Dopo aver reso omaggio su Twitter alla Madonna nel giorno dell’Immacolata Concezione, forse il presidente della Camera, onorevole Lorenzo Fontana, per cristiana coerenza, avrebbe fatto bene a spendere una parola di solidarietà nei confronti della donna marocchina rimasta ferita dai vetri infranti della sua auto, assalita con dentro i suoi bambini nel centro di Verona da squadristi incappucciati che a Fontana non sono di certo ignoti. Più volte, in passato, lo si era visto sfilare insieme a loro, i fascistissimi ultras della curva dell’Hellas, pseudo-tifosi per i quali “squadra fantastica” fa rima con “svastica”.
Martedì sera questi energumeni si sono dedicati a una vera e propria caccia ai marocchini residenti a Verona (molti dei quali, peraltro, divenuti cittadini italiani). Gli riusciva insopportabile che i marocchini si permettessero di festeggiare la vittoria della Nazionale nordafricana agli ottavi di finale dei Mondiali in Qatar. La terza carica dello Stato, il devoto tradizionalista Fontana, nulla ha ritenuto di dire in proposito. Ha lasciato che in una lettera a L’Arena si esprimesse solo il suo fido leghista veronese Vito Comencini, minacciando di dare vita a ronde di cittadini autoconvocati dopo che il sabato precedente un cameriere era stato aggredito da quattro giovani magrebini. E il successivo pogrom scatenato martedì contro gli immigrati in festa? Come se non ci fosse mai stato. Anzi, minacciando le ronde, è come se i leghisti implicitamente lo benedicessero.
Povera Madonna invocata a sproposito, fingendo di non accorgersi di tante altre famiglie innocenti prese a sprangate da una teppaglia di cui Fontana ripetutamente si è fatto paladino. Solo che nel frattempo a lui è toccata una carica istituzionale importante, e con essa responsabilità pubbliche alle quali non dovrebbe più sottrarsi facendo lo struzzo.