Il Fatto di domani. Il “soldato” Calenda arruolato per abolire l’abuso d’ufficio: per distruggere la giustizia la maggioranza si allarga

Di FQ Extra
25 Novembre 2022

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L’ABUSO D’UFFICIO ALLARGA LA MAGGIORANZA. PRONTI I PICCONI ANCHE PER IL COMMISSARIAMENTO PER MAFIA. Si ingrossa il fronte per l’abolizione del reato d’abuso d’ufficio. Da un lato, dopo Meloni e Sisto ieri, oggi anche il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo conferma che il governo manterrà la parola. Il palcoscenico è sempre quello della plenaria dell’Anci a Bergamo: “La revisione della norma dell’abuso d’ufficio rappresenta una priorità tanto più ora che il Pnrr sta passando all’attuazione”. Il titola della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che su questo tema incontrerà i sindaci il 30 novembre, mercoledì prossimo. Il rappresentante dell’associazione dei Comuni è il sindaco dem di Bari Antonio De Caro, ma dovrebbe partecipare anche il viceministro Francesco Paolo Sisto. Dall’altro lato, l’idea raccoglie consensi anche al di là del centrodestra di governo. Carlo Calenda dà un assist chiaro, su Twitter: “L’abuso d’ufficio va eliminato perché paralizza l’attività amministrativa dei sindaci. Su questo punto condividiamo la linea del Ministro Nordio”. Si avvicina pure il sindaco dem di Firenze Dario Nardella: “Non si può vivere nel terrore costante di una firma”, dice anche lui all’Anci, aggiungendo di trovare “positivo che Meloni abbia detto di voler intervenire” e facendosi promotore di una convergenza con la proposta del Pd sullo stesso tema. Sul Fatto di domani vedremo che un’altra grande manovra del governo sarà quella di indebolire la legislazione sullo scioglimento dei comuni per mafia. Del resto, la Lega ha nel programma elettorale l’alleggerimento della norma, e Meloni già al momento di firmare il commissariamento di Anzio e Cosoleto, la scorsa settimana, aveva fatto sapere di ritenere la misura troppo costosa.


L’INSOSTENIBILE AUSTERITÀ DELLA MANOVRA. DIETROFRONT SU OPZIONE DONNA: NIENTE CALCOLO SUI FIGLI. Leoni sulla giustizia, agnelli sull’economia. Soprattutto in sede europea. Nella lettera con cui il governo ha inviato la bozza di manovra di bilancio a Bruxelles, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci ha tenuto a sottolineare che gli interventi previsti hanno un approccio mirato e temporaneo, e che l’esecutivo si “assume l’impegno a ridurre e poi eliminare gli aiuti e i tagli alle imposte non appena i prezzi del gas naturale, dell’energia e dei carburanti rientreranno verso livelli in linea con il periodo pre-crisi”. Giorgetti poi assicura che molte misure non incideranno sull’indebitamento netto e promette anche un tagliando sul bilancio “a fine marzo, in vista del Programma di Stabilità 2023”. Insomma, se due terzi del bilancio impegnato per il 2023 sono a corto raggio si esauriranno per i primi 3 mesi, per il caro bollette, il resto è ispirato ai criteri di austerità. Leggerete perché sul Fatto di domani. In queste ore si registra anche la retromarcia su Opzione Donna, la norma per la pensione anticipata che ora si vorrebbe riportare alla versione originale, slegata dal numero di figli. Un cambiamento non da poco, visto che in conferenza stampa Meloni aveva perfino illustrato in conferenza stampa le modifiche incrementali sui figli. Ampliando il quadro, faremo un bilancio dell’impatto del governo Draghi sulla disuguaglianza: i numeri dell’Istat mostrano che l’unica cosa che ha migliorato i coefficienti di disuguaglianza sono stati i bonus sociali già varati dal governo Conte 2, mentre il resto delle misure volute dai migliori non hanno migliorato per nulla la vita dei più poveri.


