Congresso Pd, un bel pezzo della sinistra dem si schiera con Matteo Ricci. “Delle piattaforme presentate quella di Ricci è quella che sento più vicina” assicura Goffredo Bettini proprio davanti al sindaco di Pesaro, durante la presentazione nella sua città del libro di Bettini, A sinistra da capo. Poco dopo, Andrea Orlando, altro potenziale candidato al congresso, rilancia: “Apprezzo l’approccio che Ricci ha messo in campo, perché ha provato a caratterizzarsi partendo dai problemi del Paese”. Come anticipato dal Fatto, una porzione consistente dei “rossi” dem converge su Ricci come candidatura alternativa innanzitutto a Elly Schlein, sostenuta ufficiosamente da Franceschini e ben vista dall’ancora segretario Enrico Letta (nonché da Romano Prodi, dicono). La candidata che dovrebbe pescare innanzitutto lì, a sinistra, ma che in quell’area del partito incontra resistenze. Certo, sullo sfondo resta anche la carta Vincenzo Amendola, che potrebbe far convergere sui rossi anche i governatori del Sud, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. Ma è tutto ancora fluido, con il termine per le candidature che scadrà solo il 27 gennaio. “Magari ora Schlein potrebbe riflettere sulla sua candidatura…” butta lì un veterano. “Falso, Elly è più che mai in campo” smentiscono più fonti. Ma la battaglia congressuale è ormai aperta. Con il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che non si è candidato e sembra ormai orientato a sostenere altri. Nel dettaglio, il governatore emiliano Stefano Bonaccini.
Ma da sinistra sperano ancora di recuperarlo nel nome del patto tra sindaci, visto anche che Ricci è il coordinatore dei primi cittadini dem. Di certo nel dibattito coordinato da Veronica Gentili, il sindaco di Pesaro ribadisce le sue priorità per il Pd: “Dobbiamo rappresentare chi soffre, chi sta peggio, il lavoro e chi rischia per creare il lavoro e chi si batte per salvare il pianeta”. Potrebbe sciogliere la riserva sulla candidatura il 16 dicembre. Nell’attesa, il 5Stelle Stefano Patuanelli invita i dem a non vacillare tra l’allearsi con il Movimento o con Azione e Iv. “Il campo di sinistra deve avere l’obiettivo di tornare al governo” sostiene, che rivendica: “Io e Roberto Fico ci battemmo perché il M5S scegliesse tra destra e sinistra, ora siamo un partito con un’identità”. E la mancata alleanza coi dem nel Lazio? “L’inceneritore di Roma non è la fine del mondo, ma non potevamo derogare a un nostro principio”, osserva Patuanelli.