LAZIO E LOMBARDIA, IL VOTO REGIONALE CHE PUÒ AZZOPPARE SALVINI (E METTERE LE ALI A MELONI). Il giorno prima dell’apertura delle urne, Silvio Berlusconi viola il silenzio elettorale con un post su Facebook: “Scegliete Forza Italia, garanzia di Buongoverno”. Anche senza l’auspicio di Silvio, la destra si presenta al voto nel Lazio e in Lombardia con il vento in poppa. Sul Fatto di domani potrete leggere un vademecum sulla tornata elettorale e un’analisi delle faide intestine alle coalizioni. Il centrodestra corre unito per il Pirellone e la Pisana, ma gli animi non sono certo sereni. La Lega è in caduta libera nei sondaggi mentre vola Fratelli d’Italia. Salvini teme il tracollo al Nord, mentre il partito di Meloni punta al gran sorpasso nella terra del Carroccio. Il governatore uscente, il leghista Attilio Fontana, è favorito ma prova a esorcizzare le paure di via Bellerio: “Non mi fido dei sondaggi, la Lega tornerà il primo partito della Regione”. In Lombardia sono resuscitati i giallorosa con Pierfrancesco Majorino, sostenuto dai dem e dal Movimento 5 Stelle. Resta l’incognita Moratti, la candidata di Renzi e Calenda ex assessora al Welfare nella giunta Fontana. Nel Lazio, in pole position parte Francesco Rocca, l’ex vicepresidente della Croce Rossa vicino a Fratelli d’Italia. Le divisioni tra il nazareno il M5s hanno aperto una prateria alle destre: i dem sostengono l’assessore Alessio D’Amato con Renzi e Calenda; Conte ha lanciato Donatella Bianchi, giornalista di Linea Blu e già presidente del Wwf. Urne aperte domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23, lunedì 13 dalle 7 alle 15.
SANREMO E CASO FEDEZ, FDI VUOLE IL “REPULISTI” IN RAI. ZELENSKY, SOLO UNA “LETTERINA” NOTTURNA. Fratelli d’Italia guarda con attenzione al voto delle regionali, ma anche Sanremo è nel mirino. Gli uomini di Meloni chiedono un cambio ai vertici Rai dopo il duplice caso Fedez: prima la foto strappata (ritraeva il viceministro Galeazzo Bignami vestito da nazista), poi l’appello alla legalizzazione della cannabis di ieri sera, sul palco dell’Ariston con gli Articolo 31. A far insorgere Fdi è stato un retroscena pubblicato dal quotidiano La Verità: il marito di Chiara Ferragni avrebbe provato – prima della diretta – la scena della foto. Dunque, sostengono i parlamentari meloniani, viale Mazzini era al corrente della “bravata”. Stefano Coletta, da par suo, si smarca e ribadisce di aver saputo solo a ridosso della messa in onda che Fedez aveva cambiato il testo del suo intervento: “Dimissioni? È incivile che debba rispondere di omesso controllo degli artisti, non posso controllarli in diretta”. Il capogruppo meloniano alla camera, Tommaso Foti, invoca il repulisti: “Chiediamo spiegazioni, altrimenti qualcuno dovrà dimettersi”. Del resto, con la destra a palazzo Chigi, in Rai traballa perfino l’amministratore delegato Carlo Fuortes. La sua poltrona è ancora più in bilico dopo la querelle “Zelensky a Sanremo”. Il leader di Kiev doveva presenziare all’Ariston (annunciato in pompa magna da Bruno Vespa), ma dopo la tempesta di critiche era arrivato il passo indietro: niente palco, meglio un video. Infine, Zelensky è stato confinato all’una di notte di stasera, quando Amadeus leggerà sul palco la lettera del presidente ucriano. Sul Fatto di domani vi racconteremo tutti i retroscena delle guerre in Rai.
