Sono antichissime le radici della poesia dedicata alla natura, poesia celebrata anche quest’anno dal Festival Europeo di Poesia Ambientale, al via a Roma in questi giorni, promosso dall’assessorato alla Cultura di Roma, in collaborazione con Siae e con l’istituzione Biblioteche di Roma. La IV edizione della rassegna individua queste radici innanzitutto nei versi di Saffo, la prima poetessa della letteratura occidentale (630 a. C.). A Saffo sarà infatti dedicato uno degli eventi in programma, un dialogo tra scrittori, poeti e studiosi partendo dal libro “Saffo, la ragazza di Lesbo” di Silvia Romani.
Per gli autori di tutti i tempi l’attenzione al mondo naturale è stata materia palpabile. Il poeta Lucrezio nel De Rerum Natura del I secolo a. C. tratta il mondo naturale anticipando concetti ripresi secoli dopo. Virgilio, nelle Bucoliche, traccia profili tenui e teneri di contadini immersi in un luogo di incanto in contrasto con le barbarie della civiltà del tempo, ferita da guerre e soprusi. La natura è stata vista spesso come una realtà ove lo spazio-tempo diveniva qualcosa di relativo, di quasi liquido. Medicina per il cuore malato degli uomini, “madre” e per qualcuno anche “matrigna” – come per Leopardi – e quindi non più solo luogo di pace, ma anche di decadimento, di disastri incredibili davanti ai quali l’uomo perdeva ogni potere.
Tante le parole e le storie dedicate alla Natura, questa creatura vestita di terra e sangue e oceani, questa meravigliosa cattedrale che ci ospita, che ci veste e che ci sveste, che ama e che odia tutti, e tutti ne siamo figli, facciamo parte di quella grande pupilla bianca che le sta al centro – al centro del mondo –, l’occhio con cui lei guarda l’universo tutto muoversi intorno a lei.
Una natura, però, sempre più deturpata dalla mano dell’uomo. Con cui è prezioso e necessario tornare in sintonia, magari anche grazie alle emozioni e alle riflessioni suscitate dall’espressione poetica. È da questa urgenza che nasce il Festival Europeo di Poesia Ambientale che mira alla sensibilizzazione dando spazio e voce, quest’anno, a nomi come Franco Arminio, Marion Poschman, Maria Grazia Calandrone, Franco Piavoli, Serenella Iovino, Carla Benedetti e molti altri.
E dando voce a ragazze e ragazzi di istituti scolastici del Municipio V di Roma, che hanno partecipato a laboratori di scrittura poetica condotti da cinque tutor, uno per scuola, tra cui poeti, cantanti (spicca il nome di Luca Mascini, in arte Militanti A di Assalti frontali), professori, appassionati. Le creazioni dei ragazzi sono state proposte nell’evento di apertura del Festival, il contest Climate Speaks Italia, lo scorso mercoledì 16 novembre (rivedibile online). I giovani hanno utilizzato l’“arma” più potente di tutte per scuotere gli animi: la parola. E poi la voce, il fiato, il corpo. Tutto è stato mosso, tutto è vibrato intorno alla materia poetica del momento. Poesie sul degrado ambientale, sul clima, poesie contro l’inquinamento, poesie-canzoni quasi gridate a squarciare il velo di indifferenza che campeggia sui nostri volti ogni giorno. I ragazzi hanno urlato al mondo. E lo hanno fatto nell’unico modo che si ha perché possa arrivare il messaggio: con gentilezza. E con infinitissimo amore.