Continuare a inviare armi all’Ucraina per tutto il 2023 come concordato con la Nato e l’Unione Europea. E farlo seguendo lo stesso metodo usato fino a due mesi fa dal governo Draghi: con decreti interministeriali secretati e presentati solo al Copasir. Ma il governo lancia anche un amo all’opposizione, soprattutto quella di Pd e Italia Viva/Azione: l’esecutivo si impegna a “mantenere un costante dialogo con il Parlamento”. Un contentino per chiedere il voto di una parte dell’opposizione e isolare il Movimento 5 Stelle. A prevederlo è la risoluzione firmata dai capigruppo di maggioranza al Senato Lucio Malan (Fratelli d’Italia), Massimiliano Romeo (Lega), Licia Ronzulli (Forza Italia) e Antonio De Poli (Noi Moderati) che sarà votata tra pochi minuti dopo le comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto in Senato.
La risoluzione, che il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, è composta da quattro punti: nei primi due il governo si impegna a proseguire “l’azione diplomatica” per raggiungere “una pace giusta e sostenibile nel rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e della integrità territoriale”, ma anche ad “assicurare con tutte le iniziative necessarie e possibili il supporto umanitario alla popolazione civile ucraina rimasta in Patria e ai profughi in fuga dalla guerra”.
Il terzo e il quarto punto invece si concentrano sulle armi. In primis viene confermato l’impegno del governo a continuare a mandare armi ed equipaggiamenti all’esercito di Kiev “coerentemente con quanto concordato in ambito Nato e Unione europea nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte”.
Infine, ed è una aggiunta dell’ultimo momento, il governo si impegna a coinvolgere maggiormente il Parlamento come chiesto a più riprese dal M5S: l’obiettivo dell’esecutivo è quello di “proseguire un percorso volto a mantenere un costante dialogo” con le Camere “tramite comunicazioni alle Camere in riferimento all’esito di importanti consessi internazionali, ovvero in aggiornamento rispetto alle future iniziative diplomatiche che verranno intraprese”. Un impegno generico: le comunicazioni al Parlamento non riguarderanno i nuovi invii di armi. Il ministro della Difesa Crosetto infatti, durante la sua relazione al Senato, ha fatto sapere che il sesto decreto interministeriale sarà secretato e presentato solo al Copasir “come avvenuto fino ad oggi”.
Lo scopo dell’aggiunta alla risoluzione è quello di ottenere il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza anche da parte delle forze di opposizione. Pd e Terzo Polo diranno “sì”: entrambi hanno presentato due risoluzioni molto simili a quelle della maggioranza. Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra invece non ci staranno: entrambi chiedono di fermare gli invii militari a Kiev.