Segnatevi questa frase: “Vedere ex leader della sinistra fare i lobbisti in grandi affari internazionali non è solo triste, dice molto sul perché le persone non si fidano, non ci credono più”. Parole del vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, pronunciate nelle stesse ore nelle quali il Qatargate investiva il Parlamento europeo, con l’Italian connection che vede tra gli accusati e i coinvolti a vario titolo esponenti e personaggi della sinistra e del sindacato. Primo fra tutti l’ex europarlamentare Pd, ora Articolo 1, Antonio Panzeri con il sequestro di 500 mila euro nella sua casa di Bruxelles.
Perché le parole di Provenzano vanno tenute a mente? Perché a distanza di tre lunghe giornate sono l’unica reazione significativa alla domanda che avrebbe dovuto subito coinvolgere Pd, Articolo Uno e in generale l’area cosiddetta progressista: esiste una questione morale a sinistra? Se pure il bersaglio immediato di Provenzano era Massimo D’Alema, che ha propiziato l’interessamento di un paperone qatariota ad acquisire la raffineria Lukoil di Priolo in Sicilia, resta evidente che per il dirigente del Pd la frase sulle “persone che non si fidano, che non ci credono più” valga a maggior ragione dopo che gli elettori del suo partito hanno appreso dei sacchi colmi di denaro contante.
Sì, c’è un elefante nel corridoio (vero Bersani?) dei partiti della sinistra, eppure da quei pensosi sinedri si risponde con una forte e indignata aggettivazione: “Gravissimo” (Paolo Gentiloni, commissario europeo); “ripugnante” (Paola Picierno, vicepresidente a Strasburgo); addirittura una raffica di “sconcerto, dolore, schifo, molta rabbia” (Brando Benifei, capo delegazione del Pd a Bruxelles). Quanto al dibattito congressuale Democrat, be’ tenetevi forte. Stefano Bonaccini (a stento trattenuto dai conduttori di In Onda): “Serve una politica più sobria”. Mentre la rivale Elly Schlein, visibilmente turbata dal “danno procurato all’istituzione europea” ha auspicato che “sia fatta piena luce” (con il soave Fabio Fazio che si guardava bene dall’insistere sul tema: per caso anche la sinistra ruba?).
Rispetto a questo vuoto spinto resta forse più comprensibile il silenzio luttuoso di Speranza e C. che, probabilmente, non sanno a che santo votarsi (da non confondere con il rispettoso riserbo di quelli di Sinistra Italiana che cercano disperatamente di sotterrare il caso Soumahoro). Infatti, che la sinistra fosse così combinata le persone “che non si fidano, che non ci credono più” lo avevano già capito prima del 25 settembre.