UCRAINA, I RAZZI E LA DIPLOMAZIA: SPIRAGLI DI UNA TRATTATIVA. Tre esplosioni hanno colpito oggi due impianti energetici nella regione ucraina di Leopoli: alcune zone della città sono senza elettricità. I droni russi hanno invece attaccato la centrale termoelettrica di Ladyzhyn, nell’Ucraina centro-occidentale. Kiev ha chiesto ai suoi cittadini di limitare l’uso della corrente elettrica. Non si fermano, dunque, le ritorsioni di Mosca dopo l’attacco dell’altro giorno al ponte di Crimea, mentre i corpi di sei persone sono stati trovati sotto le macerie di un condominio di Zaporizhzhia, colpito ieri da un missile russo. Fondamentale sarà vedere quanto dureranno gli attacchi per comprendere le reali intenzioni di Putin circa un possibile negoziato. Perché se da un lato la guerra sul campo va avanti (la Nato vuole incrementare ulteriormente la produzione di armamenti per restare al fianco dell’Ucraina, mentre l’Ue addestrerà altri 15mila soldati di Kiev), dall’altro si registrano timide aperture diplomatiche. Secondo l’agenzia di stampa Tass, la Russia sarebbe pronta a considerare un’eventuale proposta di incontro tra Putin e Biden durante il G20 del 15 e 16 novembre in Indonesia. E giovedì, ad Astana, a margine del summit sull’Asia centrale, è previsto un vertice tra il presidente russo e quello turco Erdogan. Una netta chiusura a ogni trattativa è arrivata piuttosto dal presidente ucraino Zelensky che, collegandosi oggi con il G7, ha semmai chiesto uno scudo aereo. Al momento i servizi britannici non hanno raccolto alcun segnale concreto del fatto che la Russia stia valutando l’uso di armi nucleari. Russia che oggi ha messo al bando Meta, quindi Facebook e Instagram. Sul Fatto di domani, oltre agli aggiornamenti dal campo, intervisteremo due voci molto autorevoli dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che ci daranno conto delle trattative di pace (più o meno sotterranee). Ospiteremo, poi, una lettura di Barbara Spinelli.
LA GUERRA PER LA PACE, I FRONTI ITALIANI OPPOSTI TRA MANIFESTAZIONE E SIT-IN. Nel nostro Paese continua, invece, la battaglia (anche) mediatica tra chi cerca soluzioni concrete per porre fine al conflitto in Ucraina e chi grida indistintamente contro i “filo-putiniani”. “Usano in modo vergognoso quest’accusa come una clava per soffocare qualsiasi democratico confronto”, ha detto oggi il leader del M5S, Giuseppe Conte, durante l’assemblea congiunta dei nuovi parlamentari eletti del Movimento. Come abbiamo avuto modo di raccontare oggi, in realtà il fronte pacifista è molto variegato e s’interroga sulle possibili date per una grande manifestazione di piazza (sul giornale di domani vedremo, anche graficamente, quali e quante sono le proposte avanzate). Sull’altro versante, il Pd, che sceglie di partecipare giovedì prossimo al sit-in davanti all’ambasciata russa di Roma annunciato da Marco Bentivogli e organizzato con Movimento europeo azione nonviolenta, Base Italia e LiberiOltre. Ma protestare contro Putin davanti a una sede diplomatica ha un significato ben diverso dal chiedere al governo italiano di attuare tutte le iniziative necessarie al cessate il fuoco. Non lo diciamo solo noi, lo dice Papa Bergoglio, come leggerete domani nell’intervista a Gianfranco Rosi, il regista che ha realizzato un documentario dopo aver seguito il Pontefice negli ultimi mesi.
CHI PAGA E CHI BRINDA: “GLI USA SI ARRICCHISCONO CON LA CRISI DEL GAS”. Non tutti i Biden vengono per nuocere (agli americani) e ieri il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, è andato giù pesantissimo: “Non possiamo accettare che gli Stati Uniti ci vendano il loro gas a un prezzo quattro volte superiore. Il conflitto in Ucraina – ha spiegato – non deve sfociare in una dominazione economica americana e in un indebolimento dell’Unione europea”. È evidente che la partita in ballo è enorme e gli interessi statunitensi ed europei sono diversi. Sul Fatto di domani capiremo quanto sta giovando all’economia Usa la gestione di questa guerra. Qualcuno se ne sta accorgendo, l’Italia ancora no: è di stamattina una telefonata tra il premier Draghi e Zelensky, nella quale il primo ha ribadito al secondo l’appoggio incondizionato del nostro Paese. Il ministro della Difesa Guerini sarà domani al vertice Nato. E tutto fa pensare che, se dopo di lui alla Farnesina siederà l’attuale presidente del Copasir, Adolfo Urso, la linea non cambierà. Così come la nostra economia, in caduta libera: nel documento programmatico di Bilancio inviato oggi a Bruxelles, il governo uscente parla di recessione. E il Fondo Monetario Internazionale alza le stime (+ 3,2% il Pil per il 2022) ma ci avverte: “Il peggio deve arrivare, occorre sostenere i più deboli”.
POLTRONISSIMA, DESTRA BLOCCATA SU CAMERA E SENATO. Sono passati 16 giorni dal 25 settembre e il centrodestra ancora non trova la quadra per il nuovo governo. Siamo sempre lì, alla ricerca dei nomi per la presidenza di Camera e Senato per poi riempire anche le caselle ministeriali. Oggi giornata di incontri, prima tra i rappresentanti delle anime della coalizione, poi Silvio Berlusconi che scende a Roma per piazzarsi a Villa Grande assieme allo stato maggiore di Forza Italia. “Stiamo lavorando per Roberto Calderoli al Senato”, sostiene Riccardo Molinari della Lega. Il problema è che Meloni su quella poltrona ci vede La Russa. Ma nel Carroccio si lavora anche all’ipotesi Giorgetti al ministero dell’Economia, ma anche qui Fratelli d’Italia vorrebbe un tecnico, in continuità con Draghi (Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, aveva detto no). Poi ci sono i desiderata azzurri: Sviluppo economico per Antonio Tajani e Sanità o Istruzione per la fedelissima Licia Ronzulli (che si accontenterebbe anche del Turismo). Nel pomeriggio, poi. l’incontro Slvini e Berlusconi. Sul giornale di domani il racconto delle trattative.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Quel gran maestro di Formigoni. L’ex presidente lombardo sconterà ai servizi sociali quel che resta della pena inflitta per corruzione al termine del processo Maugeri-San Raffaele. Come? Andrà a insegnare italiano alle suore straniere.
Mica solo il Covid, spiccioli per la sanità. Il quinto rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale è impietoso: “La pandemia ne ha confermato il cagionevole stato di salute, facendo emergere l’imponente depauperamento del personale sanitario e la fragilità dell’assistenza territoriale”. L’Italia è al sedicesimo posto in Europa e ultima tra i Paesi del G7 quanto a spesa pubblica pro capite. Guarda il nostro video su Fq Extra. Intanto il virus continua a galoppare: 65.925 i nuovi casi, mentre i morti sono 80. Il tasso di positività sale al 19,8%.
L’inedito dei Queen (con Mercury annesso). Roger Taylor e Brian May lo avevano annunciato a giugno: “Abbiamo trovato una piccola chicca di Freddy”. Tra due giorni uscirà il brano “Face it alone”. Lo abbiamo ascoltato per voi.