Il Fatto di domani. Caso Autogrill, Matteo Renzi parla al Fatto. Separazione delle carriere e mannaia sulle intercettazioni: Nordio vuole cambiare la Carta

Di FQ Extra
6 Dicembre 2022

Ascolta il podcast del Fatto di domani

CONSIP E L’INCONTRO CON MARCO MANCINI: AL FATTO PARLA MATTEO RENZI. Il leader di Italia Viva è stato sentito audizione dall’ottava sezione penale di Roma per il processo Consip. Nel procedimento sono imputati, tra gli altri, il padre Tiziano Renzi, l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare Italo Bocchino, il manager Carlo Russo, l’ex ministro Luca Lotti e l’ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia. Il senatore di Rignano ovviamente ha difeso se stesso e la famiglia su tutta la linea, e ha attaccato nuovamente il nostro giornale: “La verità è che mio padre non ha preso un euro da Romeo. Mentre invece ha preso migliaia di euro da Marco Lillo e dal Fatto Quotidiano”, ha dichiarato a margine dell’udienza. Sul Fatto di oggi proprio Marco Lillo ha ricordato tutti i punti che restano da chiarire in questo caso. Altre questioni da chiarire sono quelle che riguardano il famoso incontro all’Autogrill di Fiano Romano con Marco Mancini. Sul Fatto di domani alle nostre domande risponderà il diretto interessato: Matteo Renzi.


IL PROGRAMMA DI NORDIO E MELONI: SFASCIARE LA GIUSTIZIA CAMBIANDO LA COSTITUZIONE. LA DESTRA CON LADRI E CORROTTI. Dopo l’antipasto di ieri, il Guardasigilli serve il piatto forte della sua idea di riforma della Giustizia, che più che altro assomiglia a una smobilitazione. In Senato Carlo Nordio ha svelato l’intenzione del governo di avviare una riforma del Codice penale, da realizzare anche con una modifica della Costituzione. È necessaria “una profonda revisione delle intercettazioni”, ha detto, definendole senza girarci intorno uno “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”. L’idea di fondo è sempre la stessa: i magistrati userebbero le inchieste per ragioni politiche. A questo segue il progetto di rafforzare la separazione delle carriere e abolire il reato di abuso d’ufficio. Meloni, da Tirana dove partecipa al summit dei Balcani occidentali, sottoscrive il progetto. Per l’ex magistrato Luigi De Magistris, oggi leader di Unione popolare, il piano della destra ricalca “il disegno piduista di Licio Gelli”. Il senatore 5S ed ex pm antimafia Roberto Scarpinato ha tuonato contro il “depotenziamento della capacità di risposta dello Stato al fenomeno della corruzione” che avrà costi elevati in una stagione critica di investimenti pubblici come quella del Pnrr. Come segnalato dall’Associazione nazionale magistrati già all’epoca della riforma Cartabia, il rischio è che un pm separato dalla giurisdizione possa venire più facilmente controllato dall’esecutivo. Progetto che prosegue, vedremo sul Fatto di domani: alla Camera il governo ha dato parere favorevole a un ordine del giorno di Azione che chiede al ministero della Giustizia di fare un report annuale di monitoraggio delle conferenze stampa dei pm e dei comunicati delle forze di polizia. E in commissione Giustizia del Senato la maggioranza e Italia Viva hanno fatto passare l’emendamento di Forza Italia al decreto anti-rave che prevede la cancellazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione dall’elenco di quelli ostativi, cioè quelli per cui non sono previsti i benefici penitenziari. Sisto esulta: “ecco il nuovo corso”.


