Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo riguardo agli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2. L’accordo è sancito in un pacchetto di 14 proposte chiamato “Pronti al 55%”, il cui obiettivo principale è quello di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. A criticare questi provedimenti però è il presidente dell’ente regionale sardo, Christian Solinas, che li ritiene “pericolosi” per l’economia della Sardegna. Il presidente infatti sostiene che tali misure possano incidere negativamente sui trasporti marittimi della Sardegna e sui servizi. La Preoccupazione maggiore rigurada il potenziale aumento dei costi di trasporto, con eventuali ripercussioni che potrebbero mettere a rischio investimenti e posti di lavoro.
Per denunciarlo, scrive una lettera al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo al governo «di esercitare la massima pressione politica in seno al Consiglio dell’Unione Europea» in modo tale che, all’insieme delle 14 proposte legislative in discussione, vengano approvati anche alcuni emendamenti che prevedono misure di impatto minore per i territori insulari.
Christian Solinas conclude le polemiche chiedendo l’appoggio del governo Meloni: «L’auspicio finale è che il Governo italiano sostenga le posizioni suesposte nell’approvare misure che, senza i suddetti correttivi, rischiano di mettere in grave difficoltà il già fragile contesto territoriale insulare che, per estensione territoriale e demografica, rappresenta una caratteristica precipua italiana e pertanto dotato di una valenza strategica per il Paese.»
Secondo Solinas quindi “Pronti per il 55%” «dovrebbe andare di pari passo con la promozione della coesione economica, sociale e territoriale», a discapito però della lotta ai cambiamenti climatici, questione ormai imprescindibile a livello europeo, se non addirittura mondiale.
13 Dicembre 2022