“Il tempo di fare pipì e bere un caffè… ha messo la roba nella borsa”. È il 4 giugno 2022. Pier Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare ora in arresto per l’inchiesta su un presunto giro di mazzette al Parlamento europeo, ride e disquisisce al telefono di borse piene con la moglie Maria Dolores Colleoni e la figlia Silvia presi nel corso di un viaggio in Marocco. La famiglia chiacchiera al telefono. I tre non immaginano di essere intercettati. Non sanno che i servizi segreti del Belgio hanno già documentato con un servizio fotografico mazzette di banconote nell’appartamento di Panzeri. E la loro conversazione finisce negli atti dell’indagine condotta dalla procura federale belga. Con una “introduzione” che mira a illustrarne il contesto.
“Le informazioni che ci sono pervenute – scrivono gli inquirenti – indicano che Panzeri Pier Antonio e sua moglie abbiamo utilizzato un viaggio in Marocco nel giugno 2022 per riportare eventuali ricompense per attività di interferenza a beneficio del Marocco”. Che si tratti di soldi o altro, l’introduzione degli inquirenti belgi non lo precisa, ma di certo lo rubrica alla voce “ricompense”.
L’incontro in Marocco è stato piacevole, racconta la moglie di Panzeri: “È andato tutto bene, siamo state spacciate per vip, siamo andate da Atmoun a prendere un caffè…” dice la Colleoni.
Chi è Atmoun? L’ambasciatore del Marocco in Polonia, che di nome fa Abderrahim. Panzeri chiede alla moglie: “Hai visto le scatole?”. E lei: “Si (…) perché dopo aver lasciato alcuni prodotti nelle borse prima di partire”. Scatole, borse, prodotti non precisati. O più in generale “roba”. Il fatto certo è che le due donne non sono tornate dal Marocco a mani vuote.
La conversazione prosegue. Il telefono passa alla figlia di Panzeri, Silvia, ed è proprio lei a parlare della “roba” finita in borsa. Ecco la parte della conversazione tra Panzeri e sua figlia.
Silvia Panzeri (S): Sì
Pier Antonio Panzeri (P): Ciao amore mio!
S.: Cosa vuoi che chieda! Ti sta già dando delle info e non ha chiesto niente, cosa vuoi che chieda in cinque minuti che siamo rimasti
P.: Eh eh
S.: Il tempo di fare pipì e bere un caffè… ha messo la roba nella borsa, di cosa vuoi che inizi a discutere? Andiamo!
P.: Hi hi hi, beh… Glielo spiego io, bravo! Glielo spiegherò
S.: D’accordo
Alle 14.05
dello stesso giorno Pier Antonio Panzeri parla proprio con Abderrahim Atmoun (in totale i contatti tra i due finiti nei tabulati processati dagli inquirenti sono 24) e anche in questo caso continuano a far riferimento a qualcosa che è finito nella valigia della moglie dell’ex eurodeputato. Poi si discute anche di una convenzione che dovrebbe scrivere Silvia Panzeri e che poi dovrà essere mandata all’ambasciatore.
Atmoun (A): Se n’è andata con i prodotti, alcuni prodotti
Pier Antonio Panzeri (P): Eh
A.: (Imitando una voce femminile) “Nooo non posso portare perché temo di no (inc)!”, l’ho messo nella… borsa, e ho messo un sacco di roba (…) nella borsa di tua moglie… hi hi hi
P.: Hi hi hi (…) ascolta (…) Ci contattiamo per questa cosa di… di mia figlia… (…) gli farò scrivere una bozza del convegno che poi ti manderò
A.: Sì
P.: Per vedere se va bene! con… il consiglio di…
A.: Di tua figlia?
P.: Alcuni… si
A.: D’accordo
P.: Questa cosa dei… marocchini nel mondo (…) Scriverò un’ipotesi di contratto, va bene! Ecco!
A.: Sì sì! Come un contratto per l’anno (…) d’accordo?
P.: Ok!
Dei regali poi si torna a parlare anche in un’altra intercettazione di quasi due mesi successiva. Si tratta di una discussione avvenuta nell’appartamento della coppia Panzeri-Colleni. Scrivono gli investigatori negli atti: “Nell’ambito della nostra assistenza tecnica (…), la nostra attenzione è stata attirata su informazioni potenzialmente indicanti la presenza di beni acquisiti illecitamente all’interno del domicilio italiano della coppia Panzeri- Colleoni”.
Nel brogliaccio la conversazione è riportata così: “Il 29 luglio 2022 Panzeri e Colleoni discutono. Panzeri domanda a sua moglie se ha mostrato alla figlia la foto del ‘regalo’. Alla ragazza è piaciuto molto. Dolores è seccata di doverlo tenere a casa, aggiunge: ‘Dobbiamo sperare che non torniamo qui, troveremmo di tutto e di più”.
In casa Panzeri nei mesi successivi si discute di soldi. E volano gli insulti.
Il 14 ottobre 2022 viene intercettato un sms: “Non vedo affatto la beneficenza di 5000 euro. Stronzo”. Scrivono gli investigatori: “Questo sms è da collegare a precedenti conversazioni rilevanti (sms) tra Panzeri e sua moglie, quest’ultima insiste ancora e insulta il marito per ottenere da lui 5000 euro”.
E subito dopo gli investigatori aggiungono un’annotazione. Leggiamola: “Questa conversazione – scrivono gli inquirenti – dovrebbe essere collegata alla precedente rilevante conversazione durante la quale la signora (Colleoni, ndr) rimprovera al signore (Panzeri, ndr) di aver utilizzato i soldi sul suo conto e gli chiedeva di riportare denaro da Bruxelles per salvare quanto aveva preso affermando che aveva avuto 72.000 euro e che ora le sarebbero rimasti solo 25.000 euro”.
Dal 9 dicembre scorso Panzeri è in carcere a Bruxelles, mentre sua moglie e sua figlia sono agli arresti domiciliari nelle loro abitazioni in Italia. Sui loro rispettivi conti sono in corso accertamenti finanziari.