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RUBY TER, TUTTI ASSOLTI. PER I GIUDICI B. HA PAGATO MA NON È UN CORRUTTORE. “Il fatto non sussiste”, ma perché le testimonianze sono inutilizzabili. Silvio Berlusconi è stato assolto nel processo Ruby ter. Con lui, sono stati giudicati non colpevoli anche altri 25 imputati accusati a vario titolo di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, tra cui Karima el Mahroug e le ragazze che hanno preso parte alle serate di Arcore. Sono scattate anche tre prescrizioni: prosciolte dal reato di falsa testimonianza Maria Rosaria Rossi e Simonetta Lori, da quello di calunnia Roberta Bonasia. La sentenza di primo grado chiude una vicenda giudiziaria durata sei anni. La procura di Milano aveva chiesto una condanna a 6 anni e il sequestro di circa 10 milioni di euro per il leader di Forza Italia, accusato di aver pagato tra il 2011 e il 2015 le cosiddette Olgettine per indurle a mentire durante i processi Ruby 1 e Ruby 2 (bis) sulla natura di quelle che sono passate alla storia come “cene eleganti”. Berlusconi aveva ammesso i pagamenti, ma aveva sempre detto che fossero atti di generosità. Le motivazioni saranno pubblicate tra 90 giorni, ma le ragioni del verdetto sono già chiare. Un cambiamento sostanziale infatti è avvenuto il 3 novembre 2021, quando i giudici hanno dichiarato inutilizzabili i verbali di quasi tutte le Olgettine ascoltate nei processi Ruby, perché andavano ascoltate in qualità di indagate e non come testimoni. Essendo da considerare indagate, però, non si poteva imputare loro falsa testimonianza, è stato il ragionamento dei giudici, quindi non si poteva neanche dimostrare che chi le ha pagate (ossia Berlusconi) lo abbia fatto per corromperle. Sul Fatto di domani passeremo al contropelo questa sentenza ascoltando anche il punto di vista delle persone coinvolte.
TORNANO LE “TOGHE ROSSE”: FORZA ITALIA VUOLE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA MAGISTRATURA. Berlusconi assolto, ma Forza Italia vuole lo scalpo delle toghe invocando subito una commissione parlamentare d’inchiesta “sull’uso politico della magistratura”. La richiesta è arrivata dal capogruppo azzurro alla Camera Alessandro Cattaneo. La proposta di legge c’è già, ora bisogna calendarizzarla. Così, l’Italia di Meloni ingrana la retromarcia e torna ai tempi degli assalti alle “toghe rosse”. I forzisti vogliono far luce “su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”. Non è detto che la premier sia d’accordo: l’ultima cosa che desidera è uno scontro con la magistratura dopo aver placato le polemiche su Carlo Nordio. Oggi Giorgia Meloni ha rivolto al Caimano un “saluto affettuoso”. Matteo Salvini è “felice per Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche”. Ma resta il timore che Berlusconi si trasformi nella scheggia impazzita della maggioranza. La premier ha già offerto un ramoscello d’ulivo all’uomo di Arcore, revocando la costituzione di parte civile nel processo Ruby-ter. Un modo per convincerlo a restare nei ranghi, dopo l’ennesima intemerata contro Zelensky di qualche giorno fa. Ma Silvio vuole l’abolizione della Severino, la legge che prevede la decadenza e l’incandidabilità dei politici condannati. Intanto, come omaggio al leader di Forza Italia, palazzo Chigi valuta di ritirare la costituzione di parte civile anche dal processo escort a Bari: Berlusconi è imputato con l’accusa di induzione indebita per aver pagato l’imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini affinché mentisse ai pm sulle “cene eleganti”. Sul Fatto di domani vedremo che effetti avrà la sentenza su B. sugli equilibri del governo.
