La lettura dei quotidiani è spesso un’eccellente dimostrazione di quanta ragione avesse Mark Twain quando affermava: “Se non hai letto il giornale sei disinformato. Se lo hai letto sei mal informato”.
Per trovare la notizia sulla risoluzione del Consiglio europeo in favore del Reddito minimo da erogare anche a chi sta cercando lavoro (i cosiddetti occupabili) ieri mattina non bastava la lente d’ingrandimento. La notizia, infatti, non c’era. Eppure, come si dice in gergo, era succosa. Non solo perché i governi Ue si erano messi d’accordo per chiedere alla Commissione di raccomandare ai Paesi membri di dare a tutti i poveri un sostegno economico senza nessun limite di durata. Ma perché tra chi l’8 dicembre si era espressa a favore c’era pure la nostra ministra del Lavoro, Marina Calderone. Cioè l’esponente di un esecutivo che nelle stesse settimane decideva di smettere di versare, a partire da luglio, il Reddito di cittadinanza agli occupabili e stabiliva di toglierlo a tutti a fine anno, promettendo però di sostituirlo con una misura diversa. Con un sussidio che in ogni caso sarà dato solo a chi non è in grado di lavorare.
Qui non abbiamo alcuna intenzione di entrare di nuovo nella diatriba Reddito sì o Reddito no. Quello che pensiamo lo abbiamo scritto più volte, così come abbiamo pubblicato decine di inchieste che dimostrano quante bugie vengano raccontate sulla misura italiana di sostegno ai poveri. È falso che gli stagionali non si trovino per il Reddito; è falso che per lo stesso motivo manchino gli autisti di camion e sono pure false molte testimonianze di alcuni imprenditori abituati a essere trattati come oracoli in tv.
Se non ci credete andate a leggere i nostri servizi pubblicati con tanto di video su ilfattoquotidiano.it e fatevi liberamente un’opinione. Insomma informatevi. Un po’ quello che avrebbero il diritto di fare tutti quei lettori e telespettatori a cui i media di riferimento hanno ieri negato la notizia sul Consiglio europeo. Una risoluzione in cui si afferma che non è vero che i sussidi creino fannulloni. Scrive la Ue: “Non vi sono dati che indichino, in media, un impatto negativo significativo sulla probabilità di trovare lavoro per chi percepisce il sostegno al Reddito minimo”. E poi aggiunge: “Per le persone che sono in grado di lavorare, solide reti di sicurezza sociale devono agevolare la reintegrazione nel mercato del lavoro attraverso misure di sostegno specifiche, che associno misure attive, il sostegno alla ricerca di un impiego, l’istruzione e la formazione”. Traduzione: per la Ue, a chi è occupabile vanno dati soldi perché non muoia di fame e contemporaneamente gli va data pure una mano per cercare lavoro e qualificarsi o riqualificarsi professionalmente.
L’idea da molti enunciata secondo cui basta togliere il cibo di bocca alla gente per far sì che trovi un lavoro dignitoso dall’Europa non è invece contemplata. Sia chiaro, è perfettamente lecito essere convinti del contrario. Pensare che l’istinto di sopravvivenza spingerà i più a mettersi in gioco e permetterà loro di trovare un’opportunità. Ogni opinione è libera. Ma se chi sostiene questa tesi ha in tasca un tesserino dell’Ordine dei giornalisti ha però il dovere di pubblicare la notizia riguardante le posizioni della Ue (e a Bruxelles pure della nostra ministra) per poi, se vuole, criticarle e, se può, confutarle. Perché, se invece sceglie di far scomparire i fatti pur di non disturbare le proprie opinioni, non deve stupirsi se prima o poi la gente penserà che le sue opinioni non valgono niente. O che a valere niente è lui.