Il Fatto di domani. Mentre si indaga sulla rete di Messina Denaro, bufera sulla destra per l’impresentabile al Csm. Poi la retromarcia di Meloni

Di FQ Extra
17 Gennaio 2023

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MESSINA DENARO: L’INDAGINE SULLA “RETE DI PROTEZIONE”. TROVATA E PERQUISITA L’ULTIMA CASA DEL BOSS. Matteo Messina Denaro si nascondeva a 9 km da casa sua. Il suo covo, o meglio la sua ultima abitazione in cui secondo gli inquirenti si era trasferito da almeno sei mesi, era a Campobello di Mazara nel Trapanese. Lo stesso paese di Giovanni Luppino, l’agricoltore che lo accompagnava ieri, finito in manette per favoreggiamento. L’appartamento, intestato ad Andrea Bonafede, è stato perquisito dai carabinieri del Ros stanotte, con il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido. Sono stati trovati scarpe e vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole di viagra e profilattici. Nessuna agenda rossa di Borsellino e nessun “papello” di Riina, niente di rilevante per spiegare i misteri della latitanza trentennale del boss mafioso. Che intanto è stato rinchiuso nel supercarcere dell’Aquila, al 41 bis. Il vero Andrea Bonafede è indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento aggravato e sta collaborando con i magistrati. Ha ammesso di conoscere da una vita Matteo Messina Denaro e di aver usato i suoi soldi per comprare la casa di Campobello di Mazara. Le indagini si stanno concentrando sull’identificazione della “rete di protezione” intorno all’ex superlatitante, e viste le sue condizioni di malato oncologico si comincia da medici e strutture sanitarie. È indagato anche il medico di base che aveva in cura il superlatitante. Si chiama Alfonso Tumbarello, per anni ha avuto in cura due pazienti omonimi ma, al contrario di quanto accaduto alla clinica oncologica palermitana dove Messina Denaro è stato arrestato ieri, gli inquirenti non credono che gli sia sfuggita la vera identità di uno dei due Bonafede. Tumbarello è stato candidato sindaco di Campobello di Mazara nel 2011, per l’allora Pdl e nel 2006 era nelle liste regionali dell’Udc, a sostegno di Totò Cuffaro (che oggi nega rapporti con lui). Sul Fatto di domani seguiremo tutti gli sviluppi delle indagini e approfondiremo la questione della “borghesia mafiosa” che ha garantito la latitanza di Messina Denaro: la tesi è stata rilanciata ieri dal procuratore De Lucia.


NORDIO, GIRAVOLTA SULLE INTERCETTAZIONI (GLISSANDO SULLA CORRUZIONE). Il ministro della Giustizia ha messo la firma sul carcere duro per Matteo Messina Denaro e compie un’inversione a U sulle intercettazioni: “Fondamentali per mafia e terrorismo, sono anni che lo ripeto”. Eppure, giusto prima di Natale il Guardasigilli la pensava diversamente: “Nessun mafioso parla al telefono”. Sul Fatto di domani vedremo se la destra intende davvero abbandonare il progetto di modifica di questo strumento di indagine. Non tutti hanno recepito il messaggio, al governo. Il viceministro della Giustizia Paolo Sisto (ex legale di Berlusconi) detta la linea: i mafiosi si intercettano, gli altri si vedrà. Il sospetto è che Forza Italia (e frange della maggioranza) vogliano allontanare corrotti e corruttori dall’orecchio degli inquirenti. Sisto mette le mani avanti: “Ci stiamo occupando dell’abuso d’ufficio, del traffico di influenze. Sarà il ministro Nordio a dettare i tempi, come un direttore d’orchestra”. Sul giornale di domani daremo conto delle lotte nel governo per indebolire le indagini sui colletti bianchi.


CSM, MELONI CANDIDA “L’IMPRESENTABILE”. PRESIDENZIALISMO E AUTONOMIA, LA TRATTATIVA DI CASELLATI. La ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati ha incontrato Roberto Calderoli e i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato per parlare della svolta presidenzialista auspicata dalle destre (e da Matteo Renzi). Ma non è un mistero come il Carroccio sia in pressing sull’autonomia, invisa ad una parte degli alleati. La devoluzione dei poteri alle Regioni non è gradita a una parte di Fratelli d’Italia. Tra loro c’è Fabio Rampelli, che intervisteremo sul Fatto di domani. Nemmeno la premier giudica l’Autonomia una priorità: la riforma dovrà essere bilanciata dal presidenzialismo per rafforzare i poteri dello Stato centrale. “Oggi è una giornata dedicata al presidenzialismo, non ci sono altri argomenti”, ha dichiarato Calderoli. La via della riforma è solo all’inizio. Casellati incontrerà giovedì i rappresentanti di Azione e Italia Viva, lunedì sarà il turno del M5s. L’appuntamento col Pd è da mettere in agenda. Le consultazioni si concluderanno il 30 gennaio, solo allora il governo metterà sul tavolo la sua proposta. Sul giornale di domani apriremo anche la pagina della Giustizia, con l’elezione dei 10 componenti laici del Consiglio superiore della magistratura: 7 al centrodestra (4 indicati da Fratelli d’Italia, 2 dalla Lega, da Forza Italia), 3 alle opposizioni (un candidato a testa per M5s, Pd e Renzi e Calenda). Ma alla prima chiama, nel Parlamento in seduta comune a Montecitorio, Fratelli d’Italia non ha votato. Il motivo è che il M5s ha puntato il dito contro il candidato di Meloni Giuseppe Valentino, indagato in un’inchiesta sulla ’ndrangheta. Certo non il nome più specchiato, mentre la premier plaude all’arresto di Messina Denaro. Così, Valentino viene sostituito da Felice Giuffrè. Sul giornale di domani, poseremo la lente sui nomi per il vertice della magistratura.