UCRAINA, DALLA NATO PIÙ ARMI E PIÙ MUNIZIONI. CRONACHE DAL FRONTE DI BAKHMUT. I Paesi Nato si sono impegnati a incrementare la produzione di munizioni (soprattutto per obici) per sostenere l’Ucraina, e aumenteranno anche gli investimenti bellici. Lo ha confermato il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, nel secondo e ultimo giorno del summit speciale di Bruxelles sul conflitto. Stoltenberg ha anche annunciato che ci saranno “nuove armi pesanti e addestramento di truppe” per Kiev e che il Paese entrerà nella Nato non appena avrà vinto la guerra. Le preoccupazioni degli Alleati riguardano ancora la possibile grande offensiva di Mosca in primavera. Le autorità ucraine hanno smentito di essersi ritirate completamente dal Lugansk, una delle due metà del Donbass. Il ministro della Difesa americano Lloyd Austin ha detto che con le nuove armi gli ucraini avranno buone possibilità di risposta sul campo, poi ha garantito che gli Usa non sono intenzionati a farsi trascinare in uno scontro diretto con la Russia. Tra poco più di una settimana il conflitto compirà un anno. Sul Fatto di domani leggerete una nostra cronaca dalla città contesa e martoriata di Bakhmut, ma daremo ancora voce alle iniziative del mondo pacifista. Ricordando un altro anniversario. Ricorrono oggi, infatti, i 20 anni dalla mobilitazione contro la guerra in Iraq, il 15 febbraio 2003, che portò in piazza milioni di persone in tutto il mondo uniti dai colori della pace. Approfondiremo, infine, i contenuti del nuovo pacchetto di sanzioni presentato dalla Commissione Ue, dal valore di 11 miliardi.
GUCCI IN PARADISO (FISCALE): GLI AUDIO ESCLUSIVI DEL MILIARDARIO PINAULT. Un taglio alle tasse di 2,5 miliardi di euro a partire dal 1999, a danno dei bilanci pubblici di Francia e Germania. François-Henri Pinault – miliardario d’Oltralpe, primo azionista ed amministratore delegato del gruppo Kering – forse non era del tutto inconsapevole dei risparmi fiscali della multinazionale del lusso. Kering possiede marchi come Gucci, Yves-Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta. Ha già versato 1,25 miliardi all’erario, dopo la più grande contestazione fiscale nella storia d’Italia. Pinault non è mai stato indagato né in Francia né in Italia. Ma gli audio ottenuti dal Fatto e dalla testata francese Mediapart, suggeriscono come il boss di Kering non fosse completamente all’oscuro delle politiche fiscali del gruppo. Sul giornale di oggi abbiamo raccontato il contenuto di una parte di quelle registrazioni. In una riunione a porte chiuse con tre alti dirigenti del gruppo, Pinault diceva: “Lo sappiamo bene a proposito di Cadempino e dell’Italia, non possiamo più giocare facendo ottimizzazione fiscale nei paradisi fiscali”. Uno degli interlocutori rispondeva profetico: “Ci esploderà in faccia”. Sul Fatto di domani leggerete la seconda parte dell’inchiesta.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Intervista a Graziano Del Rio. Il Fatto a colloquio con l’esponente dem, per fare il punto sull’opposizione dopo la batosta delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia.
Carlo Nordio alla Camera sul caso Cospito. Il ministro della Giustizia ribadisce la linea: l’anarchico resta al 41 bis, mentre i colloqui in carcere svelati da Donzelli e Delmastro non erano segreti. Dunque, nessuna violazione da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia.
Scozia, si dimette a sorpresa la premier. Nicola Sturgeon, leader del partito indipendentista scozzese, ha annunciato le sue dimissioni ufficialmente per stanchezza. Sturgeon è al potere dal 2014 e si dice certa che il suo successore porterà la Scozia all’indipendenza.
Letteratura della dipendenza. L’eroina è tornata protagonista in alcuni filoni narrativi, sul Fatto di domani una rassegna.
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