Il Fatto di domani. Vietato parlare di pace: Putin minaccia l’atomica, Biden la guerra a oltranza. Meloni a Kiev fa la sovranista (atlantista), ma si nota poco

Di FQ Extra
21 Febbraio 2023

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PUTIN AGITA LO SPETTRO NUCLEARE. LA RISPOSTA DI BIDEN: “LA NATO E KIEV SONO PIÙ FORTI”. Una guerra di difesa. Non si tratta più di denazificare l’Ucraina, ma di lottare per l’esistenza della Russia. Così ha dipinto le ragioni del conflitto Vladimir Putin, nell’atteso discorso di oggi davanti alla Duma di Mosca. Un discorso da guerra totale, che non ha citato mai la parola pace. Il presidente russo ha sostenuto che l’obiettivo dell’Occidente nella guerra Ucraina è eliminare per sempre la Russia, quindi ammette indirettamente la possibilità dell’escalation nucleare. Nella dottrina militare russa, infatti, l’uso della bomba atomica è ammesso in caso di minaccia alla sopravvivenza della Federazione. Un altro passo in questa direzione è stato l’annuncio della sospensione della partecipazione della Russia al trattato Start sulla riduzione delle armi nucleari. Si tratta dell’accordo cosiddetto “New Start” tra Russia e Usa, esteso nel 2021 per cinque anni, che prevede la limitazione delle testate nucleari a 1550 e 700 vettori, e soprattutto prevede ispezioni reciproche nei siti nei quali si trovano i missili intercontinentali. Il congelamento annunciato oggi da Putin in realtà è in atto da tempo, però, fanno notare gli analisti. Le ispezioni erano già ferme dal 2020, interrotte con il Covid e mai riprese, e a novembre Mosca aveva fatto saltare un tavolo di aggiornamento sull’accordo. Putin ha garantito che i russi non intendono usare la bomba per primi, ma faranno test sulle armi nucleari. E la Duma, non esattamente un parlamento indipendente, ha subito chiesto di aumentare gli arsenali di missili e armi atomiche. Gli ha risposto da Varsavia Joe Biden. Dopo aver incontrato premier e presidente polacchi, il presidente americano ha parlato nel pomeriggio in un discorso organizzato come un concerto, al castello Reale con centinaia di persone intorno. Nessun annuncio clamoroso: ha definito Putin un dittatore con ambizioni imperiali e ha esaltato la resistenza di Kiev con il supporto occidentale. Putin pensava ci saremmo arresi, ma la Nato e Kiev sono più forti, ha detto il presidente Usa e poi ha garantito che gli Usa difenderanno la democrazia “a tutti i costi”. L’Occidente non vuole annientare la Russia, i russi non sono il nostro nemico, ha detto Biden, questa guerra non è necessaria ma è colpa di Putin. E poi è passato alle minacce: la Nato difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio. Nessuna menzione alla parola pace. Il passo più concreto in questa direzione l’ha fatto, forse, la Cina di Xi Jinping. Il presidente cinese è atteso a Mosca per un vertice con Putin nei prossimi mesi, secondo un retroscena del Wall Street Journal, ma il suo inviato capo della diplomazia, Wang Yi, ha portato la posizione cinese a ovest. Prima di andare a Mosca, si apprende, Wang Yi ha incontrato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, e gli ha presentato i punti chiave di un piano di pace a cui ha lavorato Pechino. Kuleba ha confermato che Kiev aspetta il testo integrale e lo analizzerà nel dettaglio. Sul Fatto di domani parleremo di pace e di pacifisti, continuando a seguire le iniziative della rete Europe for peace. Vedremo come è cambiato il rapporto tra i partiti politici e i movimenti pacifisti, anche con un’intervista al segretario della Cgil Maurizio Landini.


MELONI A KIEV TRA “DOVERE” E COMMOZIONE. MELONI A KIEV DISSERTA DI “PATRIA” MA IL VIAGGIO SI NOTA POCO. A Varsavia si è data il cambio con Joe Biden. Mentre il presidente Usa atterrava con il suo Air Force One nella capitale polacca, Giorgia Meloni saliva sul treno per Kiev, dove è arrivata stamattina. “Sono onorata, è doveroso essere qui”, ha detto scendendo dal treno. Prima di incontrare Zelensky, la premier è stata in visita a Bucha e Irpin, città simbolo delle violenze dell’invasione russa. Ha deposto dei fiori e si è commossa. “Sono determinata a capire quello di cui questo popolo ha bisogno”, ha spiegato Meloni. Con il presidente ucraino ha parlato di armi e di ricostruzione (dove dice che l’Italia vuole giocare un ruolo importante), ma anche di “patria”, con un paragone tra l’Ucraina di oggi e l’Italia del Risorgimento. La visita è rimasta oscurata dalla giornata ricca di interventi di peso al livello internazionale. Quanto alla questione degli aerei, Meloni ha riconosciuto che l’invio di caccia non è sul tavolo. Del resto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato in un’intervista che è molto difficile che si riescano a dare arei da combattimento a Kiev, propaganda a parte. Curiosamente, però, il suo vice alla Farnesina, il meloniano Edmondo Cirielli, su un altro giornale si è mostrato più possibilista e apriva alla possibilità di mandare non gli F-16 ma dei bombardieri. Sul Fatto di domani parleremo di business degli armamenti con Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo.


