Tre giorni fa il senatore Renzi non aveva tempo per testimoniare al processo Consip, dove sono imputati il babbo e gli amici: doveva concionare a gettone a Bangkok. Ieri però era in Senato per denunciare il famoso “condono edilizio di Conte” (mai esistito) e duettare sul processo Open, dov’è imputato lui, col “migliore dei ministri”: Carlo Nordio. Questi ha ricambiato le moine trasformando se stesso e il Parlamento nel collegio difensivo allargato del senatore. Nel suo macchiettistico vittimismo alla Calimero, Renzi ce l’ha sempre col pm Luca Turco, che ha osato scoperchiare la cassaforte Open con marchette a pagamento. Dopo averlo denunciato a Genova (archiviato), insultato in libri, talk show e show, fatto trascinare dinanzi alla Consulta, ora pretende che sia punito per un gravissimo illecito: siccome il Copasir ha chiesto gli atti d’indagine – depositati nel processo Open, dunque pubblici e riferiti dai media – contenenti fra l’altro i soldi versati (legittimamente) a Renzi dal regime saudita di Bin Salman per valutare eventuali minacce alla sicurezza nazionale, Turco glieli ha inviati. Invece, per il giureconsulto rignanese, doveva negarli al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica perché la Cassazione aveva disposto che gli atti sequestrati a Carrai non fossero usati nel processo Open. Infatti il pm nel processo Open non li usa. Ma non si vede perché il Copasir, che non si occupa di reati ma di sicurezza nazionale, non potesse visionarli, tantopiù che li aveva già letti sui giornali. Se poi il Copasir riteneva di non doverli leggere (ma la Corte ne vieta l’uso processuale, non parlamentare), poteva cestinarli. Se non l’ha fatto è perché poteva leggerli, ergo Turco doveva inviarglieli.
Ma poi, se non ha nulla da nascondere, cosa può mai temere Renzi da quel segreto di Pulcinella? Nulla. Però deve buttarla in caciara per celebrare il suo processo sui social, in tv, sui giornali, nei libri e in Senato, dove può fingere che l’imputato non sia lui, ma Turco. Ovunque fuorché in Tribunale, dove gli imputati sono lui e i suoi compari, e il pm è Turco. Così ieri l’imputato Renzi ha chiesto a Nordio “che provvedimenti intenda prendere” contro il pm, che “per noi” (plurale maiestatis, tipo Papa) è reo di “un atto di cialtronaggine, o eversivo, o anarchico”. E il “migliore dei ministri” s’è subito messo sull’attenti, annunciando su due piedi un’ispezione ministeriale alla Procura di Firenze con “priorità assoluta” e poi “determinazioni con consequenziale rapidità”. L’imputato ordina e il Guardasigilli esegue: à la carte. Come ai bei tempi di B., che però aveva almeno il pudore di affidare certe basse incombenze ai suoi onorevoli avvocati. Renzi invece fa tutto da solo, essendo un Berlusconi che non ce l’ha fatta.