Il Fatto di domani. Nordio attacca l’antimafia e tace sui corrotti: la campagna del Fatto per le dimissioni. Trovato il terzo covo di Messina Denaro

Di FQ Extra
19 Gennaio 2023

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MESSINA DENARO, NEL SECONDO BUNKER UN’AGENDA CIFRATA. TROVATO UN TERZO COVO. La Polizia ha scoperto un terzo covo in cui ha vissuto Matteo Messina Denaro, fino a giugno 2022. Si tratta di un appartamento – secondo le prime informazioni vuoto e in vendita – a Campobello di Mazara, il paese in cui sono stati individuati gli altri due rifugi del capomafia. Al secondo giorno in carcere, il boss non si è presentato davanti ai giudici di Caltanissetta che lo hanno convocato in videoconferenza nell’ambito del processo sulle stragi del 1992, dove è imputato come mandante. L’udienza è stata di conseguenza rinviata al 9 marzo. Nel frattempo è stata sequestrata anche la casa di proprietà della mamma del vero Andrea Bonafede, a Campobello di Mazara. Nel bunker trovato ieri, la scientifica sta cercando tracce biologiche, e ci sarebbe una scoperta potenzialmente molto rilevante: un’agenda scritta a mano in codice, che per gli inquirenti potrebbe essere un libro mastro con numeri, nomi, sigle. Insomma, il documento della rete di relazioni di Messina Denaro che potrebbe risalire anche molto indietro nel tempo e spiegare molti passaggi della latitanza. Per prima cosa è stata disposta una perizia per capire se la grafia è del superlatitante. Nel frattempo, a Palermo è stato convalidato l’arresto di Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro nel giorno dell’arresto, che davanti al Gip aveva dichiarato di ignorare la vera identità di colui che stava accompagnando. A questa versione non credono per nulla i pm, che nella richiesta di convalida hanno scritto anzi che Luppino “risulta la persona più vicina allo storico capomafia su cui si sia riusciti ad oggi a mettere le mani”. Un collaboratore certamente fidato, addirittura “verosimilmente custode di verità inerenti le pagine più cupe della storia repubblicana”. I magistrati ritengono che Luppino sia un tassello importante della rete che ha garantito la latitanza di Messina Denaro. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità dall’inchiesta in Sicilia.


CARTABIA, ECCO LE MODIFICHE DEL GOVERNO. NORDIO ATTACCA L’ANTIMAFIA E TACE SUI CORROTTI: PARTE LA CAMPAGNA DEL FATTO PER LE DIMISSIONI. Dopo la standing ovation di Montecitorio per la cattura di Messina Denaro, Carlo Nordio prende la parola e rincara la dose contro le intercettazioni. Nella sua relazione sullo Stato della Giustizia, il ministro tace sulla corruzione. In compenso, “striglia” le toghe inquirenti: “Il Parlamento non sia supino verso i pubblici ministeri”. Secondo Nordio, chi indaga sulla criminalità organizzata matura una visione “pan-mafiosa”: uno strabismo che indurrebbe i magistrati a vedere i clan ovunque. Il ministro ha garantito che le intercettazioni non si toccano, né per le inchieste sui clan né “per i reati satellite”. Eppure, non ha citato le tangenti dei colletti bianchi, esclusi (grazie al decreto rave) dalle imputazioni ostative ai benefici penitenziari. D’altro canto, ha indicato i casi giudiziari dei generali Mario Mori (l’ex capo del Ros che non perquisì il covo di Riina) e Giampaolo Ganzer (processato per droga) come esempi di mala giustizia. Dai banchi delle opposizioni monta la protesta. “La mafia non usa più le bombe ma le mazzette”, replica il leader M5s, Giuseppe Conte. Poco fa si è riunito il Consiglio dei ministri per correggere una delle falle della legge Cartabia: si ripristinerà la procedibilità d’ufficio (senza querela) solo in caso di aggravante mafiosa, ma per tutto il resto la riforma ammazza-processi continuerà a fare danni. Sul Fatto di domani racconteremo le sortite di un ministro che mina i fondamenti della Giustizia. Per chiedere le dimissioni di Carlo Nordio lanceremo una campagna di raccolta firme. Intanto, il Parlamento ha eletto il 10° componente laico del Consiglio superiore della magistratura: è Felice Giuffrè, indicato da Fdi al posto di Giuseppe Valentino (indagato in un processo di ’ndrangheta). Su FQ Extra un nuovo visual data sui costi della corruzione.


