorità di regolazione (Arera) l’aveva anticipato ieri: sono in arrivo “prezzi mai visti prima per le bolletta della luce degli italiani”. Dal 1 ottobre scatterà l’aggiornamento del prezzo dell’elettricità per il mercato tutelato, con un aumento del 59% (i rincari sul mercato libero sono variabili). Quanto alla bolletta del gas, le tariffe saranno calcolate mese su mese da ottobre. Senza gli interventi del governo l’aumento sarebbe stato del 100%, ma anche così l’allarme è alto e il governo nascituro dovrà intervenire rapidamente. L’Autorità ha anche confermato il potenziamento del bonus energia per le famiglie meno abbienti. Leggerete la nostra analisi sul Fatto di domani. Nel frattempo l’Europa tentenna ancora. La presentazione del piano energetico slitta a metà ottobre. In più, da Bruxelles, dove domani si terrà il vertice dei ministri dell’energia, fanno sapere che il tetto al prezzo del gas generalizzato, chiesto dall’Italia e da altri 14 Paesi Ue, “richiede un meccanismo difficile da approntare nel breve tempo e presenta molti rischi per l’approvvigionamento”. Infatti nella bozza di piano della Commissione Ue si parla di price cap solo per il gas russo, mentre per gli altri fornitori (in primis la Norvegia e gli Stati Uniti) l’idea è avviare un dialogo per abbassare le tariffe. La Germania intanto si muove per conto suo e Scholz annuncia che presto Berlino non riceverà più una goccia di gas da Mosca e stanzia 200 miliardi contro il caro bollette. Le misure servono anche a contrastare il dato dell’inflazione tedesca salita al 10% a settembre, un record dal 1950 e un biglietto sicuro verso la recessione. Ad Amsterdam il prezzo del gas è sceso del 10%, a 187,7 euro, ma i mercati ormai vedono nero e le Borse e lo spread italiano peggiorano.
NORDSTREAM, COSA SAPPIAMO SUL SABOTAGGIO (E COSA COMPORTA). PUTIN ANNUNCIA L’ANNESSIONE DEL DONBASS. Nessun ritardo, la Federazione russa dichiarerà l’annessione delle regioni ucraine occupate del Donbass, di Kherson e di Zaporizhizhia. Al Cremlino si terrà domani una cerimonia per firmare gli accordi sull’ingresso dei 4 nuovi territori, dove si sono tenuti i referendum considerati una farsa dall’Occidente. A presiedere sarà direttamente Putin. L’Ue ribadisce che non accetterà mai l’annessione, la Finlandia chiuderà i confini ai cittadini russi da mezzanotte, bloccando così gran parte del flusso di persone in fuga dalla leva obbligatoria (si potrà entrare solo per visite ai parenti, lavoro e cure mediche). Perfino Erdogan, che si è distinto come mediatore tra Mosca e blocco Nato sulla guerra in Ucraina, ha condannato l’annessione e conferma di considerare illegali i referendum (come anche l’annessione della Crimea). La Nato invece minaccia Mosca sulla questione del Nord Stream. Si dice pronta “a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati”, in riferimento al sabotaggio del gasdotto tra Russia e Germania di due giorni fa. Che ormai è riconosciuto da tutti come tale, anche se sulle responsabilità resta il rimpallo. L’inchiesta sulle cause delle falle (quattro quelle rilevate, non tre come detto inizialmente) è in mano al governo della Danimarca. Sul Fatto di domani faremo il punto su tutto quello che sappiamo sugli eventi e sulle loro conseguenze, sia ambientali che economiche.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Hasib Omerovic fuori dal coma. Ma è ancora grave quindi bisognerà attendere perché rilasci una testimonianza agli inquirenti. Sono tanti i punti ancora da chiarire.
Shirin Ebadi, dire la verità al potere. Sul Fatto di domani un’intervista esclusiva con l’avvocata e pacifista iraniana costretta ha lasciare Teheran dopo la rivoluzione islamica, premiata nel 2003 con Nobel per la pace.
Una lectio di Alessandro Barbero. Lo storico e firma ricorrente del nostro giornale racconterà la storia di Carlo Magno.
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