Il Fatto di domani. “Pronti”, anzi no: Salvini, Meloni e B. alla trattativa finale. Diplomazia, Biden arretra e Putin sceglie Erdogan

Di FQ Extra
12 Ottobre 2022

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AL GOVERNO SÌ, MA CON CHI? CENTRODESTRA NEL PANTANO, E MELONI EVITA SALVINI. Di sicuro, c’è solo il gran ritorno di Silvio Berlusconi al Senato. Domani infatti debutteranno i nuovi eletti a Montecitorio e Palazzo Madama, mentre il centrodestra annaspa ancora nelle trattative sulla composizione del governo. In mattinata sembrava fatta per Ignazio La Russa alla presidenza del Senato e Riccardo Molinari al vertice della Camera. Poi lo stesso La Russa ha smentito Fazzolari (braccio destro di Meloni), smontando le certezze per i due rami del Parlamento. Resta lo stallo su nomi e poltrone: Licia Ronzulli (protetta di Silvio) è solo una delle spine nel fianco della premier in pectore. Berlusconi vuole mettere le mani sul ministero dello Sviluppo economico e della Giustizia: la prima casella per proteggere l’impero televisivo; la seconda per abolire la legge Severino. Il Caimano infatti rischia la condanna per corruzione giudiziaria nel processo Ruby Ter. In tal caso – come in un déja-vu – decadrebbe dal Senato (accadde nel 2013 per via della condanna per frode fiscale). Anche Salvini gioca la sua partita e non desiste sul Viminale. La linea uscita dal federale della Lega di oggi ribadisce il concetto: il partito vuole occuparsi di economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia, “sappiamo come farlo e con chi farlo”. I tre leader avevano promesso di chiudere la squadra in un vertice nella villa romana di B., ma poi Giorgia Meloni ha anticipato la visita (mentre Salvini era impegnato con il federale) ed è andata via senza incrociare il segretario leghista. Sul Fatto di domani vedremo com’è finita.


LETTA-CONTE: GUERRA DI POSIZIONE NEL CAMPO PACIFISTA. INTERVISTA A CHIARA APPENDINO. Domani il Partito democratico parteciperà a due sit-in. Prima davanti all’ambasciata dell’Iran contro la repressione, poi a quella russa contro Putin. Uno dei motivi dell’iniziativa dem è non lasciare a Giuseppe Conte il mare dei consensi nella sinistra e tra i pacifisti. Ma la linea spacca il partito: lo vedremo sul Fatto di domani, alla luce della prima riunione dei gruppi parlamentari dem che si è svolta oggi. Anche Moni Ovadia è intervenuto sulla questione, per fare chiarezza: “Se Conte non avesse lanciato la sua manifestazione per la pace, il Pd non avrebbe mai fatto un sit in all’ambasciata russa. È chiaramente un’iniziativa strumentale”. Leggerete domani su questi temi un’intervista alla neo-deputata 5S Chiara Appendino. La mappa delle iniziative pacifiste convocate al momento l’abbiamo ricordata sul Fatto di oggi: tra il 21 e il 23 ottobre scende in piazza Rete Pace e Disarmo. Pochi giorno dopo l’incontro “Grido per la pace” della Comunità di Sant’Egidio con Mattarella e Macron (Papa Francesco chiuderà il 25 ottobre). Il 28 la mobilitazione a Napoli capeggiata dal governatore campano Vincenzo De Luca. Nella polifonia delle voci pacifiste, il Vaticano resta in prima fila: “Ognuno vuole fare un po’ il protagonista, già questo è un segno che la pace non c’è”, ha detto il cardinale Pietro Parolin. E il Papa ha parlato ancora di stop alla violenza. Torneremo domani anche sull’appello firmato da ex diplomatici italiani per una soluzione al conflitto che passi dalla neutralità di Kiev.


