Il Fatto di domani. L’incubo nucleare mette “in marcia” la pace. Il Pd tra “scelgo” e “sciolgo”: il nodo del progressismo. Parlano Roberto Fico e Fabrizio Barca

Di FQ Extra
5 Ottobre 2022

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LO SPETTRO NUCLEARE RISVEGLIA L’OPZIONE PACIFISTA. L’APPELLO DI CONTE E LE REAZIONI. Mentre in Ucraina prosegue la controffensiva di Kiev nel Lugansk, dove si registrano ritirate delle forze russe (che però annunciano che torneranno), in Italia si ricomincia a parlare di pacifismo e anti-militarismo, su impulso della minaccia nucleare. Il ramoscello è stato raccolto oggi in un’intervista sul quotidiano cattolico Avvenire dal leader 5S Giuseppe Conte, che ha lanciato la proposta di una manifestazione per la pace senza bandiere politiche e con l’obiettivo di invocare una soluzione diplomatica al conflitto. L’idea oggi è rimbalzata tra social e agenzie, tra le variegate anime del pacifismo cattolico e di sinistra. Ne hanno parlato Luigi De Magistris da Unione Popolare, Laura Boldrini, Vincenzo Vita. Il presidente dell’associazione dei Comuni Ali (Autonomie Locali Italiane) propone di moltiplicare le iniziative: “Le parole di Papa Francesco ci uniscono. Vogliamo creare manifestazioni in giro per l’Italia e aderire a quelle che si faranno per la pace e per il cessate il fuoco”. Vincenzo De Luca invece decide di andare per conto suo, con una conferenza a Napoli l’8 ottobre. Sul Fatto di domani leggerete su questo tema un intervento di Tomaso Montanari, oltre che un’intervista al responsabile del movimento pacifista cattolico Pax Christi. Analizzeremo anche i rischi reali di un uso dell’arma atomica da parte di Putin con un’intervista a uno dei massimi studiosi della materia: Hans Kristensen.


MI SI NOTA DI PIÙ SE SCELGO O SCIOLGO? IL PD E LA CRISI D’IDENTITÀ. INTERVISTE A ROBERTO FICO E FABRIZIO BARCA. Domani sarà il giorno della direzione, appuntamento al quale i dem arrivano dilaniati. Lo testimoniano le tre interviste uscite oggi su tre quotidiani a D’Alema, Bersani e Veltroni. Il primo, sul nostro giornale, ha sparato a zero contro gli attuali dirigenti, colpevoli di aver perso completamente il contatto con la società italiana. Il secondo, sul Corriere della Sera, interroga gli ex compagni su una questione decisiva: “Alla fine del percorso ci sarà un partito nuovo o si monteranno i gazebo per scegliere il capitano?”, alludendo alla vecchia prassi delle primarie. Il fondatore del partito, infine, dalle colonne de La Stampa, ha auspicato un cambiamento profondo per poter ricucire con i 7 milioni di elettori persi in 14 anni. Stoccate al segretario Letta anche da Vannino Chiti ed Enrico Rossi. E le donne dem puntano il dito contro la scarsa presenza femminile tra le elette: “Non ci faremo più prenderemo in contropiede”. Basterà il cambio di segretario a evitare lo scioglimento che, a detta del presidente emiliano Bonaccini (uno dei competitor per la segreteria), sarebbe un regalo alla destra? Insomma, una Babele di accuse e opinioni che ruotano intorno a un tema altrettanto dirimente: il rapporto con i 5S. Oltre a vedere come si sta preparando il Pd all’appuntamento congressuale di gennaio, proprio sul tema alleanze intervisteremo il presidente uscente della Camera, Roberto Fico, e l’ex ministro Fabrizio Barca, la cui diagnosi è netta: il Pd è un partito conservatore.


