Nel quartiere della Bovisa a Milano, esiste una realtà propria: una foresta spontanea, cresciuta sui terreni industriali delle vecchie Officine del Gas. È conosciuta con il nome La Goccia, per via della forma che le conferiscono le ferrovie che la circondano.
Cinquant’anni fa ha avuto inizio la dismissione delle attività umane, e da allora è cominciato un processo spontaneo che ha generato un imponente ecosistema, che con la sua ricchezza e complessità si estende ad oggi su circa 16 ettari, circa la metà di Parco Sempione. A soli 5 km da piazza Duomo, e senza le strade, le panchine e gli altri elementi che caratterizzano l’idea di verde urbano del 20esimo secolo.
La vegetazione spontanea cresciuta alla Goccia ha dato vita a una vera e propria foresta, un biosistema composto da piante, animali e microorganismi che ha rapidamente prodotto materia organica, favorendo la creazione di un nuovo strato fertile di suolo. Questo sistema di esseri che lavorano insieme, è probabilmente già stato in grado di decontaminare una parte di terreni inquinati con processi di bonifica naturale.
È a partire da questa intuizione che nasce l’associazione di giovani professionisti Terrapreta APS, un’organizzazione non profit che studia e promuove soluzioni basate sulla natura (NbS) in collaborazione con le comunità e le istituzioni locali.
Come associazione, svolgiamo attività di ricerca integrata, analisi dei servizi ecosistemici, educazione e divulgazione ambientale, facilitazione e mediazione tra comunità, amministrazione pubblica e istituzioni. L’associazione nasce dalla duplice convinzione che, al fine di affrontare la crisi climatica e socio-ambientale, non sia solo necessario agire, ma ancor di più imparare a osservare il territorio da nuove prospettive. E che proprio l’osservare sia il primo passo per prendersi cura. Da qui il nome: la terra preta (terra scura) è una particolare tipologia di suolo capace di autorigenerarsi, uno dei primi compost ad oggi conosciuti. La conoscenza del suolo è infatti il punto di partenza per un percorso finalizzato a rigenerare e ripristinare gli ecosistemi che la città ha finora dimenticato.
Lavoriamo e studiamo l’area della Goccia dal 2014, avendo intuito sin da subito le particolarità e l’unicità di questo territorio. Per qualche anno l’area è stata luogo di confronto e dialogo sulle differenze della foresta con gli altri spazi verdi di Milano, fino a quando, nel giugno 2021, le intuizioni avute sulle sue peculiarità sono state confermate da una prima mappatura dei servizi ecosistemici. Un documento, realizzato tramite metodologie di scienza cittadina, che ha messo le basi al lavoro che ha portato Terrapreta APS, il Comune di Milano, il Museo di Storia Naturale di Milano, l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del CNR, il Centro di Forestazione Urbana (Italia Nostra) e Progetto Natura Onlus a sottoscrivere e firmare un patto di collaborazione con lo scopo di iniziare un percorso di ricerca multidisciplinare sulla foresta spontanea della Goccia.
Il patto definisce come primo obiettivo quello di capire e quantificare quali benefici possa portare nel contesto urbano una porzione di natura simile alla foresta della Goccia. Attraverso una serie di analisi, mappature e campionamenti della vegetazione e della fauna, sarà possibile raccogliere un sistema di dati che saranno progressivamente documentati e pubblicati. I risultati di queste operazioni integrate confluiranno in un report che sarà utilizzato sia come sintesi della ricerca, ma soprattutto come punto di partenza per valutare la possibile riapertura di alcune porzioni della Goccia.
Crediamo che la buona riuscita di questa sperimentazione potrà costituire un caso studio e consentire di promuovere la revisione delle normative nazionali in materia di bonifiche dei siti contaminati. Un’ambizione molto importante che potrebbe rivoluzionare la gestione delle aree post-industriali, e più in generale dei terreni contaminati, presenti sul territorio Italiano.
Come Terrapreta consideriamo infatti l’Osservatorio come un laboratorio a cielo aperto, che aspiriamo a far diventare un caso studio internazionale nel campo del biorimedio e della gestione di aree inquinate e non utilizzate. Il progetto si propone di porre le basi per una strategia, oggi necessaria per molte città, per riutilizzare e rinaturalizzare spazi abbandonati, offrendo così effetti mitigativi rispetto alle conseguenze del cambiamento climatico.
Crediamo che la discussione pubblica sulla città debba rimettere al centro il suolo, l’aria, l’acqua e tutti gli elementi naturali, superando programmi di politiche top-down troppo spesso alienanti rispetto al territorio di riferimento, per spingersi sempre di più in progetti che coinvolgano in maniera diretta la comunità, anche su larga scala. Ricerca e partecipazione devono quindi essere parte integrante della progettazione affinché diventino motori di un cambiamento di prospettive.