SUPERBONUS, I CONTI SBALLATI DEL GOVERNO E I VANTAGGI PER GLI ITALIANI: MILLE EURO RISPARMIATI IN BOLLETTA. Giorgia Meloni e il suo ministro Giorgetti hanno fatto i conti senza calcolatrice, dopo lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito d’imposta: 2 mila euro a testa, sarebbe il costo del Superbonus per tutti gli italiani. Sul Fatto di domani studieremo i numeri per capire come stanno davvero le cose. La premier ha sommato tutti i bonus edilizi incluso quello al 110%, aggiungendo gli incentivi per le aree terremotate, le facciate, l’ecobonus. In tutto circa 120 miliardi (ma solo 72 sono attribuibili al Superbonus). Poi ha diviso la cifra per 60 milioni di italiani. Ma lo stesso calcolo metterebbe in cattiva luce diverse grandi opere e provvedimenti del centrodestra. Giuseppe Conte, dal palco televisivo di Nicola Porro, ha stimato invece il costo intorno agli 88 euro a testa. Il risultato arriva conteggiando solo il costo del Superbonus, sottraendo le maggiori entrate per l’erario. Secondo il Censis, infatti, “100 euro di spesa per incentivo costerebbero allo Stato 30 euro”. Ma si tratta solo di stime e non di numeri certi. Lo ha ribadito Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia – in audizione al Senato – aggiungendo come gli oneri siano certamente ingenti. Nomisma ha pubblicato un rapporto per illuminare la gli effetti del Superbonus: chi ne ha beneficiato ha risparmiato sulle bollette 964 euro l’anno; benefici per il Pil da 195,2 miliardi, incluso l’indotto; quasi un milione di posti di lavoro in più; 1,42 milioni di tonnellate di Co2 in meno nell’atmosfera. L’efficienza energetica delle abitazioni è un obiettivo anche dell’Ue. Grazie al Superbonus circa il 2% delle abitazioni sono state riqualificate. Per il restante 98%, il governo dovrà trovare una soluzione. L’altro dilemma restano i crediti incagliati nella pancia delle imprese: circa 25 mila rischiano il fallimento. E mentre l’Abi rilancia la proposta dell’F24, le associazioni di categoria dei costruttori e i sindacati hanno incontrato alla Camera il leader del M5S per presentare le loro richieste. Vedremo com’è andata.


PD, RISSA A NAPOLI CON LE PRIMARIE IN VISTA. INTERVISTA A ELLY SCHLEIN. Dopo aver consultato gli iscritti nei circoli, domenica prossima si aprono i gazebo per le primarie democratiche. Ma il partito è in subbuglio, soprattutto in Campania. Oggi emergono i dettagli di una rissa sfiorata a Gragnano (Napoli), il 10 febbraio. Urla, spintoni e insulti tra i sostenitori di Schlein e Bonaccini, con il deputato Marco Sarracino (segretario dem di Napoli) rinchiuso in una stanza per circa venti minuti. La lite è esplosa nell’ufficio del consigliere comunale Antonio Marinaro (a Gragnano non c’è una sede Pd), per via di antichi dissapori. Del resto, in Campania sono già volate accuse sulle tessere gonfiate. La Commissione congresso del Nazareno ne aveva cancellate circa 2.000 in provincia di Caserta: gli iscritti erano passati da 1500 a quasi 6 mila, proprio l’ultimo giorno utile per partecipare al voto dei circoli dem, il 31 gennaio. A Sessa Aurunca, si sono contate 1.053 richieste di iscrizione su 1.200 voti alle ultime elezioni. Tanto che Francesco Boccia, il 7 febbraio, si è dimesso dal ruolo di commissario Pd in Campania. Ieri si sono concluse le consultazioni dei circoli anche in Lazio e Lombardia: i duellanti al gazebo saranno Elly Schlein e Stefano Bonaccini, che ieri si sono sfidati su sky in un confronto a due. Sul giornale di domani intervisteremo la candidata dem per capire le sue idee, il suo programma e lo stato di salute del partito democratico.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il ritorno di Draghi. L’ex premier torna sulla scena politica con la presentazione di un libro del vignettista del Corriere della Sera di Emilio Giannelli.

Brunetta in pole per il Cnel. Chi si rivede, l’ex ministro berlusconiano moderato, che non ha lasciato Forza Italia dopo la crisi del governo Draghi, sarebbe in lizza per la presidenza del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

Euromazzette, perquisizioni a Roma. È stata perquisita la sede di Roma della ong “No Peace Without Justice”, di cui è segretario generale Niccolò Figà-Talamanca, e l’abitazione della tesoriera dell’associazione Antonella Casu.


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Crediti di carbonio in Amazzonia: “il 90% è finto”

di Pietro Mecarozzi

Le compensazioni di carbonio delle grandi aziende sono una truffa? Lo scorso 18 gennaio il quotidiano britannico The Guardian, ha pubblicato un articolo, basato su un report della testata tedesca Die Zeit e l’ong Source Material, che accusa pesantemente il sistema dei crediti di carbonio generati da progetti Redd+ (Reducing emissions from deforestation and forest degradation) certificati secondo lo standard internazionale Verra (organizzazione non profit con sede a Washington che elabora e gestisce gli standard per verificare le ricadute ambientali di azioni per il contenimento dell’emissioni di Co2).

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