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L’ULTRACONSERVATORE FONTANA PRESIDENTE DI MONTECITORIO: “OMOFOBO E PRO PUTIN”. L’ultra conservatore Lorenzo Fontana è il nuovo presidente della Camera. Dopo il non voto di ieri per Ignazio La Russa, Forza Italia ha sostenuto il candidato della Lega. Fontana ha ricevuto 222 voti, ma all’appello ne mancano 14 del centrodestra che conta 237 seggi (assente il forzista Orsini per Covid). Il M5s ha votato compatto Cafiero De Raho, il suo candidato di bandiera. Cecilia Guerra (il nome del Pd) ha incassato 77 preferenze (7 in meno degli 84 deputati del centrosinistra). Sul Fatto di domani analizzeremo i numeri per capire se la maggioranza è salda e se – all’opposizione – qualcuno continui a giocare sporco corteggiando Meloni (dopo la stampella offerta ieri a Ignazio La Russa). In tal caso, buone notizie secondo Calderoli: “C’è una maggioranza più ampia di quella uscita dalle urne”. Il cattolico Fontana ha citato subito Papa Francesco, “riferimento spirituale” della “maggioranza” degli italiani. Il suo discorso vola su Tommaso D’Aquino e il beato Carlo Acutis fino a Umberto Bossi, soffermandosi sull’importanza dell’autonomia regionale. Nessun accenno a diritti civili e a Putin, vecchio punto di riferimento. L’attuale terza carica dello Stato infatti si era distinta in passato per le magliette con l’effigie dello zar russo e le bordate contro la galassia Lgbtq+. In Aula il deputato Alessandro Zan – autore del ddl contro la violenza di genere – ha esposto uno striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”. Domani leggerete il ritratto del presidente leghista e l’analisi del suo discorso.
CENTRODESTRA, LO SCOGLIO DEL GOVERNO E LA MINA BERLUSCONI. Superati gli ostacoli di Palazzo Madama e Montecitorio, il centrodestra ora affronta il tornante della formazione del governo. Le consultazioni al Quirinale potrebbero iniziare il 20 ottobre. Prima Meloni deve disinnescare la grana Forza Italia, però, che medita di partecipare in solitudine ai colloqui con Mattarella. All’orizzonte, nessun ministero per Licia Ronzulli, schiantata contro il veto della premier in pectore. Per l’ancella berlusconiana si profila il ruolo di capogruppo al Senato. Ma la “lista della spesa” di B. è lunga: ieri i fotografi hanno immortalato una pagina della sua agenda incautamente aperta, con gli appunti e i desiderata del leader forzista. Al netto degli improperi rivolti a Meloni (“supponente, prepotente, arrogante e offensiva”), di fatto Silvio è rientrato in partita con il voto a Fontana e avanza le richieste di sempre: garanzie sulle tv e sulla giustizia. Dunque il ministero di via Arenula (in pole Paolo Sisto e Elisabetta Casellati) e quello dello Sviluppo economico. Non è detto che Meloni voglia accontentarlo. Sul Fatto di domani seguiremo le ultime trattative in corso. Intanto Salvini veste l’inedito ruolo del mediatore e ostenta ottimismo: “Verso un accordo su tutto, governeremo per 5 anni”. E scherza con i cronisti su Giorgetti all’Economia: “Sta già preparando la legge di bilancio”. Molti si chiedono se il futuro governo avrà il volto sovranista di Lorenzo Fontana, oppure il tratto draghiano di Giorgetti. Di sicuro, al dicastero dell’Economia non sono ammessi passi falsi. Come insegna la parabola di Liz Truss nel Regno Unito (ne parliamo oggi nell’inserto Il Fatto internazionale).