DIPLOMAZIA: BIDEN RALLENTA SULL’INCONTRO CON PUTIN, ERDOGAN CAVALCA LA MEDIAZIONE. Il presidente Usa ha reagito con freddezza all’idea di incontrare Putin al G20 del 15 e 16 novembre. “Dipende da cosa vuole discutere”, ha dichiarato in una intervista alla Cnn. Un modo per dire no, o per dettare altre condizioni. Sul piatto c’è anche il rilascio di Brittney Griner, la cestista americana condannata in Russia a 9 anni di carcere per avere trasportato nei bagagli olio di hashish. Per il resto, Washington ribadisce che le trattative sul cessate il fuoco in Ucraina devono coinvolgere Kiev. Sul Fatto di oggi il diplomatico americano Richard Boucher ha spiegato perché sarebbe più efficace un’iniziativa diplomatica al livello dei ministri degli Esteri. Dopo aver definito Putin un assassino ed evocato lo scenario di un possibile Armageddon nucleare, Biden ora dice di considerare il capo del Cremlino un attore “razionale” che “ha sbagliato i calcoli” e di non credere che userà armi nucleari. A incontrare Putin sarà, comunque, il leader turco Erdogan, a un vertice nella capitale del Kazakhstan Astana domani. Ankara e Mosca anticipano che si parlerà di “una mediazione concreta”. Sul Fatto di domani seguiremo le ultime mosse sul fronte diplomatico. Vedremo anche i risultati del summit dei ministri della Difesa dei Paesi Nato a Bruxelles oggi, con Svezia e Finlandia. Il quotidiano tedesco Spiegel ha anticipato che 13 Paesi sarebbero d’accordo a finanziare uno scudo antimissile europeo, proposto da Berlino: l’Italia non è nell’elenco, la Francia e la Polonia sarebbero contrarie. Intanto, i servizi russi hanno comunicato di aver arrestato 8 persone coinvolte nell’attacco al ponte di Crimea (altre 4 identificate), per il quale sarebbero stati usati quasi 23 mila chili di esplosivo. Mosca ritiene che la mente dell’operazione sia il capo degli 007 ucraini.


GAS, ALTRA SETTIMANA DI SCONTRI NELL’UE. GERMANIA E OLANDA CONTRO IL PRICE CAP. La prossima puntata dello scontro europeo sull’energia è prevista tra una settimana, quando la Commissione presenterà il suo piano sull’energia. Germania e Olanda serrano i ranghi e confermano la contrarietà a un tetto al prezzo del gas generalizzato con un documento non ufficiale in cui aprono agli acquisti comuni di gas per gli stoccaggi e a una revisione, su base volontaria, del modello di formazione dei prezzi (la borsa Ttf di Amsterdam), ma non fanno nessun accenno al price cap. O meglio, contemplano solo il tetto limitato al metano russo via gasdotto (già ridimensionato nei fatti). Però sul suo piano nazionale Berlino va avanti e promette ai tedeschi che lo Stato pagherà le loro bollette di dicembre. Putin oggi ha definito il price cap “un imbroglio” e promesso di interrompere le forniture a chi lo applicherà, mentre asserisce di essere pronto a reindirizzare il metano destinato all’Europa verso il Mar Nero, creando un grande hub del gas in Turchia.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Dell’Utri, no al sequestro dei beni. La Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha respinto la richiesta di confisca dei beni dell’ex senatore di Forza Italia, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I magistrati hanno ritenuto “insussistente” la sproporzione fra le ingenti ricchezze di Dell’Utri e la sua capacità di reddito, sebbene siano emersi frequenti rapporti economici e finanziari con Silvio Berlusconi.

Terremoto de l’Aquila, “colpa delle vittime”. In un procedimento sui risarcimenti per i 309 morti del sisma del 6 aprile 2009, la giudice ha stabilito il concorso di colpa delle vittime perché non hanno lasciato le loro case dopo le prime due scosse. I familiari delle vittime hanno risposto con stupore e indignazione.

Ita, il Tesoro sfiducia Altavilla. In vista della vendita della compagnia aerea, il Consiglio d’amministrazione ha privato il presidente delle deleghe operative, assegnandole all’ad Fabio Lazzerini. Decisivo il voto dei 6 consiglieri in quota ministero dell’Economia.

Calcio, un esercito di troll per diffamare i critici del Psg. L’esclusiva su FQ Extra. Un’inchiesta di Mediapart e del consorzio Eic, di cui fa parte il Fatto, ha scoperto che la società proprietaria della squadra francese avrebbe assoldato un “esercito digitale” per screditare i suoi stessi giocatori. Nel mirino anche Mbappé e Neymar.


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