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MANOVRA, LA MANCIA AI POVERI DI MELONI (CHE LITIGA CON I GIORNALISTI). Giorgia Meloni prova a vendere la sua manovra come un aiuto ai poveri, anche se agli ultimi arrivano solo sberle e spicci. Lo schiaffo è il taglio al reddito dal 2024 per chi può lavorare. Gli spicci sono il taglio al cuneo fiscale e poco altro. Eppure, dopo la maratona di ieri sera per licenziare la manovra dal Consiglio dei ministri, in conferenza stampa la premier rivendica le scelte del governo, nel segno della “crescita e della giustizia sociale”. Prendiamo il taglio del cuneo fiscale del 3% per i redditi fino a 20 mila euro l’anno. Chi ne guadagna mille netti al mese riceverà un aumento di circa 15 euro al mese in busta paga. All’Assemblea nazionale di Confartigianato, Meloni ha promesso di aumentare il taglio del cuneo fino al 5%, ma serviranno i 5 anni della legislatura. Tornando alla manovra, la premier annuncia la flat tax al 15% sugli aumenti di stipendio della partite Iva fino a 40 mila euro: “Dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi”. Contro il caro-bollette, la manovra allarga il bacino del bonus sociale alle famiglie con Isee fino a 15 mila euro (erano 12 mila quelli previsti dal governo Draghi, peraltro ancora in stand by), ma si riduce il taglio delle accise. Poi c’è l’aumento dell’assegno unico per le famiglie con figli. Sul Fatto di domani approfondiremo tutti gli aspetti della legge di Bilancio e vi racconteremo le lotte nella maggioranza, dove gli animi sembrano tesi. Alla conferenza di palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha accusato velatamente i giornalisti, rei di chiedere più tempo per le domande. “Ricordo che in altre situazioni siete stati molto meno coraggiosi, mettiamola così”.
MORTE AL REDDITO, L’INPS: “IN DIFFICOLTÀ 400 MILA FAMIGLIE”. Dopo la furia di invettive contro i divanisti fannulloni, la misura del governo Conte 1 passa sotto la tagliola del centrodestra. Per le persone “occupabili” il sussidio sparirà dal 2024. Si tratta di 830 mila persone: circa 660 mila disoccupati; altri 170 mila guadagnano così poco che lo Stato integra con il Reddito il loro magro stipendio. “Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può lavorare”, ha dichiarato Giorgia Meloni. Di sicuro, con i venti di recessione, trovare un impiego non sarà facile. Tra i beneficiari del reddito che potrebbero lavorare, tre quarti delle persone ha conseguito solo la licenzia media; il 73% è disoccupato da tre anni. Perciò l’Europa consigliava di rafforzare i sussidi per i poveri. Ma il governo va contro mano, abbassando le tutele. Già dall’anno prossimo, il Reddito si restringe: durerà 8 mesi invece di 12 e decadrà al primo rifiuto di un’offerta di lavoro. Secondo i dati Inps, sono circa 400 mila le famiglie interessate. Il taglio al sussidio non dovrebbe toccare i nuclei con figli minorenni, anziani o disabili. “Se avessi avuto più tempo avremmo potuto fare la riforma organica che faremo”, ha annunciato Giorgia Meloni. Sul Fatto di domani vedremo, dati alla mano, che su questa strada l’Italia si avvia a diventare la maglia nera d’Europa in ambito di welfare.
LE OPPOSIZIONI IN PIAZZA (DIVISE) CONTRO LA MANOVRA. Tra arroganza, condoni e attacchi alle fasce più deboli, la manovra avrebbe le caratteristiche per compattare l’opposizione, ma non è scontato che lo farà. Giuseppe Conte già ieri sera ha promesso la piazza per difendere il Reddito di cittadinanza. Oggi ad avvisare il governo sono i capigruppo del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia e Francesco Silvestri: “Il M5S erigerà un muro”. Il segretario del Pd Enrico Letta invece ha convocato su Twitter una piazza contro il governo per sabato 17 dicembre: “La nostra manifestazione contro una manovra improvvisata e iniqua”, ha scritto. Non si sa ancora se il Movimento di Conte aderirà. La fuga in avanti dà ora a chi spera ancora nell’unità giallorosa un nuovo terreno di confronto. Critiche alle scelte del governo arrivano anche dai sindacati e dalle Acli: “Ci aspettavamo scelte più coraggiose, soprattutto a beneficio dei giovani, i veri assenti in questa manovra finanziaria”, scrivono le Associazioni Cristiane, che giudicano “un grave errore l’abolizione del Reddito di Cittadinanza”. A tutti è arrivata la replica sfidante di Meloni, oggi in conferenza stampa: “Io non ho nulla da dire, fanno il loro lavoro, le rispetto ma non le condivido. Se non ricordo male il Pd votò contro la prima versione del reddito. Io sono sempre stata coerente, siamo stati votati perché questo è scritto nel programma e la sinistra ed M5s faranno opposizione. Si figuri se mi faccio spaventare dalla manifestazione di piazza, sono un pezzo importante della democrazia”.
GAZPROM MINACCIA ALTRI TAGLI AL GAS. SCHOLZ “PREPARIAMOCI ALL’ESCALATION”. IL NOSTRO REPORTAGE DAL FRONTE. Intanto anche l’ultima tratta che collegava l’Europa al di gas russo è a rischio. Gazprom infatti ha minacciato di ridurre da lunedì i flussi attraverso i gasdotti l’Ucraina, ultima rotta ancora accessibile. Nello stesso giorno la Commissione europea ha reso nota la sua proposta sul tetto al prezzo del gas comune ai 27. Che si vorrebbe fissare a 275 euro per megawattora e si attiverà per due settimane. La soglia, pari al prezzo del gas nel 2020, sembra lunare considerando che oggi che ora è a 116 euro sulla borsa di Amsterdam, ma si tratta lo stesso di un segnale politico. Non si capisce come interagirà con l’idea del governo, lanciata dal ministro Pichetto Fratin, di un price cap nazionale sulle rinnovabili a 180 euro al mhw (sul modello spagnolo: “Se il prezzo superasse i 180 euro a Mhw sarebbe lo Stato che si incamera la parte differenziale”). L’Ue oggi ha anche annunciato che erogherà altri 2,5 miliardi di euro per l’Ucraina per la ricostruzione, a cui si aggiungeranno 18 miliardi durante il 2023. Dalla Germania arriva un avvertimento dal cancelliere Olaf Scholz, che invita il Paese a prepararsi a un’escalation militare in Ucraina “alla luce degli sviluppi della guerra e dei crescenti fallimenti della Russia”. Sul Fatto di domani leggerete un reportage dalla città di Bakhmut, dove l’inverno morde e l’elettricità scarseggia. Zelensky, comunque, continua a dirsi convinto di vincere: “L’inverno sarà duro, ma sicuramente la vittoria sarà nostra”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il caso Soumahoro. Sul giornale di domani un reportage dalle campagne di Latina, dove hanno sede le cooperative incriminate.
Scomparso Roberto Maroni. Un ritratto del leghista firmato da Gianni Barbacetto.
Post-Covid, allarme virus per i bambini. Non solo in Italia, ma anche in altri Paesi europei, si registra un incremento di bronchioliti e altre patologie virali nelle fasce d’età più basse.
Scanzi intervista Guccini. Sul Fatto di domani una conversazione tra il nostro Andrea Scanzi e il cantautore emiliano, che dopo anni di pausa è uscito con un nuovo disco di cover.
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