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MELONI-BERLUSCONI, PACE AL VERTICE. QUANTO VALE LA PRESA DEL CAIMANO SUL GOVERNO. Il Cavaliere va a Canossa, così in Fratelli d’Italia si racconta l’incontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni di oggi pomeriggio, che doveva chiudere lo scontro della settimana scorsa sui posti di governo, e scoppiato dopo il mancato voto di FI a Ignazio La Russa al Senato. Un faccia a faccia riservato, senza altri mediatori presenti. Il cambio di passo si vede anche da un dato: per la prima volta è il leader di Forza Italia a essersi recato nella sede di FdI in Via della Scrofa per cercare una tregua. Intorno i cosiddetti “pontieri” e una fila di dichiarazioni allineate. In FdI sono Lollobrigida e Crosetto a invitare gli alleati alla compattezza per un governo senza ambiguità. A loro si è aggiunta la voce del neo eletto presidente del Senato La Russa (che si era beccato in aula il “vaffa” da B.), che diceva di augurarsi che l’incontro andasse bene. Anche tra i berlusconiani la linea dura di Micciché, che in un’intervista minacciava l’appoggio esterno, è superata dai fatti, visto che la stessa Licia Ronzulli, soggetto del contendere secondo tutti i retroscena, addirittura negava che il caso fosse mai esistito. A conclusione dell’incontro, in serata, la pace sembra fatta. Il centrodestra andrà compatto alle consultazioni di Mattarella e parlano di “unità d’intenti”. Sembra di capire che non ci siano più ostacoli per la formazione rapida del governo. Sul Fatto di domani vedremo quali sono stati i veri oggetti del contendere (il destino di Mediaset, il ministero della Giustizia) e come si delinea la prossima squadra di governo. In tema di opposizione leggerete anche un esclusivo sondaggio commissionato dal Fatto sulle preferenze degli elettori dem sul nome del prossimo segretario. Troveremo risultati in parte inattesi, che forse spiazzeranno Letta.
LA BOMBA SOCIALE DELLA POVERTÀ. L’APPELLO DI DON CIOTTI AL “FATTO”: NON INTERVENIRE È UN CRIMINE. La povertà in Italia non accenna a diminuire. A lanciare l’allarme è oggi il rapporto annuale della Caritas, che sulla base dei dati raccolti dai centri segnala un incremento del 7,7% degli assistiti rispetto al 2020, nonostante il 2021 sia stato un anno di ripresa economica. Il sondaggio Caritas indaga le nuove caratteristiche dell’indigenza in Italia. Il 23,6% degli assistiti ha un lavoro, ma non guadagnano abbastanza per mantenere un livello di vita dignitoso. Altri elementi preoccupanti sono l’abbassamento dell’età media dei poveri (indice di una diffusione della povertà minorile) e l’aumento dell’incidenza della povertà tra chi ha bassi livelli di istruzione. Il report analizza anche l’impatto del reddito di cittadinanza, che secondo i numeri copre solo la metà dei poveri assoluti del Paese. Leggeremo nei dettagli sul Fatto di domani, mettendolo in correlazione agli ultimi dati sul carovita. Perché se la povertà è aumentata anche in un anno di crescita economica, figuriamoci cosa accadrà nel 2022 con la crisi energetica che incombe sulle famiglie. Assoutenti ha elaborato i dati diffusi dall’Istat sull’inflazione e rilevato che i rincari costeranno in media 56,7 miliardi di euro. I prezzi, secondo l’associazione, hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 39 anni. E un altro dato mostra tutto il peso delle disuguaglianze: per le famiglie meno abbienti il rincaro sul paniere di beni sarà dell’11,6%, mentre per i ceti più ricchi l’inflazione percepita è meno dell’8%. Su questi temi, con la consueta passione interverrà sul giornale di domani Don Ciotti, che intervistiamo.