ZELENSKY A JP MORGAN: “KIEV IN UE TRA 2 ANNI, ENTREREMO NELLA NATO DOPO LA SCONFITTA DI PUTIN”. Zelensky, intanto, il messaggio decisivo lo manda dal summit degli investimenti in Ucraina, organizzato dalla banca d’affari statunitense Jp Morgan: l’Ucraina sarà nell’Unione europea tra due anni e “dopo la vittoria contro la Russia” entrerà a far parte della Nato. Il presidente in guerra punta il dito contro i capi di Stato pessimisti, quelli che preferiscono attendere “un decennio” prima dell’ingresso di Kiev nell’Ue, perché “temono il nostro spirito e la nostra energia”. Sul Fatto di domani approfondiremo le strategie ucraine per abbracciare l’Alleanza atlantica e il Vecchio Continente, una linea foriera di conseguenza. Nel frattempo Kiev invoca armi, sempre di più. Dopo i carri armati, ora Zelensky chiede i caccia per volare: come i jet Typhoon, F16 e Mirage. Dopo la (mezza) retromarcia sui tank, ora gli alleati occidentali di Kiev nicchiano sui Jet. La Spagna e la Svezia hanno detto no. L’Olanda ha definito “molto complessa” la fornitura militare. Macron ha glissato rinviato alle “prossime settimane”. Perfino la Polonia è cauta. Il premier inglese Rishi Sunak si mostra possibilista: “Tutte le opzioni sono sul tavolo”. L’Ucraina chiede 200 caccia: sul giornale vi spiegheremo tutti gli ostacoli ai desiderata di Kiev. Poi passeremo il confine russo, per raccontarvi in che modo Putin sta aggirando le sanzioni occidentali. Secondo Bloomberg, i Paesi del G7 valutano ritorsioni contro le aziende (in Cina, Corea del Nord e Iran) che rifornirebbero Mosca di componenti e tecnologie a scopi militari.
BANCHE ALL’INGRASSO, UTILI ALLE STELLE E CORRENTISTI SPENNATI. Vola il costo della vita, aumentano le bollette e anche gli utili delle banche italiane. La crisi economica non è uguale per tutti. Unicredit ha chiuso il 2022 distribuendo ai soci oltre 5 miliardi di euro: il miglior risultato da oltre un decennio. Un bilancio simile a quello vantato dall’altro colosso del credito, Intesa Sanpaolo: l’istituto ha incassato 5,5 miliardi di utili, celebrando il “miglior anno della storia”. Le banche hanno generato introiti dalle commissioni (ad esempio quando si fa un bonifico o si preleva allo sportello), ma il grosso dei guadagni è arrivato dall’impennata dei tassi d’interesse. Dopo i rialzi al costo del denaro decisi dalla Bce, la rata mensile di un mutuo variabile è salita di quasi 200 euro. Per i depositi sui conti correnti, invece, il tasso d’interesse è rimasto nullo con l’inflazione a mangiarsi i risparmi. Intanto, è aumentato il peso delle commissioni: nel 2022 il costo di un conto corrente è salito in media dell’8% (132 euro in più all’anno). Eppure i salari non devono crescere, secondo il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, altrimenti peggiora l’inflazione. “L’unica soluzione potrebbe essere una sostenuta crescita della produttività”, ha dichiarato il capo di palazzo Koch. Serviranno anni, intanto gli stipendi italiani sono fermi al palo da 30 anni, unico caso tra i Paesi Ocse.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Pd, la guerra delle tessere in Campania. Dopo gli allarmi sul boom degli iscritti last minute, la Commissione congresso del Nazareno ha tagliato circa 2.000 tessere irregolari nella provincia di Caserta. Gli iscritti erano passati da circa 1500 a quasi 6 mila, proprio l’ultimo giorno utile (il 31 gennaio) per partecipare all’elezione del nuovo segretario nei circoli dem. Stefano Bonaccini è in testa con il 52,5% (23.867 voti), poi Elly Schlein al 35% (15.898 voti), Gianni Cuperlo al 7,8% (3.556 voti) e Paola De Micheli al 4,6% (2.109 voti).
Intervista a Renzo Arbore. Lo showman che ha calcato per una vita i palcoscenici Rai racconta al Fatto il suo punto di vista sul Festival di Sanremo.
Iran, il 44° anniversario della Rivoluzione islamica. Decine di migliaia di iraniani si sono riversati questa mattina nel centro di Teheran e nelle principali città del Paese. Il regime prova a usare la ricorrenza per portare in piazza anche gli integralista e mettere all’angolo le proteste per i diritti civili. Secondo il presidente iraniano, Ebrahim Raisi le manifestazioni sono “un complotto dei nemici”.
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