Tante le novità (e le discussioni) di questo 2023 nel settore dei trasporti. Fra la discussione sulle cosiddette “città 30”, le proteste per l’elevato prezzo dei carburanti, la spinosa questione delle accise e le misure (insufficienti) proposte del governo, il tema della mobilità – cioè di come spostarsi e a quali costi, non solo economici – è sempre più spesso in primo piano nel dibattito pubblico. E nel calderone c’è una notizia che nelle scorse settimane ci ha colpito particolarmente: sono aumentati i prezzi dei biglietti del trasporto pubblico a Milano. La stessa cosa era già successa non molto tempo fa a Napoli, e nel corso dell’anno accadrà probabilmente anche a Roma e in molte altre città d’Italia.
Per certi versi la notizia non dovrebbe sorprendere. Nel 2022 i prezzi dell’energia sono schizzati alle stelle, e anche se poi si sono abbassati, sono comunque rimasti alti e soggetti a molteplici fluttuazioni, causate da uno scenario geopolitico incerto, ma anche e soprattutto dalle speculazioni dei mercati e dalla sete di profitti delle aziende del petrolio e del gas. Tutto questo sarà inevitabile finché il nostro sistema di mobilità sarà dominato dal trasporto privato, profondamente dipendente dal petrolio. Quel che invece sorprende è che una delle possibili soluzioni ancora non trovi lo spazio che meriterebbe anche in Italia. Parliamo del biglietto climatico.
Esempi di biglietti climatici in Europa e in Italia
Incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico locale (TPL) e dei treni è un ingrediente essenziale della ricetta per una mobilità sostenibile, ma anche equa e accessibile a tutti e tutte. È quello che è stato fatto in diverse città e Paesi d’Europa con il cosiddetto biglietto climatico (climate ticket): biglietti che rendono gratuiti o più convenienti i trasporti pubblici e ferroviari. Quello sperimentato in Germania la scorsa estate per soli 9 euro al mese ha avuto grande successo, facendo risparmiare traffico ed emissioni di CO₂, perciò il governo tedesco lo ha confermato anche per quest’anno, sebbene a un prezzo maggiorato (49 euro al mese).
Ora questa idea sembra essere approdata anche in Italia. La città di Bari ha infatti annunciato la volontà di lanciare un abbonamento per il trasporto pubblico cittadino al prezzo di soli 20 euro all’anno. Abbiamo accolto con soddisfazione l’iniziativa, risultato anche dell’impegno dei volontari e delle volontarie di Greenpeace a livello locale, e ora ci auguriamo che Bari non resti un’eccezione ma diventi la regola nel nostro Paese. Anche se la misura resta perfezionabile e andrà ampliata (al momento il biglietto scontato è garantito per ventimila persone), l’iniziativa potrebbe non solo essere replicata in altre città italiane, ma anche essere estesa a livello nazionale, con la promozione da parte del governo di un biglietto climatico valido per mezzi pubblici e treni su tutto il territorio nazionale.
Certamente non è un compito facile, ma esempi come quello tedesco dimostrano che è possibile se c’è la volontà politica. Le lobby pro-auto sostengono che iniziative come quelle del biglietto climatico non sono economicamente sostenibili, pur di mantenere il nostro sistema di trasporto dipendente dal petrolio. Ma i governi europei potrebbero finanziare biglietti climatici a prezzi accessibili se solo smettessero di distribuire miliardi di euro in sussidi all’industria dei combustibili fossili, o se decidessero di applicare seriamente una tassa sugli enormi extra-profitti realizzati dalle aziende fossili.
I vantaggi del biglietto climatico
I vantaggi del biglietto climatico sono moltissimi: innanzitutto un duplice vantaggio economico per le persone (in particolare quelle con redditi più bassi), che avrebbero prezzi più accessibili per il TPL e sarebbero anche incentivate a lasciare a casa l’auto, con ulteriore riduzione delle spese per il carburante. Ma ne beneficerebbe il clima del pianeta, con una riduzione delle emissioni di CO₂, soprattutto grazie a un maggior numero di mezzi pubblici elettrici; le nostre città diverrebbero più vivibili e sicure con meno auto in circolazione, e la nostra aria più respirabile, considerando che l’inquinamento atmosferico resta uno dei problemi cronici nel nostro Paese, soprattutto nei grandi centri e nelle aree del nord.
Un trasporto pubblico più economico, efficiente e capillare
Sappiamo che abbassare il prezzo del biglietto del trasporto pubblico è una misura che da sola non basta. Non solo va garantito che il servizio sia efficiente e all’altezza, ma la misura deve anche essere parte di una strategia più ampia, che integri fra loro le diverse soluzioni: TPL, sharing mobility, ciclabilità, limitazioni al traffico auto, ecc., tutte necessarie per rendere la mobilità italiana meno dipendente dall’auto privata e dal consumo dei combustibili fossili che alimentano crisi climatica ed energetica. L’istituzione del biglietto climatico può tuttavia costituire un primo passo fondamentale per avviare davvero una rivoluzione nella mobilità, finalmente pensata per le persone e non per le auto.