Il Fatto di domani. Meloni-Piantedosi, il duo all’attacco della giustizia. Le bollette possono aspettare, i tagli al Reddito di cittadinanza no

Di FQ EXTRA
4 Novembre 2022

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L’AUTOGOL DELL’ANTI-RAVE, LE BOLLETTE POSSONO ASPETTARE, IL REDDITO DI CITTADINANZA NO. È stato presentato in aula a palazzo Madama il decreto legge della discordia, quello che, tra le altre, contiene le norme per il contrasto dei rave illegali. E che però, come abbiamo visto, si presenta con una formulazione talmente ampia e sproporzionata da poter essere applicato a qualunque manifestazione. Il Pd ha annunciato che presenterà un emendamento per abrogarlo nel decreto aiuti ter, che è già in discussione alla Camera (questo per velocizzare i tempi di cancellazione, eventualmente) e ha chiesto agli altri partiti di sostenerlo. I dubbi sul testo sono sedimentati anche nel centrodestra, comunque, e nella maggioranza ormai sarebbero tutti d’accordo a modificare il testo per limitarne l’applicazione. Probabilmente anche per ridurre la pena massima da 6 a 4 anni, per evitare che si possano attivare le intercettazioni preventive. Sul Fatto di domani vedremo come cambierà il decreto e come il protagonismo del titolare del Viminale Piantedosi sta, di fatto, commissariando il ministro della Giustizia Nordio. Da domani, comunque, l’attenzione dovrà spostarsi sull’economia. Il Consiglio dei ministri si terrà nel tardo pomeriggio e si occuperà di licenziare la Nadef, la bozza di legge di bilancio che va approvata entro dicembre. Le anticipazioni dal palazzo dicono che sull’energia saranno impegnati circa 15 miliardi e che per il resto si manterrà prudenza. Però si parla anche di una (preoccupante) “manutenzione straordinaria” del Superbonus 110% e del Reddito di cittadinanza. Intanto l’Arera oggi dà una buona notizia alle famiglie: la bolletta del gas in regime di mercato tutelato scende di quasi il 13% rispetto al terzo trimestre 2022. La spesa quest’anno sarà comunque più alta del 67% rispetto all’anno scorso, e gli esperti ammoniscono che i prezzi tenderanno a salire ancora, con l’arrivo dell’inverno.


MELONI A BRUXELLES TRA RITI E MIGRANTI DELLA DISCORDIA. Oggi però Giorgia Meloni era a Bruxelles. Nella sua prima trasferta ufficiale, accompagnata da Fitto come ministro degli Affari europei, la presidente del Consiglio ha incontrato il trittico dei vertici dell’Ue: la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, quella della Commissione Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo Charles Michel. Prima, ha pranzato con Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. Le intenzioni di partenza erano combattive: “La voce dell’Italia in Europa sarà forte”, ha scritto Meloni sui social. E Fitto a ribadire: “Sarà l’avvio di un dialogo costruttivo e proficuo, dando rispetto e chiedendo rispetto”. Le dichiarazioni post-incontro non vanno oltre il “benvenuta presidente”, e la solita “sintonia” (Metsola: “siamo allineati”), ma dietro le quinte ci sono tutti i dossier che scottano: energia, modifiche al Pnrr, Ucraina e, non da ultimo, migranti. Tra tutti i temi forse il più spinoso, perché da tempo divide i 27 ma soprattutto è un cavallo di battaglia della propaganda della destra italiana. Dopo la direttiva che ha bloccato gli attracchi di tre navi ong con bandiere estere, è scoppiato ieri un caso diplomatico con la Germania. Berlino ha chiesto al governo di prestare soccorso ai 179 migranti a bordo della Humanity 1 (che batte bandiera tedesca). C’è stato uno scambio di lettere con la Farnesina e il Viminale, che assicurano di aver avviato verifiche e che prenderanno presto una decisione. Antonio Tajani da Berlino ha incontrato la sua omologa Baerbock e difeso la linea: “Abbiamo solo chiesto di rispettare le regole”.


