Il Fatto di domani. Meloni-Salvini, compromesso sul reddito: via sì, ma dal 2024. Altro che welfare, Crosetto vuole la spesa per le armi fuori dal debito pubblico

Di FQ Extra
21 Novembre 2022

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AL VIA LA MANOVRA, MAGGIORANZA A PEZZI: TAGLI AL REDDITO DAL 2024. CONTE: “PRONTI A TUTTO PER DIFENDERLO”. La Manovra per il 2023 sarà discussa in Consiglio dei ministri alle 20.30. Sul piatto circa 32 miliardi, 21 serviranno a sostenere imprese e famiglie contro il caro-energia. Se lo scopo sbandierato era quello di aiutare i poveri, per loro in realtà c’è ben poco. Come ha rivelato Giacomo Salvini oggi pomeriggio sul FQ Extra, il reddito di cittadinanza non si tocca nel 2023, ma dall’anno dopo scatterà il taglio senza deroghe per gli “occupabili”, cioè i disoccupati senza inabilità e anche per chi integra con il sussidio uno stipendio troppo magro. Un compromesso, oppure una ghigliottina a orologeria: valuteremo sul Fatto di domani. Si parla anche di estendere il taglio al cuneo fiscale e di flat tax, condono per gli evasori, taglio dell’Iva per i generi alimentari di prima necessità come pane, pasta e latte. Per il primo punto, oltre al taglio di 2 punti per i redditi fino a 35 mila euro già avviato da Draghi, ci sarebbe una riduzione di 3 punti per i redditi sotto i 20 mila euro annui. Troppo poco, per Confindustria. Si intende procedere anche con l’estensione della tassa piatta al 15% per autonomi e partite Iva fino a 85 mila euro l’anno. La “tregua fiscale” cancellerà le cartelle dal 2000 al 2015 fino a mille euro. Il taglio dell’Iva sui generi alimentari, come anche la cosiddetta Amazon tax sulle consegne a domicilio, sono già state descritte come un bluff da Assoutenti: “senza vantaggi per le famiglie”, ha detto il presidente Furio Truzzi. Sul giornale di domani vedremo che la maggioranza è arrivata a questo appuntamento più divisa che mai. Oggi Conte ha attaccato frontalmente le notizie che filtrano dal tavolo di governo, accusando Meloni e soci di essere in preda alla furia ideologica: “Un governo che vuole smantellare il reddito di cittadinanza non è conservatore, è reazionario. È scollato dalla realtà”, ha detto il leader 5S, aggiungendo: “Siamo disposti a tutto per difendere il Rdc, nelle sedi istituzionali e nelle piazze”.


NATO E SPESE MILITARI: PER CROSETTO LE ARMI NON DOVREBBERO FARE DEBITO. Escludere le spese militari dal calcolo del deficit pubblico nell’ambito del Patto di stabilità. Il ministro della Difesa Guido Crosetto (oggi in un’intervista al quotidiano Il Foglio) assicura che porterà questa proposta in sede europea. “Ne ho parlato coi colleghi ministri della Difesa mi sono confrontato al riguardo anche col commissario Paolo Gentiloni. Alcuni Paesi, ma non vi dirò quali, effettivamente si sono mostrati molto favorevoli”, dichiara Crosetto, che aggiunge che per lui “un’Europa che reclama maggiore autonomia strategica, che rivendica di avere voce in capitolo nelle decisioni fondamentali rispetto alla politica di sicurezza, non può poi esimersi dalle sue responsabilità, anche economiche, nel settore della Difesa”. Il ministro della Difesa ha anche detto che la legge quadro che consente di inviare armi all’Ucraina per decreto senza passare dal Parlamento sarà rinnovata per tutto il 2023 (scade a dicembre). L’amore per le armi di questo governo non si smentisce: sul Fatto di domani vedremo le proporzioni della proposta di Crosetto e indagheremo su quali Stati potrebbero sostenerla in sede europea. Tutto ciò mentre un’indagine di Politico mostra come la Polonia stia diventando una delle maggiori potenze militari del continente. Intanto, dal terreno di battaglia si segnala un nuovo blackout a Kiev e bombardamenti russi su Kherson.