UDIENZA OPEN RINVIATA, RENZI GUADAGNA TEMPO. VIDEO ALL’AUTOGRILL: INTERVISTA A RANUCCI (REPORT). È stata rinviata al prossimo 27 gennaio, su richiesta della procura, l’udienza preliminare nell’ambito del procedimento per le presunte irregolarità ai finanziamenti alla fondazione Open, che sosteneva le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi. Il giudice ha ascoltato la richiesta dell’accusa di acquisire le carte della decisione della Corte Costituzionale di ieri, che ha giudicato ammissibile il conflitto di attribuzione tra Senato e procura fiorentina e ora dovrà stabilire se i pm fiorentini hanno violato i diritti di parlamentare di Matteo Renzi per il fatto di aver allegato agli atti mail e chat di quando lui era già Senatore senza chiedere l’autorizzazione preventiva a Palazzo Madama. La decisione della Consulta non è una vittoria per Renzi, come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, ma sicuramente gli fa guadagnare tempo. Infatti oggi il leader di Italia Viva si è mostrato baldanzoso ai cronisti, all’entrata e all’uscita dal Tribunale di Firenze, e ha anche detto che presenterà una una nuova denuncia contro i magistrati fiorentini alla Procura di Genova. Nel frattempo, l’autrice del video che ha immortalato Renzi in colloquio non istituzionale con lo 007 Marco Mancini in un autogrill, una professoressa a cui ieri la Procura di Roma ha notificato l’atto di chiusura indagini, ha parlato all’agenzia Adnkronos smentendo (se ancora ce ne fosse bisogno) di essere dei servizi segreti, tesi veicolata dallo stesso Renzi per giustificarsi di un incontro che non doveva avere luogo (e di cui non ha spiegato né i motivi né i contenuti). Come rilevato sul Fatto, la legge che permette di incriminare la prof la volle proprio il senatore di Rignano, e infatti è passata alle cronache come legge anti-Report. Sul Fatto di domani parleremo della vicenda con il conduttore della trasmissione d’inchiesta di Rai3, Sigfrido Ranucci.


L’UCRAINA ANCORA AL BUIO, L’UE SEMPRE INDECISA SUL TETTO ALL’ENERGIA. QUANTO COSTA LA GUERRA ALLA RUSSIA. Mentre l’Ucraina è ancora senza elettricità e il 50% delle abitazioni di Kiev è senza luce (la Francia ha inviato 100 generatori, Kiev chiede aiuto internazionale), le bombe continuano a colpire ospedali e infrastrutture civili e si acuisce lo scontro tra Mosca e la Nato. Il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg ha detto che Putin sta perdendo la guerra e attacca per questo gli obiettivi civili, privando le persone di luce, acqua e cibo. Il Cremlino ha replicato accusando la Nato di essere “complice dei crimini del regime ucraino”. Putin oggi ha incontrato il comandante ceceno Ramzan Kadyrov, ma soprattutto si è rivolto alle madri russe invitandole a “non credere a tutto quello che vedete in tv o su internet”: segnale di malumori interni per le vittime giovani in battaglia. Nel frattempo il blocco europeo esita ancora sulle sanzioni energetiche. I 27 discutono da giorni del tetto al prezzo al petrolio russo che il G7 vorrebbe imporre come sanzione a Mosca. A frenare sono stavolta soprattutto i paesi marittimi, come Grecia, Malta e Cipro, che potrebbero subire ingenti ricadute economiche dalla perdita di questi flussi. Sul Fatto di domani faremo il punto della situazione e vedremo anche quanto sta costando la guerra alla Russia. Le stime le ha fatte l’edizione ucraina di Forbes: 82 miliardi dal 24 febbraio a oggi, e al momento lo stallo militare sul campo costa a Mosca circa 10 miliardi di dollari al mese. Numeri utili anche a capire, specularmente, la dimensione dello sforzo occidentale per il sostegno all’Ucraina.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

La ministra rivuole i navigator. “I navigator in questo momento non sono stati ricontrattualizzati perché manca la norma, ma credo che ci sia una possibilità di farli entrare all’interno dei sistemi regionali”, ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone.

Becciu e la telefonata col Papa. “Mi vuole morto”, lo scrisse in chat il cardinale Angelo Becciu. ma sul giornale di domani ci occuperemo anche della sua telefonata con il papa, registrata all’insaputa del Pontefice e contenuta negli atti dell’inchiesta.

Che c’è di Bello. Nel nostro inserto culturale del sabato leggerete del film d’animazione di Guillermo Del Toro, su Pinocchio, dello spettacolo tratto dal romanzo di Haruf Le nostre anime di notte Con Lella Costa ed Elia Schilton Regia di Serena Sinigaglia, della mostra dedicata a Jheronimus Bosch al Palazzo Ducale di Milano, del romanzo di Geraldine Brooks Veloce come il vento.


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