[Questo articolo è tratto dall’edizione cartacea del Fatto Quotidiano del giorno 15 febbraio 2023, pubblicato prima della sentenza Ruby ter]
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Non abbiamo la minima idea di quale sarà oggi il verdetto nel processo Ruby-ter in cui Silvio Berlusconi è imputato di corruzione giudiziaria. Sappiamo però una cosa: a memoria d’uomo è pressoché impossibile trovare un altro processo caratterizzato da così tante anomalie. Una serie impressionante di stranezze culminate due giorni fa nella decisione di Giorgia Meloni di ritirare la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio nei confronti del leader di Forza Italia e degli altri 27 accusati. Una scelta che nei fatti si trasforma in una pressione psicologica senza precedenti sul collegio giudicante, presieduto da Marco Tremolada, il giudice noto al grande pubblico per aver assolto tutti gli imputati del caso Eni-Nigeria.
Il messaggio di Meloni è destinato a caratterizzare, in un senso o nell’altro, un dibattimento che se avesse riguardato qualunque altro comune cittadino si sarebbe già concluso da anni. Il cosiddetto Ruby-ter è in piedi dal 2015, quando a dicembre la Procura chiede il rinvio a giudizio di Berlusconi. Secondo i pm, i pagamenti effettuati dall’ex premier a una serie di persone presenti ad Arcore durante le sere del bunga bunga (dalle cosiddette olgettine, fino ad alcuni collaboratori) sono stati il prezzo per le loro false testimonianze.
L’udienza preliminare tra malattie, legittimi impedimenti e rinvii, dura tre anni. E si chiude con una decisione sorprendente. Processo a Milano per la maggioranza degli imputati. Ma sette posizioni inviate in sette diverse città d’Italia dove Berlusconi dovrà essere processato assieme ad altrettanti falsi testimoni. Giusta o sbagliata che sia la scelta del gup (giudice udienza preliminare) ha un effetto: la frammentazione e la confusione. Tanto che due tribunali (Monza e Torino) rimandano tutto a Milano, mentre a Siena i processi si sdoppiano.
Qui, Berlusconi è imputato di corruzione nei confronti del suo pianista, Danilo Mariani. Ma visto che le condizioni di salute dell’ex premier bloccano le udienze, i giudici stralciano la sua posizione e condannano il pianista solo per falsa testimonianza. Poi lo riprocessano davanti a un altro collegio assieme a Berlusconi per corruzione giudiziaria. Verranno assolti entrambi: l’ex Cavaliere pagava sì il pianista, spiegano, ma lo faceva anche prima della sua testimonianza. Quindi non si può affermare che egli abbia mentito per denaro. Potrebbe averlo fatto per amicizia.
Stessa sorte segue il processo contro il cantante Mariano Apicella. I giudici dicono che vi è “più di un sospetto” sull’esistenza di un patto corruttivo tra lui e Berlusconi, ma manca la prova piena. E nel dubbio si assolve. Anche a Milano, intanto, si susseguono i colpi di scena. Prima muore, forse per cause naturali, Imane Fadil, una testimone che sosteneva esplicitamente di aver subito tentativi di corruzione. Poi, a un anno e mezzo dalle richieste delle difese, il collegio dichiara inutilizzabili gli interrogatori di quasi tutte le olgettine. Per Tremolada, che ribalta le ordinanze precedenti di due diversi gup, le ragazze andavano ascoltate come indagate e non come testimoni. Le difese esultano: se non sono testi come possono essere state corrotte? Bella domanda.
Intanto però altre tre olgettine si mettono a lanciare strani messaggi attraverso la stampa. Roba del tipo: se parlo io… Forse anche per questo la difesa di Berlusconi chiederà nella sua arringa un’assoluzione sostenendo che l’ex Cavaliere ha pagato sì, ma in quanto vittima di un’estorsione. Oggi conosceremo il finale. Visto come è andata, nessuno però si dovrà sorprendere se alla fine Berlusconi verrà dichiarato innocente e minorenne.