Il Fatto di domani. Dopo ”l’ultimo” condono di Draghi, arriva quello di Meloni. Bollette, la mappa delle proteste. Parla Landini

Di FQ Extra
3 Ottobre 2022

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ANCHE MELONI PASSA DALLA CASELLA DEL CONDONO. BONOMI BOCCIA SALVINI SULLA FLAT TAX. Il futuro governo di centrodestra potrebbe debuttare con un condono fiscale. Con la scusa di trovare risorse contro il caro bollette. La ricetta l’ha spiegata il forzista Antonio Tajani: “Taglio del superbonus e pace fiscale”. Traduzione: un condono per fare cassa con gli introiti (almeno una parte) di chi non ha pagato le imposte. Del resto, la misura era nel programma di Fratelli d’Italia e non sarebbe certo una novità. Già Draghi – e molti altri prima di lui – hanno provveduto allo stralcio delle cartelle esattoriali (ricorderete la frase paradossale dell’ex Bce “è un condono ma piccolo”). Sovente, le entrate sono state sotto le aspettative, perché gli evasori preferiscono attendere un condono vantaggioso domani, invece di pagare il fisco oggi. Sul Fatto di domani vedremo che mosse potrebbe fare Giorgia Meloni. La premier in pectore deve sbrogliare anche la matassa della composizione del governo: sempre più intricata, anche perché la maggioranza non larghissima al Senato impone di non nominare troppi ministri tra i senatori per evitare che le assenze per impegni istituzionali tolgano la maggioranza al centrodestra. La leader di FdI vorrebbe almeno 8 tecnici, ma Lega e Forza Italia chiedono 4 dicasteri a testa. Tajani la mette così: “va bene qualche tecnico, ma il governo sia politico”. Berlusconi intanto cerca un posto per Ronzulli nel consiglio dei ministri (Sanità o Istruzione), ma Meloni ne farebbe a meno. Sulle nomine di governo, domani discuterà il Consiglio federale della Lega. Vi racconteremo più nel dettaglio il progetto partorito da Umberto Bossi della corrente leghista “Comitato Nord”, che prepara la guerriglia per detronizzare Matteo Salvini. Il Capitano ha incassato una bocciatura da Confindustria. Per il presidente Carlo Bonomi, non è il momento della “tassa piatta”, la bandiera economica della Lega: “Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax e prepensionamenti. Energia e finanza pubblica sono due fronti emergenza che non possono ammettere follie”.


IL FALÒ DELLE BOLLETTE E LA “RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE”, CON MAURIZIO LANDINI. Nel Paese reale la situazione si infiamma, come le fatture di luce e gas. Il sindacato Usb ha portato in piazza in varie città la sua protesta contro il carovita: lavoratori, artigiani e pensionati hanno fatto un falò delle bollette stratosferiche ricevute negli ultimi mesi. Non sono i soli. Sul Fatto di oggi Virginia Della Sala ha intervistato il direttore di una catena di hotel di lusso pugliese che chiuderà i battenti per questa impennata folle dei prezzi. Sul Fatto di domani proseguiremo la nostra indagine sulle attività economiche costrette alla canna del gas. Daremo anche conto del rapporto Censis sulla povertà pubblicato oggi: il fenomeno riguarda 3 milioni di famiglie e 10 milioni di individui, con 300 mila imprese a rischio crollo per 300 miliardi di debiti. Tutto questo mentre da Parigi il ministro dell’economia Le Maire dichiara che “il rialzo del prezzo dei combustibili fossili è strutturale e non si torna indietro”, anche alla luce della probabile decisione che arriverà mercoledì dal vertice dei Paesi produttori di petrolio (Opec), che taglieranno la produzione per mantenere alti i prezzi. Di caro energia, contrasto alla povertà e responsabilità sociale delle imprese parleremo con il segretario della Cgil Maurizio Landini.