LA POLTRONA DEL COPASIR A LORENZO GUERINI. CONTE INCONTRA BONOMI E LE VITTIME DEI TAGLI AL SUPERBONUS. Il dem Lorenzo Guerini è stato eletto presidente del Copasir, come atteso. Il problema non era tanto il suo nome, su cui nessuno poneva veti se non alcune correnti del suo stesso partito, ma il mancato accordo nel centrodestra su quello del vicepresidente. Alla fine si è andati sul nome del meloniano Giovanni Donzelli. La prossima partita è quella della presidenza della Vigilanza Rai, rivendicata dal M5S. Proprio sul fronte grillino, Giuseppe Conte oggi ha visto Carlo Bonomi, dopo il faccia a faccia con Landini di ieri. Il presidente di Confindustria si è limitato a parlare di “incontro interessante”. Più loquace il leader 5S: “Senza forzare la posizione di Confindustria mi sembra di poter dire che condividiamo le valutazioni sulla manovra. Siamo molto delusi e condividiamo la gravità della mancanza investimenti nel sud”. Oggi Conte ha partecipato anche a una manifestazione di protesta sul Superbonus, organizzata dall’associazione Class Action Nazionale che vuole tutelare cittadini, professionisti e piccole e medie imprese dal blocco dei crediti fiscali. Conte ha fatto sua la loro petizione ed è andato a consegnarla personalmente a Palazzo Chigi. L’esecutivo invece ha fatto sapere che sul taglio dello sconto, dal 110% al 90%, non ci saranno dilazioni e si andrà avanti. Sul Fatto di domani torneremo con l’analisi degli effetti della manovra di bilancio vedendo come sono digerite internamente le critiche piovute sul testo da analisti e istituzioni economiche, e poi con un’intervista a Mario Ricciardi, giurista e direttore della rivista del Mulino, che nell’ultimo numero si occupa dell’aumento della povertà in Italia. A proposito, oggi sono uscite altre due puntate del nuovo podcast di FQ Extra Poveri ribelli: su Masaniello e Thomas Muntzer.


UN ALTRO DRONE UCRAINO CONTRO BASI RUSSE. CRESCE LA LOBBY EUROPEA DELLE ARMI. Un altro drone kamikaze contro un aeroporto militare russo, dopo i due di ieri contro le basi di Engels e Dyagilevo. L’obiettivo odierno è nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina: un serbatoio di stoccaggio del petrolio ha preso fuoco senza fare vittime. Mosca accusa Kiev, che non rivendica ufficialmente ma una fonte anonima del suo esercito avrebbe rivelato al New York Times la paternità dell’attacco con droni. Il portavoce del Cremlino Peskov ha chiuso ancora una volta la pista dei negoziati, affermando che Mosca non vede prospettive per i colloqui di pace in Ucraina e che prima la Russia punta a raggiungere gli obiettivi dell’operazione militare speciale. Non c’è indicazione che siano state usate armi americane per gli attacchi ucraini su suolo russo, e Washington ha messo le mani avanti facendo filtrare sul Wall Street Journal che gli Himars consegnati a Kiev a giugno sarebbero stati modificati per ridurne la gittata. Oggi l’ex comandante delle forze Nato James Stavridis ha definito gli eventi degli ultimi giorni “una svolta pericolosa”. Tutto ciò mentre l’industria bellica svuota i magazzini e incassa sempre nuove commesse. Il Sipri, l’Istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma che è un punto di riferimento nell’analisi della spesa bellica mondiale, ha aggiornato il suo ranking delle 100 aziende leader del settore. Oltre al primato della Lockeheed e della Raytheon statunitensi, si nota una crescita sensibile dei fatturati delle imprese europee (+18%). L’italiana Leonardo sale dal 14esimo al 12esimo posto. Sul Fatto di domani vedremo nel dettaglio chi sono i nuovi signori della guerra. Su FQ Extra una video inchiesta sulle lobby delle armi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

O la pensione o la vita. Ritardare il pensionamento incide sulla mortalità: sul giornale di domani lo studio che lo dimostra.

“Viva Rai2!”: Fiorello inguaia il Tg1. Esordio col botto per il nuovo programma dello showman, che per la prima puntata, ieri mattina, ha ottenuto il 14,1% di share, battendo così il 10,1% del telegiornale della rete ammiraglia, che non lo aveva voluto.

Belli e maledetti. I divi del cinema hollywoodiano raccontati in un nuovo volume.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.