IL PNRR DIVIDE DRAGHI E MELONI. GIORGIA ALZA IL TIRO IN VISTA DELLE CONSULTAZONI. Giorgia Meloni chiude l’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia con un messaggio per Salvini: niente nomi imposti, i ministeri non saranno spartiti col bilancino. La premier in pectore non lo cita, ma la frattura nel centrodestra è nota: il Capitano vorrebbe il Viminale, Meloni ha altre idee (ma peserà il giudizio del Quirinale). Così, al termine della riunione romana, dalle agenzie filtrano le parole della leader FdI: si dice disponibile ad accogliere le richieste degli alleati, ma il governo non risolverà beghe interne ai partiti. Riceveranno incarichi solo personalità prestigiose e competenti: dunque non si escludono tecnici, invisi a Berlusconi e Salvini. “Sono io a metterci la faccia”, avrebbe detto Meloni. Sul giornale di domani faremo il punto sul totoministri e sullo scontro nel centrodestra. Non c’è solo la grana Salvini: Forza Italia non ha gradito l’esclusione dalla cabina di regia convocata dal governo Draghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Draghi è intervenuto per bacchettare Meloni, proprio sul Pnrr. La futura premier si era detta preoccupata, per via di ritardi “evidenti e difficili da recuperare”. “Non ci sono ritardi nell’attuazione, altrimenti la Commissione non verserebbe i soldi”, l’ha gelata Draghi. A proposito di soldi, domani ci occuperemo del partito berlusconiano per spulciare tra i finanziatori.


GAS, VON DER LEYEN “RADDOPPIA” SUL PRICE CAP. Anticipando la risoluzione del Parlamento Ue (che chiede misure più stringenti contro i rincari e un price cap generalizzato), e replicando anche un po’ alle critiche degli ultimi giorni, Ursula von der Leyen oggi ha annunciato che la Commissione sta lavorando non a uno, ma a ben due tetti al prezzo del gas. Il primo riguarda il metano usato per produrre elettricità, dove la differenza tra prezzo fissato e quotazione di mercato sarebbe a carico degli Stati. La seconda misura sarebbe invece “un tetto sull’energia scambiata in Europa”, con contorni che restano vaghi per ora. Entrambe le soluzioni sarebbero temporanee, ha spiegato von der Leyen, nell’attesa di fare una riforma più ampia del mercato dell’energia europeo. La Commissione riconosce che il meccanismo di formazione dei prezzi è fuori controllo e la borsa di Amsterdam “non è più rappresentativa”. Quanto all’Italia, il governo ha comunicato che gli stoccaggi di gas sono saliti oltre il 91%. Ma non basta. Lo ha spiegato Nicola Armaroli del Cnr nell’intervista sul Fatto di oggi: gli stoccaggi servono a compensare i picchi di domanda e non possono sostituire gli approvvigionamenti giornalieri. Anche Franco Bernabè, ex ad di Eni, alla Stampa ha detto che l’unica soluzione sul breve periodo sono i razionamenti, ma i problemi saranno lo stesso enormi per le imprese. Oggi sono ripartiti i flussi di gas attraverso il Tarvisio, bloccati da sabato per una controversia tra la russa Gazprom e l’Austria. Sul Fatto di domani leggeremo anche le prime stime pubblicate dall’Arera sui rincari del gas in bolletta in attesa del conguaglio a inizio novembre: si parla di +74% rispetto all’ultimo trimestre (quelli dell’elettricità sono del 59%). Intanto l’Opec ha deciso di tagliare la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno, Biden ha mostrato disappunto. Putin invece ha firmato un decreto che stabilisce la proprietà russa sulla centrale nucleare di Zaporizhizhia.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Kim, l’altra minaccia. Questa sera alle 21 il Consiglio di sicurezza Onu si riunirà per discutere la minaccia rappresentata dall’ultimo lancio missilistico della Corea del Nord, a cui oggi hanno risposto test analoghi di Corea del Sud e Stati Uniti. La mappa delle basi militari Usa nel mondo.

La Guida suprema nella bufera. Un ritratto dell’ayatollah Khamenei dell’Iran, firmato dalla corrispondente Vanna Vannuccini.

Cosa hanno in comune Mario Draghi e Marcello Dell’Utri? Coincidenze inattese dall’archivio dell’Ordine di San Giorgio.

Cinema, come va il botteghino. Non bene in Italia, ma molto meglio in Europa e Stati Uniti. Vi spieghiamo perché.


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