BENZINAI, SCIOPERO CONFERMATO E GOVERNO VERSO LA FIGURACCIA. LE VERTENZE SCUOTONO FRANCIA E REGNO UNITO. L’inflazione italiana rallenta, ma poco, soprattutto rispetto al resto d’Europa. Nel mese di dicembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo è stato dell’11,6% su base annua, principalmente a causa dall’andamento dei prezzi degli energetici. Sul caro carburanti, è fallito il tentativo in extremis del governo di salvare la faccia e scongiurare lo sciopero dei benzinai, che dopo aver incontrato il ministro Urso oggi pomeriggio hanno confermato la serrata del 25 e 26 gennaio. Sul Fatto di domani andremo anche in Francia e Regno Unito per seguire le pesanti ondate scioperi annunciate, nel primo caso (sarà giovedì 19), o in corso da settimane, nel secondo. Intanto, si è svolta oggi la riunione dell’Ecofin per discutere della risposta europea al piano colossale di aiuti varato dagli Stati Uniti (l’Inflation Reduction Act, Ira). Sarà un green deal europeo, ha annunciato Ursula von der Leyen. Per il nostro Paese c’era il ministro Giancarlo Giorgetti, che ha assunto l’inedita veste di “falco”, parlando contro l’allentamento delle regole europee che limitano gli aiuti di Stato. Il ragionamento è il seguente: “il semplice allentamento delle regole degli aiuti di Stato non è una soluzione perché sarebbe sproporzionato avvantaggiare gli Stati membri che godono di un margine di bilancio più ampio, aggravando così le divergenze economiche all’interno dell’Unione e conseguente frammentazione del mercato interno”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Fondi russi, archiviato il caso Metropol. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per i tre italiani e i tre russi accusati di corruzione internazionale nel cosiddetto “caso Metropol”. La procura scrive che che “a prescindere da ogni valutazione circa il fatto che Matteo Salvini – mai indagato – fosse a conoscenza delle trattative”, non sono emersi elementi concreti che mostrano che il leader della Lega abbia “fornito un contributo causale” al tentativo di finanziamento illecito al suo partito.

Euromazzette, Panzeri si pente, il cerchio si allarga. Antonio Panzeri rimarrà in carcere per altri due mesi almeno. Lo conferma la Procura federale belga dopo l’udienza sulla custodia cautelare. Sul fattoquotidiano.it in esclusiva la deposizione di Francesco Giorgi agli inquirenti di Bruxelles. L’assistente parlamentare e compagno di Eva Kaili ha dichiarato che gli altri “deputati corrotti sono Marc Tarabella e indirettamente Andrea Cozzolino”. I due potrebbero essere accusati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio: su Tarabella le accuse sono circostanziate anche dalle dichiarazioni di Panzeri, che sostiene di averlo “ricompensato più volte per un importo totale di 120mila o 140mila euro consegnati in contanti”. Da Bruxelles fanno sapere che Panzeri si è pentito e ha firmato un accordo con la procura federale che prevede la reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti, stimata attualmente in un milione di euro.

Assange, intellettuali Usa contro l’estradizione. Si insedia negli Usa il tibunale per i diritti umani “Belmarsh Tribunal”, che chiederà a Biden di ritirare le accuse contro Julian Assange. Sul Fatto di domani ne parleremo con una delle protagoniste, la giornalista Amy Goodman, direttrice di Democracy Now.

La Cina sta cambiando. La popolazione cinese è calata nel 2022 per la prima volta in oltre 60 anni: ormai sta attraversando una conclamata crisi demografica. Nel frattempo, Pechino continua a lavorare alla sua egemonia economica, affondando sempre di più le mani in Africa. Su FQ Extra un approfondimento su come funziona questa diplomazia dello yen.

Dino Baggio sul doping: “Troppi calciatori malati, ho paura”. “Vialli? Si dovrebbe risalire a quello che abbiamo preso, alle sostanze che abbiamo utilizzato in quel periodo – dice l’ex calciatore vicecampione del mondo a Usa 94. “Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori con il tempo fanno bene oppure no. Ho paura anch’io. Sta succedendo a troppi calciatori”.


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