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LA MANOVRA BOCCIATA DA TUTTI. FAZZOLARI SE LA PRENDE CON BANKITALIA. La flat tax per gli autonomi “pone un rilevante tema di equità” rispetto ai lavoratori dipendenti. L’innalzamento a 5000 euro del tetto al contante “favorisce l’economia sommersa” ed entra in contrasto con “l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”, il taglio al Reddito di cittadinanza va contro la logica, in un Paese che senza questo sussidio di base si ritroverebbe con un milione di poveri in più. Dopo la Corte dei conti anche la Banca d’Italia boccia la prima manovra economica del governo di Giorgia Meloni, nelle audizioni in Commissione bilancio di Camera e Senato. È stato audito anche Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat. L’istituto ha calcolato che a perdere l’accesso al Rdc dal 2024 saranno circa 846 mila persone, un quinto dei beneficiari attuali, e soprattutto i maschi single tra 45 e 59 anni e i giovani Neet con bassi livelli di istruzione. A criticare il governo sono state Confindustria, i sindacati confederali, la comunità di S. Egidio, le associazioni di consumatori. Come vedremo sul Fatto di domani la manovra Meloni non piace a nessuno. E il governo non la prende prende bene: mentre la premier difende il testo battendo sul tasto della moderazione, il suo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari attacca pubblicamente Bankitalia dicendo che avrebbe espresso “la visione delle banche”, attirandosi una ridda di critiche per la scortesia istituzionale. Meloni ha messo anche le mani avanti anche sul Pnrr: i costi delle materie prime e dell’energia sono aumentati, dice, quindi le risorse non sono più sufficienti per realizzare tutte le opere preventivate e bisognerà fare delle scelte.
A DIFESA DEL LAVORO E DEI POVERI: CONTE INCONTRA LANDINI. Il Movimento di Conte e la Cgil di Maurizio Landini convergono contro la Manovra di Giorgia Meloni. Alla fine dell’incontro di stamattina – nella sede M5s – i due leader fanno dichiarazioni separate ma consonanti: stop all’abolizione del Reddito di Cittadinanza, aumento degli stipendi e guerra alla diseguaglianze, lotta alle misure che favoriscono l’evasione e contro un governo che sembra “avercela con i poveri”, come ha dichiarato il segretario della Cgi nella sua intervista al Fatto di oggi. Landini chiede di tassare di più e meglio gli extraprofitti, propone un nuovo Statuto dei lavoratori condiviso dall’intero arco parlamentare, e poi al governo chiede “di aprire un tavolo vero di trattativa sulla riforma delle pensioni e fisco, per il superamento della precarietà e per aumentare i salari”. Domani Conte si vedrà con il leader della Confindustria Carlo Bonomi. La Cgil incontrerà Giorgia Meloni a Palazzo Chigi con gli altri confederati il 7 dicembre, domani sarà il turno della Lega. Intanto, Landini annuncia la mobilitazione in tutto il Paese dal 12 al 16 dicembre. Il giorno dopo toccherà al Pd scenderà in piazza contro la Manovra. Giuseppe Conte sarà mercoledì prima a Torino e poi a Milano per difendere il Reddito di cittadinanza. Oggi è tornato ad attaccato Meloni e la sua guerra ai poveri: “Il governo cancella il reddito cittadinanza per introdurre l’evasione di cittadinanza, vengono premiati i cittadini che girano con 5 mila euro di contante”.
L’IDEA DI NORDIO: “LA CORRUZIONE SI COMBATTE CON MENO LEGGI”. Per il contrasto la corruzione non servono pene più alte o una giustizia più efficace, ma servono meno leggi, anzi proprio “una profonda revisione del reato di corruzione”, magari garantendo l’impunità a chi collabora con la Giustizia pagando una multa. Per il guardasigilli “Non deve essere la carcerazione preventiva a indurre la persona a parlare altrimenti cadremmo nella barbarie giuridica”, quindi via alle misure cautelari. Ecco la ricetta di Nordio, illustrata alla Farnesina durante un incontro organizzato dal ministero degli Esteri. Da procuratore aggiunto di Venezia, Nordio ha coordinato l’inchiesta sul Mose, che ha definito “il più grande episodio di corruzione nazionale. Le risorse sprecate o devolute alla corruzione hanno sfiorato il miliardo di euro”. Eppure, da questa esperienza sembra aver tratto una singolare posizione sul tema: meglio tirare i remi in barca e sperare in un cambio culturale. Vedremo sul Fatto di domani a cosa risponde realmente questa logica, e perché non ha niente di buono.