BRASILE, BOLSONARO NON CROLLA E LULA NON SFONDA: SFIDA PER IL BALLOTTAGGIO. Il grande ritorno di Lula è stato un po’ meno grande del previsto. La vittoria di Lula al primo turno, annunciata dai sondaggi, non si è verificata alle politiche di domenica. Il leader del Partito dei lavoratori del Brasile ed ex presidente (ricandidato dopo all’annullamento delle condanne per corruzione) ha ottenuto poco meno del 48,5% delle preferenze contro il 43,2% di Bolsonaro, che ha mostrato un’inattesa capacità di resistenza. In termini assoluti, parliamo di 57 milioni di brasiliani che hanno scelto Lula e 51 milioni che hanno optato per il “Trump dei Caraibi”. La partita si deciderà al ballottaggio del 30 ottobre. Dove saranno rilevanti anche i voti raccolti dai minori come la candidata centrodestra Simone Tebet (4,16%, quasi 5 milioni di voti) o quello di centrosinistra Ciro Gomes (3%, 3,5 milioni di preferenze). Alla vigilia del voto, su FQ extra abbiamo pubblicato un documentario dello scrittore Angelo Ferracuti in viaggio tra le comunità indigene dell’Amazzonia. Sul Fatto di domani ci concentreremo sulle ragioni del consolidamento del voto per Bolsonaro, dato perdente dai sondaggi già al primo turno: invece il suo partito (il Partito Liberale) avrà almeno 99 parlamentari secondo le proiezioni, portando a casa il miglior risultato degli ultimi 24 anni. Vedremo le ragioni della sua “tenuta” nelle zone ad alta urbanizzazione come San Paolo e nelle periferie.


SI ALLARGANO LE PROTESTE IN IRAN, ARRESTATA UN’ITALIANA. Una ragazza italiana sarebbe stata arrestata a Teheran. Si chiama Alessia Piperno, trentenne romana. La notizia è giunta ieri sera dai canali social del padre, Alberto. Il post è stato rimosso, ma la Farnesina e l’ambasciata italiana a Teheran sono al lavoro per le verifiche. L’Ue ha già dato disponibilità a sostenere ogni sforzo per liberare la ragazza. Alessia, su Instagram, aveva solidarizzato con le proteste della società civile esplose dopo l’uccisione della giovane Mahsa Amini, deceduta mentre era in custodia della polizia morale per aver lasciato scoperta una ciocca di capelli, fuori dal velo islamico. Alberto Piperno ha raccontato di aver ricevuto ieri una telefonata della figlia: “Piangendo, ci avvisava che era in prigione, arrestata dalla polizia con gli amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la storia della nostra connazionale e approfondiremo le strategie dei rivoltosi con un’intervista ad una dissidente. Il regime teocratico sciita ha reso difficili perfino le comunicazioni via internet. L’ayatollah Alì Khamenei ha attribuito a Usa e Israele la regia delle proteste invocando il pugno duro contro i giovani ribelli: “La magistratura dovrebbe processarli”. Su FQ Extra i video delle proteste con un’intervista a Shirin Ebadi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ucraina, l’avanzata a Kherson e le critiche dei falchi a Putin. Il Cremlino ha bacchettato Kadyrov per la sua invocazione del nucleare tattico, ma intanto deve fare i conti con le critiche che muovono anche dalla stampa vicina al regime, dopo la ritirata russa dal villaggio di Lyman. Kiev annuncia che la controffensiva è ripresa, e Parigi si impegna a fornire più armi.

Liz Truss fa marcia indietro. Contestata dall’opposizione, dalle ali moderate del suo partito e, soprattutto, dai mercati che hanno fatto crollare la Sterlina, la nuova premier inglese ha ritirato il progetto di detassazione dei grandi patrimoni annunciato la scorsa settimana.

Favole russe proibite. A 150 anni dalla prima edizione, torna in libreria una raccolta del grande folclorista russo Aleksandr Afanas’ev, tra oscenità e horror.


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