IL MINI PRICE CAP DELLA COMMISSIONE UE. UCRAINA, LA GUERRA DEI DRONI PIOVE SU KIEV. Sta per arrivare il momento in cui la Commissione svelerà il suo piano energia per affrontare l’inverno. Circolano già alcune bozze che mostrano un progetto indebolito dai veti incrociati e interessati degli Stati membri. La Commissione europea propone “di dotare l’Ue degli strumenti giuridici per l’acquisto congiunto di gas”. La proposta è una piattaforma comune che dovrebbe coordinare il riempimento degli stock nazionali con una partecipazione obbligatoria degli Stati membri e poi all’impegno a ridurre i consumi fino al 15% in caso di emergenza. Sul fronte del tetto al prezzo del gas, però, la proposta cerca di mettere d’accordo tutti e quindi appare irrealizzabile: si scrive per esempio che sarà “di ultima istanza”, che durerà solo tre mesi e che sarà dinamico, calcolato sui valori del mercato di Amsterdam. Quel TTF che oggi ha chiuso a 127 euro al megawattora, valori di luglio. Va più spedito il sostegno europeo all’Ucraina. La riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue ha dato il via libera all’addestramento di 15 mila soldati ucraini nei Paesi Ue, oltre ad aver stanziato 500 milioni di aiuti militari, aumentando così il plafond dell’assistenza a Kiev a 3,1 miliardi. Dal campo di battaglia la notizia militare più rilevante sono i droni kamikaze piovuti sulla capitale ucraina, che avrebbero fatto 4 morti. La Farnesina ha raccomandato agli italiani di lasciare il Paese. Un aereo militare di Mosca si è schiantato su un edificio nel sud-est della Russia, a Yeysk. Testimoni riferiscono che il palazzo è in fiamme dal primo al nono piano. Sul Fatto di domani continueremo a seguire questa mutazione tecnologica della guerra con un’intervista a Marine Miron, esperta di droni militari del Kings College di Londra. Intanto i filorussi hanno annunciato un nuovo scambio di prigionieri con le forze ucraine: 110 per parte.
Vakil: “Social e attenzione del mondo danno forza alla rivolta in Iran”
di Sabrina Provenzani
Il consiglio Europeo degli Affari esteri ha varato un pacchetto di sanzioni contro esponenti del potere politico di Teheran per la dura repressione delle proteste che da settimane scuotono il Paese sull’onda dell’indignazione per la morte di Mahsa Amini. Su FQ Extra vi proponiamo l’intervista a Sanam Vakil, vice direttrice del Programma di Studi sul Medio Oriente e Nord Africa di Chatham House, il principale think tank di geopolitica e relazioni internazionali del Regno Unito. Segue con estrema attenzioni gli sviluppi delle proteste in Iran, e in questa intervista ci fornisce alcune chiavi di interpretazione del movimento e della fase politica del Paese.
Vakil, cosa la colpisce di questa protesta?
Direi la varietà dei gruppi che la alimentano. Ci sono sono tre scollamenti rilevanti rispetto al passato: la rivolta e il ruolo di ragazze giovanissime, studentesse delle superiori, che è una novità interessantissima; l’adesione della classe media; la partecipazione delle minoranze etniche. La diffusione delle proteste in tutto il paese è importante ma non è un fenomeno nuovissimo, lo abbiamo visto anche nel 2017 e 2019, ma quello che mi colpisce è che stiano continuando, siano ormai nella quarta settimana. Questo fa pensare che il governo abbia deciso di non portare avanti la repressione con la brutalità che ci aspettavamo: credo che i vertici abbiano voluto assumere una posizione più ‘progressista’, di permettere una qualche forma di opposizione, nella speranza che la rivolta si spegnesse da sola. Un ruolo importante lo ha giocato l’attenzione del mondo, la diffusione sui social globali delle immagini di repressione: neanche il regime iraniano vuole che il mondo li veda ammazzare giovani ragazze. Non solo Mahsa Amini ma le altre giovanissime vittime, e le bugie costruite attorno alla loro morte: credo li abbiano indotto a limitare la violenza. Ma ora mi aspetto che la repressione arrivi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ruby ter, parola alla difesa. Gli avvocati di Berlusconi hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito perché “parte offesa di tentativi di estorsione da parte delle ragazze”.
Morta Rita Calore, madre di Stefano Cucchi. L’avvocato Anselmo: “Si è arresa per andare a riabbracciare il figlio mai perduto”.
“Rapiniamo il Duce”. Intervistiamo l’attore Filippo Timi, protagonista dell’ultimo film di De Maria presentato alla Festa del cinema di Roma.
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