LO SCONTRO CON MELONI DILANIA FORZA ITALIA. TUTTI I “RICATTI” DI B., LA STORIA. Dopo la “furia”, la mano tesa a cercare una pacificazione. Anche perché, il tempo incalza e la lista dei Ministri va preparata (qui le ultime quotazioni). Le consultazioni si apriranno la prossima settimana, il 20 o 21 ottobre. Dopo la frecciata all’indirizzo dell’ex Cavaliere di ieri sera (“non sono ricattabile”), oggi Giorgia Meloni manda avanti Raffaele Fitto, che dice di non dubitare che l’accordo si troverà e che il governo di centrodestra non avrà bisogno dei voti di Calenda e Renzi per stare in piedi. Parole di conciliazione arrivano parallelamente dal forzista Gasparri. La leader di Fratelli d’Italia su Twitter mantiene la posa della responsabilità, con un’allusione solo indiretta allo scontro con FI: “Il nostro impegno sarà per unire la Nazione, non per dividerla come sta tentando di fare qualcuno. L’Italia e gli italiani devono tornare a correre, insieme”. E in veste di ambasciatore di pace si presenta addirittura Matteo Salvini, che si dice sicuro che “tra Giorgia e Silvio tornerà l’armonia fondamentale per governare”. Del resto, la Lega per ora non ha nulla per cui puntare i piedi. La rottura tra B. e Meloni, però, spacca soprattutto Forza Italia. Trapela per la priva volta l’irritazione di Marina Berlusconi contro Licia Ronzulli, colpevole di aver guidato il partito contro il muro per le sue ambizioni da ministra. Una faida interna potrebbe fare comodo a Meloni per assicurarsi una stabilità per la sua maggioranza. Sul Fatto di domani vedremo volti, ruoli e intenzioni dei protagonisti dello scontro. Ricorderemo poi che questa non è la prima volta che i rapporti tra la leader di Fratelli d’Italia e B. si incrinano. Inoltre, sul tema della “ricattabilità” ripercorreremo la lunga storia dei dossieraggi e dei siluramenti che il Caimano ha inflitto agli alleati che l’hanno abbandonato quando era al potere. Su FQ Extra è disponibile lo speciale di Marco Travaglio Storia di B., da ascoltare in podcast.
IL PD ALLA PROVA DEL PACIFISMO: LA PIATTAFORMA DEL 5 NOVEMBRE E LE MOSSE DEM. Mentre Enrico Letta e Meloni (in Germania per il congresso Spd) ingaggiano il solito battibecco su chi “divide” e chi unisce il Paese, la Rete italiana pace e disarmo ha pubblicato la piattaforma della manifestazione del prossimo 5 novembre. Si chiamerà “Europe for peace” e, oltre a condannare l’aggressione russa, chiederà il cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato tra le parti in conflitto in Ucraina. Oggi i proponenti hanno incassato l’adesione di Articolo 1, la formazione di Bersani e Speranza che fa da ala sinistra al Partito democratico. Ieri aveva aderito anche Sinistra italiana di Fratoianni, candidata in coalizione con i dem. Scontata la partecipazione di Giuseppe Conte e del M5s, visto che era stato lo stesso leader a invocare una manifestazione per la pace senza bandiere settimane fa. Al momento nessuna notizia dal Pd. Il giorno del sit-in sotto l’ambasciata russa il segretario Letta aveva dichiarato che l’iniziativa del 5 novembre “ci interessa”, ma niente di più. Sul Fatto di domani vedremo quali sono le correnti di pensiero dentro i dem, a proposito di pace.
NUOVI CARICHI DI ARMI VERSO KIEV. ZELENSKY RINGRAZIA. LA CINA VERSO IL CONGRESSO CHE INCORONA XI. Dopo l’incontro tra Putin ed Erdogan in Kazakistan, la Turchia ha aperto i contatti con l’Ucraina, con una telefonata tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba. Sul campo di battaglia, intanto, oltre alle notizie regolari di bombardamenti, Kiev ha annunciato che l’esercito russo ha giustiziato il direttore della Filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko perché si era rifiutato di dirigere un concerto in omaggio all’occupazione. Proprio la zona di Kherson sarebbe il nuovo fronte della controffensiva ucraina, anche se Mosca nega perdite territoriali. Le autorità filorusse della regione hanno affermato che il contrattacco sarebbe completamente fallito. Dopo la notizia del nuovo stanziamento Usa da 725 milioni di dollari in aiuti militari (Zelensky ha ringraziato per il “regalo”), e il dossier pubblicato sul Fatto di oggi sull’aumento della spesa militare per droni armati in occidente, sul giornale di domani torneremo ad analizzare i flussi di armamenti diretti verso il fronte. Ci sposteremo poi in Cina, dove domani comincerà a Pechino il XX congresso del Partito comunista che secondo tutte le attese rinsalderà la stretta di Xi Jinping sul Paese. Leggerete a questo proposito un’analisi della sinologa Alessandra Colarizi della rete China Files.
ITA, NUOVO COLPO DI SCENA. IL DOSSIER VA DRITTO VERSO MELONI. Tra i dossier spinosi lasciati in eredità dal governo Draghi c’è anche quello della vendita di Ita Airways. La compagnia, che ha compiuto un anno di vita, si trova in mezzo a un un nuovo colpo di scena. Il collegio sindacale della compagnia aerea ha bocciato la decisione del 12 ottobre dei sei membri del cda e dell’amministratore delegato di revocare le deleghe operative al presidente Alfredo Altavilla, per assegnarle all’ad Fabio Lazzerini. Tutto questo mentre il Mef confermava che dal suo punto di vista la revoca è già entrata in vigore. Al netto del rebus normativo, la questione è rilevante perché potrebbe rimettere in discussione il dossier della vendita, su cui il governo Draghi si era affrettato nelle scorse settimane a chiudere un accordo con la cordata Certares-Air France. La nuova querelle legale potrebbe rallentare ulteriormente il dossier e costringere Meloni e i suoi a doversene occupare. Anche perché Lufthansa, la contendente bocciata, ha già lanciato un segnale di fumo: “Se c’è un cambio di opinione in Italia sono disponibile a volare laggiù ogni giorno, ma deve essere una piena privatizzazione come inizialmente considerato”, ha detto l’ad del gruppo tedesco. Sul Fatto di domani vedremo quali opzioni avrà di fronte il nuovo governo.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
La Russa e il sesso. Un’antologia a cura di Claudio Sabelli Fioretti.
Covid, i dati di oggi. Sono 38.969 i nuovi casi di Covid e 73 i morti nelle ultime 24 ore in Italia secondo i dati del Ministero della salute sulla situazione del contagio. Sul giornale di domani faremo un bilancio delle cure con antivirali.
Iran, un mese di proteste. Altri video diffusi dagli attivisti mostrano le forze di sicurezza iraniane che aprono il fuoco dai tetti nella regione di Zahedan: un bloody friday con decine di morti.
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