Maurizio Gasparri ha riproposto un disegno di legge per modificare l’articolo 1 del Codice civile nel senso del riconoscimento della personalità giuridica del concepito. Questa modifica era stata già stata chiesta nel 2018, ma si ripropone ad ogni legislatura come da prassi.
È un vecchio vizio degli anti-choice voler considerare persona ciò che si forma quando lo spermatozoo entra nell’ovulo, perché quando si tratta del concepito è di questo che parliamo. Costoro si autodefiniscono pro-vita, ma in realtà si oppongono a qualunque autodeterminazione delle donne, e delle libere soggettività, tramite il controllo del loro corpo. E quindi di tutta la loro vita.
Si oppongono a che le donne possano abortire una volta incinte ma si oppongono anche alla contraccezione, quella quotidiana e quella di emergenza; si oppongono alle cure per le donne quando le cure possono danneggiare l’embrione, e poco importa se l’embrione o il feto siano vitali o no.
L’aborto è anche una cura e le donne possono morire per mancate o ritardate cure per via della presenza del battito fetale, o ricavarne un danno permanente. Gli anti-choice considerano che, essendo due vite uguali a tutti gli effetti, se la donna non è in punto di morte non si può interrompere la gravidanza. Anche la nostra legge, peraltro, la 194/78 parla di “grave pericolo di vita della donna” per l’interruzione oltre i 90 giorni, senza che la donna possa partecipare minimamente alla valutazione della gravità. Di conseguenza la cessione di porzioni sempre più grandi della nostra sanità alle istituzioni cattoliche ci spaventa non poco, per la protezione delle gestanti.
Questa spinta misogina interferisce con la contraccezione, che per costoro è la causa dell’aborto, in quanto fa pensare alla donna di poter scegliere. Non devi nemmeno pensarlo.
Qualunque gesto che vada nella direzione della scelta è loro nemico: niente profilattici, niente pillola, niente spirale, niente sterilizzazione chirurgica nemmeno dopo x tagli cesarei, nemmeno per donne malate per le quali il rischio sia altissimo. Le donne e le libere soggettività devono soggiacere all’eventualità di rimanere incinta nel momento in cui hanno attività sessuale.
E mentre costoro diffondono un’ideale di apparente purezza, in realtà cercano di sprofondare le donne in una sottomissione alla riproduzione della specie senza speranza di riscatto. La razza, la specie. Si dà personalità giuridica al concepito e la si toglie alle donne. Non dobbiamo permetterlo.
*Ginecologa, presidente dell’associazione Vita di Donna