IL “SUSSIDISTAN” PRODUCE MENO LAVORO NERO. PARLA IL SEGRETARIO UIL BOMBARDIERI. Il Covid ha fatto male all’economia sommersa e i sussidi al Reddito non aumentano il lavoro nero. Si può sintetizzare così il report pubblicato oggi dall’Istat sulla cosiddetta “economia non osservata” in Italia. Nel nostro Paese, il giro d’affari delle attività economiche illegali o irregolari nel 2020 è crollata del 14,1%. Si riduce a 174,6 miliardi di euro complessivamente, il 10,5% del Pil nazionale: sempre un’enormità, ma in calo di 30 miliardi rispetto al 2019 pre-pandemico. La pandemia e il lockdown hanno inciso sulla contrazione dell’economia illegale, soprattutto per la riduzione del traffico di stupefacenti e dello sfruttamento della prostituzione. Ma il dato interessante riguarda il lavoro nero: le prestazioni professionali irregolari stimate nel 2020 sono state meno di 3 milioni, calando di circa 660 mila unità rispetto al 2019. A dimostrazione, e lo vedremo più nel dettaglio sul Fatto di domani, che la storia del “Sussidistan”, come è stato dipinto il 2020 da confindustriali e centristi, secondo la quale le persone prendevano i 600 euro di reddito d’emergenza dall’Inps o il Rdc e poi lavoravano in nero, era una narrazione falsa. Quanto alle prospettive economiche per il prossimo futuro, la Banca d’Italia oggi ha riconosciuto che “c’è un forte rallentamento dell’economia dopo un anno migliore del previsto”. Il problema, ha detto il presidente dell’istituto Ignazio Visco, è l’alta inflazione.
UCRAINA, PUTIN ANNUNCIA: “MOBILITAZIONE COMPLETATA”. Tra due settimane terminerà la campagna di arruolamento militare iniziata dal Cremlino e non sarà necessaria una coscrizione aggiuntiva. Parola di Putin, che ha parlato oggi dalla capitale del Kazakistan Astana. Il presidente russo ha aggiunto che dei 300 mila militari aggiuntivi ne sono stati mobilitati 223 mila, di cui 16 mila sarebbero già stati dispiegati in Ucraina. L’intervento di Putin è stato ad ampio spettro: ha parlato del gas (su cui i leader europei anche oggi non hanno trovato un accordo sul tetto ai prezzi), ha accusato l’Occidente di volere un’escalation militare, e ha affermato che l’interesse della Russia non è distruggere il Paese ma, dal suo punto di vista, rispondere alla minaccia Nato. “Voglio chiarire. Quello che sta accadendo oggi è, per usare un eufemismo, spiacevole, ma avremmo avuto la stessa cosa un po’ più tardi, solo in condizioni peggiori per noi. Stiamo agendo in modo corretto e tempestivo”, ha dichiarato Putin, negando di avere rimpianti per l’invasione e dando la colpa dello stallo dei negoziati a Kiev. Sul Fatto di domani continueremo anche a parlare di pace e delle iniziative italiane che si stanno preparando. Oggi l’Anpi, in una conferenza di presentazione delle iniziative per il centenario della Marcia su Roma, ha annunciato che prenderà parte anche alle manifestazioni per la pace convocate dalla Rete pace e disarmo con altri. I primi appuntamenti tra il 21 e il 23 ottobre in varie città, l’altro grande evento sarà la manifestazione nazionale a Roma il 5 novembre. Di questi temi parleremo anche con lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
“Giggino ‘a purpetta” ai domiciliari. Decaduto dalla carica di Senatore, Luigi Cesaro è stato raggiunto dalle misure cautelare, nell’ambito dell’inchiesta della Dda e del Ros di Napoli su un presunto patto politico-mafioso a Sant’Antimo, Napoli. Finora Palazzo Madama aveva negato l’autorizzazione a procedere.
Che c’è di Bello. Nell’inserto culturale del sabato troverete un’intervista a Joshua Cohen, Pulitzer 2022 per il romanzo I Netanyahu sulla discutibile ascesa della famiglia di Bibi, una recensione della serie Tutto chiede salvezza su Netflix, del nuovo libro di Toni Morrison in uscita in Italia (Recitativo) e dell’adattamento contemporaneo del trittico di Euripide da parte del Teatro dei Borgia.
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