NELLA PARTITA DELLE NOMINE GIORGETTI “PERDE” UN UOMO: VIA IL SUPER-TECNICO RIVERA. IN FRANCIA, SCIOPERO IMPONENTE. Poteva andare peggio. Al forum economico di Davos, la presidente della Bce Christine Lagarde ha detto che, al contrario delle previsioni, nell’eurozona si andrà probabilmente solo verso una piccola contrazione dell’economia nel 2023, grazie al fatto che il mercato del lavoro “non è mai stato così vivace”. Va bene anche alle vertenze, sembra. In Francia oggi i sindacati hanno vinto la scommessa della partecipazione alla prima delle tre mobilitazioni annunciate contro la riforma delle pensioni di Macron, riuscendo a portare in piazza oltre 400 mila persone a Parigi e altrettante nelle altre 200 città dove si è sfilato. L’ultima manifestazione contro la riforma, nel 2019, aveva portato nella capitale francese 250 mila persone. Macron però è all’estero, impegnato in Spagna per un bilaterale. Anche a Roma una protesta più piccola ma consistente ha avuto luogo sotto il ministero delle Imprese, da parte di oltre 700 lavoratori dell’ex Ilva di Taranto che, nel giorno del tavolo con l’azienda, chiedono che Arcelor Mittal lasci l’impianto. Nel frattempo in un altro ministero, quello dell’Economia, avveniva una defenestrazione. Sarà cambiato il direttore generale del Tesoro, che non sarà più il super tecnico Alessandro Rivera, emanazione del precedente governo e difeso dal titolare del dicastero, Giancarlo Giorgetti. Sarà sostituito da Riccardo Barbieri. Sul Fatto di domani vedremo cause e conseguenze di questo giro di nomine, che rafforza la leadership di Giorgia Meloni. Per un po’ si era vociferato che il nuovo direttore generale potesse essere l’attuale presidente di Ita Airways, Antonio Turicchi. Ieri è arrivata sul tavolo del Mef l’offerta di Lufthansa per l’acquisto di una quota del 40% dell’ex compagnia di bandiera. Sul giornale di domani leggerete una nostra analisi di questa operazione: mostreremo perché ancora una volta la cattiva gestione del dossier farà sì che lo Stato ci rimetterà. Nulla di fatto sul dossier carburanti: i benzinai hanno confermato lo sciopero del 24-26 gennaio. Saranno chiusi anche gli impianti self-service.


UCRAINA, LO SPETTRO DELLA CRIMEA. INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DEL KOSOVO. Il presidente ucraino Zelensky è intervenuto al forum di Davos affermando di non essere “del tutto sicuro” che Putin sia ancora vivo e sia lui a prendere le decisioni sulla guerra. A parte la secca smentita di Mosca (“La Russia e Putin esistono ed esisteranno”), anche per gli esperti la speculazione non è da considerare seriamente. Più o meno come l’ennesima minaccia dell’ex presidente russo Medvedev di un’escalation nucleare. Si intensifica il pressing sulla Germania per l’invio di carri armati Leopard 2 a Kiev. La decisione sarà verosimilmente presa domani a Ramstein nel summit allargato della Nato sul conflitto. Gli Stati Uniti, i primi a spingere su Berlino in previsione di un escalation militare in primavera, si presenteranno con un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2,5 miliardi di dollari, che comprende anche i blindati da combattimento Stryker e i carri armati Bradley. Il ministro della Difesa Usa Loyd Austin ha incontrato a Berlino il suo omologo appena nominato Boris Pistorius. La Gran Bretagna ha annunciato che invierà a all’Ucraina 600 missili supersonici Brimstone. E il New York Times ha rivelato che qualcuno alla Casa Bianca comincia a pensare di rompere un altro tabù e acconsentire a un attacco ucraino alla Crimea, per rafforzare il peso negoziale di Kiev in future (ma ancora lontanissime) trattative. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca della giornata, leggerete un’intervista a Vjosa Osmani, premier del Kosovo, che si appresta a festeggiare il 15esimo anniversario dell’indipendenza dalla Serbia tra le contraddizioni, come racconta il reportage sul giornale di oggi.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Eva Kaili resta in carcere, il legale denuncia “tortura”. Convalidata la custodia cautelare in carcere. Secondo il suo avvocato, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo è stata tenuta due giorni in isolamento, al freddo, e senza possibilità di lavarsi, “come nel Medioevo” e ha potuto vedere solo 2 volte la figlia di 2 anni. E su Panzeri, che ha cominciato a collaborare, l’avvocato commenta: “Si sta comprando un futuro”. Monica Rossana Bellini, arrestata ieri dalla Gdf su richiesta della procura belga, avrebbe commesso illeciti fino al 26 dicembre.

Unicusano, sequestro da 20 milioni e contestate spese per 2 milioni. Auto di extra-lusso, elicotteri, viaggi e aerotaxi comprati con il denaro che sarebbe dovuto servire a pagare le tasse. Sotto inchiesta ci sono Stefano Bandecchi, fondatore dell’istituto e amministratore di fatto dell’università, Giovanni Puoti, Stefano Ranucci e Fabio Stefanelli, attuale amministratore delegato.

I guai della Juve. Domani arriverà la decisione della Corte d’Appello della Federcalcio sulla riapertura del processo sulle plusvalenze. Dopo l’assoluzione in primo e secondo grado, dalla procura di Torino sono arrivati nuovi documenti. Il Corriere oggi ha pubblicato la carta già anticipata dal Fatto Quotidiano con cui il club avrebbe garantito a Cristiano Ronaldo gli arretrati (non pagati durante la pandemia) senza apparire nei bilanci.

Nuova Zelanda, si dimette la premier Jacinda Ardern. “Non ho più le energie per andare avanti”. La premier ha annunciato la sua decisione dicendo di voler passare più tempo con la famiglia e ha chiesto al compagno di sposarsi.


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