Giorgia Meloni vuole completare entro domani la squadra di governo. Nel Consiglio dei ministri convocato per le 12 saranno indicati i sottosegretari e viceministri e poi i ministeri potranno iniziare a lavorare al completo e si potranno formare le commissioni parlamentari. Le quote dei partiti di maggioranza sono già state decise: sui 38 sottosegretari da nominare, 20 andranno a Fratelli d’Italia, 10 alla Lega e 8 a Forza Italia.
I nomi in pole per Fratelli d’Italia sono quelli dei fedelissimi di Meloni – Marcello Gemmato (Salute), Wanda Ferro (Interno), Galeazzo Bignami (Sviluppo), Giulio Terzi di Sant’Agata (Esteri) – ma la premier ha in testa un obiettivo: blindare il ministero della Giustizia con il responsabile di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove. Avvocato, Delmastro avrebbe il compito di “marcare” il ministro Carlo Nordio che su molti temi – dal carcere (leggere sopra) alle misure cautelari passando per la legge Severino – ha posizioni opposte rispetto a quelle di Fratelli d’Italia. L’obiettivo quindi sarebbe quello di far sì che Delmastro controlli l’operato del Guardasigilli. Non sarà facile: Nordio è in quota FdI e sia Forza Italia sia la Lega chiedono un posto di sottogoverno in Via Arenula. Forza Italia avrà il viceministro – Francesco Paolo Sisto – mentre la Lega spinge per Jacopo Morrone (o Giulia Bongiorno). L’idea di Meloni sarebbe quella di una formazione a tre sulla Giustizia: Sisto viceministro e Delmastro e Morrone sottosegretari. Ma gli altri partiti della maggioranza devono essere d’accordo sul fatto che i meloniani monopolizzino Via Arenula.
In Fratelli d’Italia infatti si fidano poco di Nordio, considerato un battitore libero e un iper-garantista sui temi della Giustizia. Non è un caso infatti che martedì, come ha raccontato il Fatto, il Guardasigilli abbia avuto un colloquio nella sala lettura della Camera proprio con Delmastro per spiegargli – quasi giustificandosi – la sua volontà di abolire l’abuso d’ufficio “come chiedono i sindaci di sinistra”: “È una riforma – ha detto Nordio – che serve dal punto di vista economico, perché sblocca la macchina amministrativa ed elimina la paura dei sindaci della firma che può portare ad avvisi di garanzia”.
Il resto della squadra di governo, invece, è confermata: oltre a Sisto, Forza Italia avrà un altro viceministro – Valentino Valentini allo Sviluppo economico – e Alberto Barachini con la delega all’Editoria a Palazzo Chigi. Un modo per Berlusconi di avere il controllo delle televisioni. Meloni vorrebbe fare qualche cambiamento per inserire più donne nella squadra, ma da Forza Italia spiegano che non accetteranno “altri veti”, anche se Meloni ha bocciato il calabrese Mangialavori, vicino a Ronzulli, per motivi “giudiziari”. La Lega invece avrà 10 posti da spartire, tra cui il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Al Viminale invece andrà il fedelissimo di Salvini, Nicola Molteni. La Lega nelle ultime ore sta chiedendo anche il Dipartimento per la Programmazione Economica (Dipe) di Palazzo Chigi. La premier invece piazzerà a Chigi Giovanbattista Fazzolari come sottosegretario con delega all’Attuazione del Programma e Alessio Butti alla Transizione digitale. Ma non nominerà troppi senatori: dopo i 9 ministri, la maggioranza a Palazzo Madama si troverebbe in difficoltà.