RE CARLO DAI PARIOLI, LA MONARCHIA DI AZIONE E LA FUGA DEI DIRIGENTI . Il controcanto a Landini lo fa Carlo Calenda, che boccia senza appello le proposte del leader Cgil: “Con la lista delle cose che vuole fare – una letterina per babbo Natale – porta l’Italia al default”. Ma intanto deve vedersela con una la rivolta dei dirigenti di Azione. Dal direttivo romano del partito si sono dimessi 31 componenti su 52, inclusa Flavia De Gregorio, capogruppo di Azione in Campidoglio. Il motivo sarebbe la gestione “personalistica” da parte del segretario. I dirigenti in fuga lamentano “la mancanza di momenti di aggregazione e di discussione interna, l’assenza di lavoro politico sul territorio”. Nel mirino ci sarebbe la segretaria romana del partito Noemi Scopelliti, fedelissima di Calenda. Sul Fatto di domani vi racconteremo i retroscena della rottura e la rivolta sui social, dove impazzano le accuse all’ex ministro dello Sviluppo. Il leader però si guarda bene dall’aprire un dibattito sul malumore nel partito mentre resta concentrato sulle questioni nazionali. All’ordine del giorno c’è la federazione con Italia Viva per la nascita di un partito unico.
UN PASSO VERSO L’ESCALATION: ESPLOSIONI A 500 KM DA MOSCA, LA RUSSIA RISPONDE. Per la prima volta nella sua storia, l’Ue ha dato via libera all’erogazione di 1,2 miliardi di euro per 61 progetti collaborativi nel settore della Difesa. Si parla di caccia di ultima generazione, blindati e navi da guerra, ma anche tecnologie di cyber difesa. I fondi provengono dallo European Defense Fund. Al combattimento aereo vanno 190 milioni di euro, a quello terrestre 155 milioni, a quello navale 103 milioni e alla difesa aerea e missilistica con 100 milioni di euro. 50 milioni per progetti aerospaziali e 38 milioni per la difesa informatica. Su FQ Extra il visual data sulla spesa militare nel mondo. Sul Fatto di domani anche a seguire lo svolgimento dei combattimenti sul campo. La giornata è stata segnata da un’altra ondata di bombardamenti su vasta scala: 70 missili, di cui Kiev dice di averne intercettati 60. Il raid è una risposta alle esplosioni in due aeroporti a circa 500 km a sud est di Mosca, che hanno distrutto bombardieri e provocato 3 morti. L’origine e la modalità dell’attacco non è stata confermata, ma un media russo con fonti nei servizi riferisce che uno dei due obiettivi, l’aeroporto di Engels, sarebbe stato colpito con un drone kamikaze lanciato contro la pista della base aerea. Il sospetto che circola dietro le quinte è che l’operazione sarebbe di matrice ucraina, perché è noto che Kiev starebbe modificando da mesi droni e missili per aumentarne la gittata. Le posizioni colpite si trovano di fatto alla stessa distanza del Cremlino dal territorio ucraino. I missili di Mosca hanno colpito tra gli altri Kiev e Zaporizhizhia, una testata di Mosca è caduta oltre il confine con la Moldavia, che denuncia anche un parziale blackout dovuto agli attacchi alle reti elettriche ucraine. Papa Francesco ha lanciato un altro appello a favore della pace.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Viola la privacy, Clubhouse sanzionato. Il Garante Privacy ha comminato una multa da 2 milioni di euro alla società Alpha Exploration proprietaria del social network basato sull’audio Clubhouse. Le violazioni riguardano la scarsa trasparenza sull’uso dei dati degli utenti e dei loro contatti, la possibilità di memorizzare e condividere audio senza il consenso.
Iran, pena di morte contro i manifestanti. Il capo della magistratura iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Ejèi, ha affermato che presto saranno eseguite le esecuzioni dei rivoltosi condannati a morte dopo essere arrestati durante le proteste scoppiate a seguito della morte della giovane Masha Amini.
Pete Doherty, altro libertino. La biografia del frontman dei Libertines tra droga, alcol e morte (di Amy Winehouse).
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