Il Fatto di domani. Manette in Basilicata e ministero della Natalità: ecco la destra di governo. Tre Nobel per una pace che nessuno cerca

Di FQ Extra
7 Ottobre 2022

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REGIONE BASILICATA NELLA BUFERA. ECCO COME GOVERNA LA DESTRA. Una maxi operazione della Dda di Potenza ha travolto la giunta regionale lucana. Il governatore Vito Bardi e mezza giunta sono sotto inchiesta, così come il senatore Gianni Rosa di Fratelli d’Italia e il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Francesco Piro, che è stato arrestato. In tutto 39 persone sono indagate, a vario titolo, per induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione. Tutto è partito dalle elezioni comunali di Lagonegro e dalla costruzione del nuovo ospedale della cittadina: a questo filone dell’inchiesta sarebbe estraneo il governatore Bardi, coinvolto invece anche in una “segnalazione” per un militare della Guardia di Finanza. Il presidente della Regione, che non ha intenzione di dimettersi, ha consegnato agli investigatori il telefono cellulare, mentre nel suo ufficio sono stati acquisiti i device in suo possesso. Sul giornale di domani ricostruiremo la complessa indagine, che ha portato anche ad arresti e perquisizioni, ricordando che non è la prima volta che una simile bufera investe la Basilicata. Ma passeremo anche in rassegna tutti i guai che coinvolgono le amministrazioni regionali di centrodestra. Per ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, che a quanto stiamo per assistere a livello nazionale siamo già “abituati”.


IL GOVERNO DI GIORGIA TRA VETI E STRAPPI. Mentre la leader di Fratelli d’Italia si fa prendere dalla nuova polemica con il governo francese (via giornali italiani) e replica duramente alla ministra Laurence Boone che, in un’intervista a Repubblica aveva ribadito il concetto di vigilare sul rispetto dei diritti da parte dell’Italia, in casa centrodestra le grane per la formazione del governo continuano. Pare che adesso Matteo Salvini voglia mettere le mani su un costituendo ministero per la Famiglia e la natalità. La notizia viene prima da un video rubato durante un incontro con i militanti a Saronno, poi dal capogruppo al Senato Romeo (contattato dall’Ansa): “Con questo governo si spera di concretizzare i progetti che in Parlamento abbiamo più volte sostenuto”. Il riferimento è ai progetti del senatore integralista pro life Simone Pillon (che non è stato eletto). Però da via Bellerio si capisce che la richiesta più pesante resta quella del ministero dell’Interno. Nella coalizione non ci sono veti su Salvini, fanno sapere fonti leghiste: “L’ottimo lavoro del segretario ai tempi del Viminale non è in discussione”. Sul Fatto di domani vedremo anche come vanno i rapporti tra il governo uscente e quello entrante, con il calendario delle consultazioni.


ENERGIA, A PRAGA ENNESIMA FIGURACCIA UE. “La nostra comune ambizione è ridurre i prezzi”: la frase del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla fine del vertice di Praga riassume lo stato dell’arte, tanti buoni propositi e null’altro. Anche perché la Germania (e non solo) continua a non essere d’accordo sul tetto al prezzo dell’energia: “Ogni intervento sui prezzi – ha detto il cancelliere Scholz – solleva interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento”. E poi c’è anche da dire che su un’eventuale price cap ogni Paese ha una visione diversa. Il magro bottino europeo è “il grande sostegno per arrivare ad acquisti comuni sul gas”. Per il resto è tutto rimandato al prossimo incontro del 19 ottobre. Ma la situazione energetica continua a essere drammatica, dopo che l’Opec ha tagliato la produzione di greggio di 2 milioni di barili (che è più o meno la contrazione della domanda della Cina), facendo un favore a Putin. Cosa che ha fatto infuriare gli Usa, pronti a vendere le scorte per colmare il buco. E anche sul fronte italiano i problemi non mancano: il sindaco di Piombino Francesco Ferrari ha detto che “oggi Snam in conferenza dei servizi ha ammesso che Piombino non è tra le collocazioni papabili per l’impianto offshore”. Sul Fatto di domani faremo punto sulle difficoltà che ci aspettano alla luce di questa altra giornata di decisioni rimandate.


UCRAINA, IL NOBEL PER UNA PACE CHE NESSUNO VUOLE. Il Nobel per la Pace del 2022 ha tre vincitori. Da un lato, all’attivista e obiettore bielorusso Ales Bialistski, attualmente in carcere, tra i fondatori dell’ong Viasna. Dall’altro due organizzazioni umanitarie, una russa e una ucraina: l’ong Memorial (fondata nel 1989 durante la Perestroika di Gorbacev e chiusa da Putin in Russia quest’anno perché considerata “agente straniero”) e il Centro Ucraino per le libertà civili, fondata nel 2007 con l’obiettivo di documentare crimini di guerra, violazioni dei diritti umani e abusi di potere. Proprio oggi Erdogan ha ribadito al presidente russo in colloquio telefonico che la Turchia è “pronta a fare la sua parte” per una soluzione pacifica. Il colloquio, riferisce l’agenzia turca, è stato anche dedicato alle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Come ha scritto Roberta Zunini nell’inserto il Fatto internazionale di oggi, il Sultano usa la pace per accreditarsi con il G7 ma in patria si dedica alla repressione contro la minoranza curda. Poi il presidente turco se l’è presa con “alcuni Paesi Ue”, accusandoli di perseguire l’escalation militare. Arrivano segnali di negoziato anche dagli Stati Uniti. Joe Biden ha riconosciuto ieri che il rischio di Armageddon nucleare è concreto e il suo segretario di Stato, Anthony Blinken, ha dichiarato che gli Usa sono disposti a cercare una “soluzione diplomatica” al conflitto, a patto però che ci sia una “volontà seria” da parte di Putin. Ma anche da Kiev non giungono al momento segnali in questo senso, per ora. Sul Fatto di domani faremo il punto sulle posizioni dei diversi attori diplomatici rispetto al conflitto all’Ucraina ed esploreremo le vie possibili per un negoziato. Leggerete anche un’intervista ai rappresentanti di Memorial. Oleg Orlo, leader storico dell’ong russa, ha detto che “è un immenso onore” condividere il riconoscimento con gli ucraini: “Noi siamo sotto pressione, loro sotto il fuoco del nostro esercito. E anche in queste condizioni continuano a lavorare”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Covid, contagi ancora alti, diventano 6 le Regioni a rischio. Sono 44.672 i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 44.853). Le vittime sono 62 (contro le 56 di ieri). Il tasso di positività sale al 21,7% (dal 20,1%). E cresce anche l’allerta dell’Istituto superiore di Sanità: sei Regioni e Province autonome, rispetto alle 5 della scorsa settimana – sono classificate a rischio alto: Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Veneto.

Faida tra trapper, arresti a Milano. Baby Gang e Simba La Rue sono stati arrestati insieme a 9 componenti dell’entourage.

La marcia su Roma. La seconda puntata della serie firmata dallo storico Claudio Fracassi. In questi giorni in Spagna è stata approvata una legge per punire l’apologia di franchismo.


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