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RDC, L’ULTIMA UMILIAZIONE DI DURIGON: ANCHE IL LAUREATO FACCIA IL CAMERIERE. LA MANOVRA DEI DISASTRI RITARDA ANCORA. La manovra dei mille intoppi è arrivata infine alla Camera, nonostante i ritardi e l’ultimo errore beffa. Quell’emendamento da 450 milioni per i Comuni, approvato per errore: è stato eliminato dalla Commissione bilancio nel pomeriggio e la manovra tornerà in Aula alle 20, dove il governo porrà la questione di fiducia. Con lo slittamento dei tempi, l’approvazione non arriverà prima del 24 ora di pranzo. Il testo passerà poi al Senato senza discussione e l’insieme dovrebbe essere approvato con un altro voto di fiducia il 31 dicembre, cioè per il rotto della cuffia per evitare l’esercizio provvisorio. La svista, comunque, non era solo quella sui soldi ai comuni: la Ragioneria di Stato ha chiesto di correggere altri 44 errori. Resta il dubbio su una norma sensibile e molto criticata come quella che leva la definizione di “congruità” dall’offerta di lavoro per i percettori di reddito di cittadinanza. L’emendamento promosso dal partito di Maurizio Lupi si è “dimenticato” di interviene su un altro articolo del decreto del 2019 che introduce il sussidio, e quindi il riferimento all’offerta “congrua” resta. Ma non è in discussione l’intenzione della destra sul mandare in soffitta il Rdc. A scanso di equivoci valgono le parole del leghista Durigon, per esempio, che oggi sulla congruità del lavoro ha detto che dal suo punto di vista un laureato non dovrebbe fare lo schizzinoso e accettare anche un lavoro da cameriere. Giorgia Meloni ha ammesso i problemi ma minimizza e si giustifica con il solito vittimismo: nonostante i gironi complessi e le mille difficoltà la manovra non è una catastrofe, “tutto il racconto fatto contro di noi sta tornando indietro come un boomerang”. Per le mance alle categorie amiche, però, c’è sempre tempo. Sul Fatto di domani vedremo che non è per niente così. Stasera, dopo un’intervista pre-natalizia a Porta a Porta, la premier partirà per l’Iraq per salutare i militari italiani in missione nel Paese.
PER NORDIO “IL TROJAN È UNA PORCHERIA” E L’ABUSO D’UFFICIO VA ABOLITO. SCARPINATO “SI PREPARA L’ASSALTO ALLA DILIGENZA”. La norma per fermare i trojan nelle indagini per corruzione piace non solo a Berlusconi e a Forza Italia, ma anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, eletto in quota Fratelli d’Italia. Oggi Nordio ha spiegato che per lui il “trojan è incivile” e che non è vero che è utile all’antimafia, perché “un mafioso vero non parla al telefono”. Sarà vero? Sul Fatto di domani ricorderemo la lunga lista di grandi inchieste e operazioni, dalla cattura di Provenzano in giù, che senza le intercettazioni ambientali (come il trojan) non sarebbero state possibili. Ma c’è di più. Non contento, il Guardasigilli ha annunciato che “entro quindici giorni” proporrà la soppressione del reato di abuso d’ufficio per sindaci e amministratori. “Così daremo uno slancio enorme alla nostra economia perché oggi gran parte dell’attività amministrativa è paralizzata dalla cosiddetta paura della firma”. La lettura politica data oggi da uno dei principali pm antimafia italiani come Roberto Scarpinato fa tremare i polsi: “La maggioranza smantella tutti i controlli di legalità sulla corruzione”, spiega, ”perché stanno arrivando i soldi del Pnrr e si prepara “l’assalto alla diligenza”.
