Il Fatto di domani. Regionali, il giorno dopo il voto il centrosinistra trasforma i cocci in diamanti. Il processo Ruby Ter e gli altri regali di Meloni a B.

Di FQ Extra
14 Febbraio 2023

Ascolta il podcast del Fatto di domani

CONFUSIONE POST-VOTO AL CENTRO. BONACCINI: “PERDIAMO MA SIAMO INSOSTITUIBILI”. CALENDA: “LA COLPA È DEGLI ELETTORI”. Nel day after delle regionali le divisioni vincono sulle riflessioni. A sinistra si fa la conta dei danni, facendo anche un po’ di confusione. Il Partito democratico si fa forte del 20% mantenuto sia nel Lazio che in Lombardia, dimenticando l’astensione, e lo usa contro i 5Stelle da un lato e i renziani-calendiani dall’altro. Stefano Bonaccini, candidato favorito alla poltrona di segretario, riprende la lettura data ieri da Enrico Letta: “Abbiamo perso nettamente, ma Calenda come i 5 Stelle devono porsi il problema che, perdendo come o peggio del Pd, senza il Pd non potranno mai vincere le elezioni in questo Paese”. Quando si dice trovare il meglio nel peggio. Un’analisi ancora più ardita la fa Carlo Calenda che, senza temere di diventare subito un meme, ha dichiarato che se Azione e Italia Viva hanno ottenuto così pochi voti il problema è degli elettori: “La colpa non è nostra se non si sono accorti che siamo i migliori”, ha detto. E poi ci sono i vincitori. Nel Lazio, dove Fratelli d’Italia avrà 22 seggi in Consiglio regionale su 50, il neo-presidente Francesco Rocca pensa già al secondo mandato e dice che il suo obiettivo è governare per i prossimi 10 anni. In Lombardia, Attilio Fontana prova a smarcarsi dalla provenienza leghista e promette una “giunta Fontana” dove a garantire sarà lui. Il problema è qui, verrebbe da dire ripensando agli anni terribili della gestione Covid. C’è da chiedersi, e lo faremo sul Fatto di domani, come mai il centrodestra del presidente di Regione uscente abbia fatto l’en plein proprio ad Alzano, Codogno, Nembro e nella Bergamasca in generale, simbolo della tragedia pandemica. Sul giornale di domani vedremo i sommersi e i salvati di questa tornata elettorale. Poi capiremo quali saranno i prossimi passaggi politici della maggioranza: dalla Rai alla Giustizia.


DOMANI LA SENTENZA RUBY TER. I REGALI DEL GOVERNO A B. POTREBBERO AUMENTARE. Dovrebbe esserci anche lei, Karima El Mahroug, domani nell’aula bunker davanti al carcere milanese di San Vittore per la lettura della sentenza del processo ter che da sei anni porta il suo nome d’arte. Oltre appunto a Ruby, sul banco degli imputati ci sono Silvio Berlusconi e altre 27 persone, accusate a vario titolo per le presunte false testimonianze rilasciate dopo le “cene eleganti” ad Arcore. Il leader di FI è imputato per corruzione in atti giudiziari. Come abbiamo scritto sul Fatto di oggi, tra le parti civili non ci sarà più lo Presidenza del Consiglio dei Ministri: un regalo di Meloni all’alleato, per cercare di tenerlo a freno dopo le ultime uscite anti-Zelensky e non solo. Lo Stato, costituitosi nel 2017, aveva chiesto 10 milioni di euro a Berlusconi per il “discredito planetario” e per la “lesione alla collettività”. In programma in apertura di udienza, salvo sorprese, le dichiarazioni spontanee di Barbara Guerra, una delle Olgettine a giudizio. Per Ruby Rubacuori la Procura ha chiesto la condanna a 5 anni. Sul giornale di domani, ricostruiremo il processo, vedendo anche quanto è costato proprio alla collettività. E, sul fronte politico, capiremo se sta cambiando il vento attorno ai processi a carico di Berlusconi.