INVESTIMENTI, CHIP E TERRE RARE: SCHOLZ A PECHINO “PER L’EUROPA”, O PER SÉ? Nelle cancellerie europee si discute però anche della visita del leader tedesco Olaf Scholz a Pechino, che comincerà domani. Scholz si è fatto precedere da un lungo intervento sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui ha scritto: “Quando mi reco a Pechino come cancelliere tedesco, lo faccio anche da europeo”, e ha aggiunto che i rapporti dell’Ue con la Cina devono cambiare. In senso negativo, chiaramente. Berlino vuole evitare l’errore commesso con la Russia e propone di eliminare le dipendenze sulle materie prime e le terre rare. I critici però gli contestano di fare proprio l’opposto, ossia di avviare una partnership esclusiva e pericolosa con Pechino, facendo prevalere gli interessi nazionali su quelli dell’Unione. Ne parleremo sul Fatto di domani. Dove continueremo ad occuparci anche degli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina. I russi hanno spostato la sede dell’amministrazione regionale della regione di Kherson più a sud, segnale che temono la controffensiva ucraina.


SABATO LA MANIFESTAZIONE PER LA PACE. AL FATTO PARLA RICCARDI (S. EGIDIO). “Rifiutiamo la logica delle armi e invertiamo la rotta, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione”: lo ha detto dal Bahrein il Papa, ma il pensiero è per tutte le guerre, quelle dimenticate come nello Yemen ma anche quelle sotto i nostri occhi come in Ucraina. Ancora una volta Bergoglio alza la sua (praticamente isolata, tra i capi di Stato) voce contro i conflitti e lo fa a due giorni da quella che in Italia sarà la grande manifestazione per la pace. Stamattina, in un editoriale su Avvenire, il cardinale Zuppi, presidente della Cei, si era rivolto direttamente ai giovani: “Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace”. Parole che stridono con quelle pronunciate, invece, dal presidente Mattarella in occasione della cerimonia di consegna delle decorazioni dell’Ordine militare: “La Repubblica ha testimoniato fermamente, con la sua politica estera, la vocazione di pace, in coordinamento con l’Onu e le iniziative dell’Ue e della Nato. Nello svolgimento di questa politica le Forze Armate hanno svolto un ruolo rilevante”. Sul Fatto di domani intervisteremo il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. L’appuntamento è, lo ricordiamo, per sabato 5 novembre alle 12 in piazza della Repubblica a Roma. Oltre 500 le sigle che hanno già aderito alla manifestazione. Sul nostro sito l’iniziativa dei nostri sostenitori a favore della pace. Sempre sabato a Napoli sfileranno i movimenti che si erano già trovati a Bologna il 22 ottobre per una convergenza sui temi del lavoro, dei diritti, del cambiamento climatico e della pace.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Lombardia, il centrosinistra diviso tra Moratti e Cottarelli. Dopo aver lasciato l’incarico da assessora, come abbiamo scritto Letizia Moratti si avvicina al centrosinistra. Ad accoglierla a braccia aperte c’è già in prima fila Matteo Renzi, intervenuto con i consueti metodi: “Se fossi nel Pd la chiamerei di corsa”. Tra i dem, che per ora chiudono all’ipotesi, si agita però un altro spettro, quello che doveva essere la punta di diamante della campagna elettorale di Letta, Carlo Cottarelli: “Se qualcuno venisse con un’offerta, ci penserei”, si è autoproposto.

Covid, non solo il bollettino: spariscono i dati grezzi. Questo costituisce un problema per chi, nel mondo della ricerca medica, deve elaborare grafici o proiezioni matematiche. Intanto slitta ancora lo stop alle multe per i non vaccinati: nel pacchetto di emendamenti del governo al dl Aiuti ter in discussione alla Camera non è incluso quello riguardante il congelamento delle sanzioni.

Intervista a Jeremy Rifkin. Intervistiamo l’economista e sociologo statunitense in vista della Cop27.


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