EUROSCANDALO: KAILI RESTA IN CARCERE “STA COLLABORANDO”. Anche Eva Kaili collabora con gli inquirenti. Lo riferisce il suo avvocato, a margine dell’udienza di convalida dell’arresto. I giudici di Bruxelles hanno stabilito che resterà in carcere ancora per un mese, fino alla prossima udienza. Secondo il legale, Kaili starebbe “collaborando attivamente con gli inquirenti” e contesta le accuse di corruzione. In aula non ha rilasciato dichiarazioni, ma dai verbali pubblicati sul fattoquotidiano.it emerge la sua versione: i soldi trovati in casa sua erano lì perché ce li aveva messi il compagno Francesco Giorgi per conto di Antonio Panzeri (“Si fida più di Francesco che del suo appartamento – dichiara Kaili – Penso che sia a causa della mia immunità”). Lei sarebbe estranea al giro di denaro. Intanto però fonti dell’Eurocamera, riferite all’Ansa, consigliano di accendere un faro sul Comitato per la scienza e la tecnologia, diretto proprio da Eva Kaili dal 2017 e che, secondo queste fonti, avrebbe regalato alla politica socialista greca “un’accelerazione improvvisa alla carriera e un’esposizione maggiore alle lobby e molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici”. Sul Fatto di domani proseguiremo a raccontarvi lo scandalo che scuote Bruxelles.
DOPO WASHINGTON, ZELENSKY A BRUXELLES A FEBBRAIO. OLTRE I PATRIOT, GLI EFFETTI DELL’INCONTRO CON BIDEN. Come atteso, la breve visita di Zelensky a Washington è stata un trionfo. Standing ovation e applausi al Congresso, dove ha detto: “L’Ucraina non è caduta. È viva e combatte”. Il dato più importante dopo la visita per ora è l’invio di missili Patriot. La stampa Usa mostra un certo scetticismo sui risultati concreti del vertice Biden-Zelensky: secondo il Washington Post, la calorosa accoglienza ricevuta da Zelensky e le promesse di ulteriori aiuti militari ed economici (1,85 miliardi l’ultimo pacchetto) non bastano a celare le differenti priorità di Washington e Kiev. E, soprattutto, l’impressione è che si sia raggiunto il limite massimo sulle forniture militari. Dopo i Patriot, cos’altro si può mandare? Sul Fatto di domani approfondiremo questa analisi. Il presidente ucraino intanto è rientrato in patria, ed è stato invitato al summit del 3 febbraio prossimo con i leader dell’Unione europea. Emmanuel Macron però raffredda gli entusiasmi ed esprime perplessità sull’ipotesi che l’Ucraina aderisca alla Nato, giudicandola improbabile. Il presidente francese ha anche affermato che “l’Unione europea dovrebbe assumere un ruolo più deciso all’interno della Nato e limitare la sua dipendenza dagli Stati Uniti”. Nel frattempo, i russi concentrano lo sforzo bellico ancora una volta sul Donbass, con l’obiettivo di “liberare completamente” la regione secondo le parole del generale russo Valery Gerasimov. Putin ha detto che troverà un antidoto per i Patriot americani sul campo di battaglia, mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova ha definito Zelensky “il figlio di puttana” dell’Occidente. Secondo il Pentagono, la Corea del Nord avrebbe cominciato a fornire armi alla milizia privata russa Wagner impegnata in Ucraina.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Rigassificatore di Piombino, il Tar boccia il ricorso del Comune. Il Tribunale civile del Lazio non ha trovato fondata la richiesta di sospensiva dell’autorizzazione d’emergenza data all’impianto e non ravvisa rischi per la pubblica incolumità.
Caso Hasib Omerovic, prove di depistaggio. Ieri è stato messo ai domiciliari con l’accusa di tortura Andrea Pellegrini, uno dei poliziotti protagonisti del blitz che ha portato alla caduta del 35enne rom. Altri 4 agenti hanno ricevuto un avviso di garanzia. Nell’ordinanza gli scambi di chat e chiamate tra due ispettori che parlano di una relazione edulcorata per evitare ripercussioni negative.
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