BONACCINI, L’UOMO DELLE CORRENTI CHE DISPREZZA LE CORRENTI. Il presidente dell’Emilia Romagna ci tiene davvero a prendere le distanze dalle correnti del Pd, in vista delle primarie del 19 febbraio. “Per come si sono strutturate, invece di selezionare la classe dirigente migliore, hanno selezionato chi è fedele”, ha detto il candidato al Nazareno. Sul Fatto di domani vi racconteremo però i retroscena della sua scalata, largamente influenzata da quelle correnti che oggi disdegna. Ieri Bonaccini ha ufficializzato la sua corsa al trono di Enrico Letta con parole da rottamatore. Ma in platea ad applaudirlo c’erano l’ex ministro Graziano Del Rio e Eugenio Giani, il renzianissimo governatore della Toscana. Non è mistero la vicinanza del candidato emiliano alla corrente di Base riformista, quella degli ex renziani capeggiata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti. I primi endorsement sono giunti da Andrea Marcucci e Alessia Morani, un tempo seguaci di Matteo, oggi dentro base Riformista. Per ora, Bonaccini resta l’unico in corsa ma si attende l’annuncio di Elly Schlein. Intanto è sceso in campo il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, nell’attesa che l’ala sinistra trovi il suo candidato (Andrea Orlando è il più quotato). Non è un mistero come Goffredo Bettini e il gruppo progressista guardino con interesse a Giuseppe Conte e all’alleanza giallorosa, che vorrebbero resuscitare. Sul fronte alleanze, il governatore emiliano non si sbilancia tra Conte e il “centrino” di Renzi e Calenda.


COVID, I NUMERI SALGONO E IL GOVERNO È ASSENTE SULLE QUARTE DOSI. Chi ha ancora paura del Covid? Pochi, se guardiamo al ritmo delle quarte dosi, mai decollato in assenza di una campagna di comunicazione e addirittura in calo del 12% questa settimana rispetto alla precedente. Lo segnala il report settimanale della Fondazione Gimbe, che nonostante la modifica voluta dal governo del bollettino giornaliero dei contagi in report settimanale continua a monitorare il ritmo della pandemia in Italia. I dati non sono dei migliori: 30 mila casi al giorno con un aumento settimanale dei nuovi casi del 15%, dei ricoveri del 9% e delle terapie intensive del 21%. Sul Fatto di domani valuteremo però anche l’efficacia delle quarte dosi nella situazione pandemica attuale, anche con un’intervista a Peter Doshi, professore all’Università del Maryland ed editor del British Medical Journal. Daremo conto anche della prima giornata del convegno di cinque giorni PoliCovid22, fino al 25 novembre all’Università di Torino, che voleva essere un’occasione di confronto sulle strategie per affrontare la crisi del Covid negli ultimi anni. Il Politecnico della città ha tolto il patrocinio alla conferenza per via della presenza in alcuni incontri di rappresentanti del mondo scientifico e giuridico considerati vicini al mondo no vax.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ita, Msc si sfila. La società di crociere e trasporto passeggeri fa sapere di aver informato le autorità di rinunciare all’offerta di acquisto della compagnia aerea.

Juventus nel pallone. Il club bianconero prende tempo con la Consob: ha pubblicato bilanci pro-forma e spostato l’assemblea degli azionisti a fine dicembre.

L’Ilva in sciopero. Gli operai si sono astenuti dal lavoro e hanno sfilato in corteo a Taranto e Genova, chiedendo che Mittal e Morselli lascino la mano. Ora anche gli enti locali chiedono la nazionalizzazione.

L’enigma di Amleto. Il personaggio shakespeariano è un simbolo culturale e politico dell’occidente.


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