Di quel securo il missile tenea (manzonianamente) dietro al tweet di Enrico Letta che, martedì sera, mentre ancora s’indagava sull’origine dell’ordigno caduto in Polonia già marciava indomito “a fianco dei nostri amici polacchi”. Seguito da quel baleno di Carlo Calenda che, senza indugio alcuno, accusava “la follia russa generata dalle pesanti sconfitte”. Per carità, tutti possono sbagliare anche perché molto più dell’involontario incidente provocato da Kiev sono i cento missili scagliati in un sol giorno dai russi sul martoriato popolo ucraino che giustificano, e a iosa, l’indignazione di noi umani.
Però, è quando il grottesco scavalca la tragedia che sembra lecito interrogarsi sulla fregola di questa cosiddetta opposizione avida di spot, sul suo sgomitare parecchio indecente. Simile a quei tizi che guadagnano trafelati la testa del corteo funebre seminando le più sentite condoglianze su familiari e amici del defunto, che intanto si chiedono ma questo chi diavolo è? Il centrosinistra in modalità eiaculatio tweet precox si somma così a quello della Crusca, per settimane chino e pensoso su termini melonianamente sospetti come merito e sovranità. E a quello dei popcorn che, spaparanzato, trova il modo di consolarsi del proprio fallimento elettorale godendo sulle smarronate del governo di destra.
Trattasi, indubbiamente di una produzione rigogliosa e incessante di strappi istituzionali, gaffe e bestialità varie: bella croccante quella sull’efficacia dei vaccini espettorata dal sottosegretario alla Salute, nonché Fratello d’Italia, Marcello Gemmato. A cui l’opposizione del sempre meglio che lavorare risponde con il prestampato “dimissioni subito”, che in genere lascia il tempo che trova.
Ok, anche i Letta e i Calenda hanno diritto al loro reddito di cittadinanza anche se a una semplice domandina non dovrebbero sfuggire. Come spiegano che, malgrado sia costretta a guidare una truppa di ministri improbabili e di sottosegretari scappati di casa, la popolarità del (della) presidente del Consiglio cresce con regolarità costante? Non sarà che, quando messa a confronto con certi oppositori alle vongole, Giorgia Meloni venga percepita, tutto sommato, come il male minore?