UCRAINA, I RUSSI STRINGONO SU BAKHMUT. GLI ALLEATI DI KIEV CERCANO MUNIZIONI. I russi avanzano sulla città di Bakhmut. Lo ammettono anche gli Stati Uniti, con il consigliere per la sicurezza nazionale John Kirby, che però assicura che l’eventuale caduta della città non avrà un impatto strategico sul conflitto in Ucraina. Le forze di Kiev hanno fatto saltare un ponte di collegamento nella parte est della città, segno che potrebbero cominciare a ritirarsi. Secondo l’intelligence anglosassone, Mosca sta concentrando tutte le forze per conquistare la città in tempo per il primo anniversario dell’invasione, il 24 febbraio. Ma il capo del gruppo mercenario Wagner, Yevgeniy Prigozhin, ha dichiarato che la cattura è tutt’altro che imminente, perché la resistenza è ancora molto forte. Secondo un’indiscrezione pubblicata dal Financial Times i russi starebbero ammassando caccia ed elicotteri al confine con l’Ucraina per sostenere una nuova offensiva di terra. Notizia smentita dal ministro della Difesa americano Lloyd Austin in conferenza stampa oggi a Bruxelles. Nella capitale belga si sono incontrati i ministri della Difesa dei Paesi alleati a sostegno dell’Ucraina. Al summit, che durerà fino a domani, è in programma una discussione sulla produzione di munizioni, perché gli stock occidentali sono ormai agli sgoccioli dopo i ripetuti invii a Kiev. Intanto i servizi norvegesi denunciano che la Russia avrebbe rimesso in circolazione sottomarini armati con testate nucleari tattiche, come non succedeva dai tempi dell’Urss. Sul Fatto di domani vedremo quali sono i temi in ballo. Poi faremo il punto sullo stato del governo di Kiev, colpito di recente dall’ennesimo repulisti dovuto alla corruzione.


LE CHAT VON DER LEYEN-PFIZER: “IL NYT FARÀ CAUSA ALLA COMMISSIONE UE”. Il New York Times porterà la Commissione europea in tribunale per non aver fornito i messaggi scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer Albert Bourla durante la crisi Covid a proposito dell’acquisto dei vaccini. A rivelarlo non è stato il quotidiano statunitense, che non commenta la notizia, ma il sito specializzato Politico, di proprietà del tedesco Axel Springer. Il giornale affronterà gli avvocati della Commissione davanti alla Corte europea sostenendo che l’esecutivo dell’Unione ha l’obbligo legale di pubblicare i messaggi, che potrebbero contenere informazioni sugli accordi Ue per l’acquisto di miliardi di euro di dosi di preparato anti-Covid. La causa segue un’indagine nata nel gennaio 2022 da una richiesta del giornalista tedesco Alexander Fanta, a cui la Commissione aveva risposto che i messaggi erano di “natura effimera e di breve durata” e potevano essere stati cancellati. Sulla questione si era espresso anche il difensore civico europeo, chiedendo trasparenza a von der Leyen. In passato anche il quotidiano tedesco Bild aveva intentato una serie di azioni legali contro la Commissione, ottenendo una corrispondenza e-mail iniziata a giugno 2020, ma non i messaggi. Sul Fatto di domani ricostruiremo la vicenda anche con un’intervista ad Alexander Fanta.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il Parlamento europeo conferma lo stop alle auto termiche nel 2035. Ok definitivo dell’eurocamera, nonostante il voto contrario della destra, inclusi i partiti italiani di centrodestra. La nuova legislazione è parte del pacchetto Fit for 55 e stabilisce un percorso per l’azzeramento delle emissioni di Co2. Entro il 2030 le emissioni dalle auto dovranno essere ridotte del 55%, entro il 2035 auto e furgoni non dovranno più produrre alcuna emissione di Co2. Ora il Consiglio Ue dovrà approvare formalmente il testo prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

“Pablo Neruda fu avvelenato”. Il nipote del premio Nobel ha anticipato le conclusioni degli esperti di scienze forensi sui resti di Neruda, morto il 23 settembre 1973 a Santiago del Cile, 12 giorni dopo il colpo di Stato del dittatore di Augusto Pinochet. Neruda aveva sostenuto il governo di Salvador Allende ed era in procinto di partire per l’esilio. La versione ufficiale ritiene che la sua morte sia stata conseguenza di un cancro alla prostata, ma l’autista del poeta ha sostenuto per decenni che fosse stato avvelenato.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.