Il Fatto di domani. Il sondaggio, gli italiani ripudiano la guerra: un problema con gli alleati per Meloni “l’atlantica”

Di FQ Extra
23 Febbraio 2023

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UN ANNO DI GUERRA, COME È CAMBIATA L’OPINIONE DEGLI ITALIANI (E COME LA COSA PREOCCUPA IL GOVERNO). Alle quattro e mezza di stanotte la guerra in Ucraina compirà un anno. Sul Fatto pubblichiamo da qualche giorno analisi e bilanci sul conflitto. Domani leggerete, tra le altre cose, anche l’anticipazione del nuovo libro di Marco Travaglio Scemi di guerra (qui il booktrailer). In questo anno l’opinione pubblica italiana e internazionale ha scoperto o riscoperto il lessico bellico: come è cambiato il nostro rapporto con la guerra, allora? Se lo chiedono i sondaggisti, che stanno producendo studi in vista dell’anniversario. Per l’Eurobarometro “gli europei continuano a nutrire un forte senso di solidarietà nei confronti dell’Ucraina e a sostenere le misure volte ad aiutare il Paese e la sua popolazione”. Secondo il sondaggio, il 65% dei cittadini europei è favorevole al finanziamento dell’Ue per l’acquisto e la consegna di armi all’Ucraina, ma in Italia questo dato è al 56%. Il nostro Paese appare più preoccupato dei contraccolpi della guerra rispetto ai vicini europei. Un altro sondaggio dello European Council on Foreign Relations mostra, per esempio, che il 41% degli italiani vorrebbe che la guerra finisse il prima possibile, mentre nel resto d’Europa questa percentuale non supera il 30%. E mentre oltre la metà degli intervistati negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nei nove Paesi Ue studiati ritiene che la Russia sia un “avversario”, in Italia questa opinione è condivisa solo dal 39% degli intervistati. Sul Fatto di domani approfondiremo il significato di queste rilevazioni e vedremo che i primi a interessarsene, e preoccuparsene, sono i leader della maggioranza (Meloni, Salvini e Berlusconi), che su questo basano atti e dichiarazioni. Seguiremo anche le varie iniziative pacifiste che si preparano nel nostro Paese. Qui l’elenco.


MOSCA ACCUSA KIEV: “PREPARA UN ATTACCO ALLA TRANSNISTRIA”. SVIZZERA: A “GINEVRA NEGOZIATI SEGRETI” ZELENSKY VUOLE DIALOGARE CON LA CINA. Nel frattempo sul campo di battaglia Mosca e Kiev tornano ad accusarsi reciprocamente, oltre che a lanciarsi bombe. La pietra dello scandalo stavolta è la Transnistria, regione separatista filorussa della Moldavia. Al ministero della Difesa russo c’è chi è convinto, riporta l’agenzia di Stato Ria Novosti, che l’Ucraina stia preparando “una provocazione armata” in false flag, con il coinvolgimento di sabotatori che indosseranno uniformi militari russe. Insomma una falsa invasione per scatenare la reazione della Nato. La Moldavia, chiamata in causa, ha smentito e invitato alla calma mentre Kiev accusa il Cremlino di soffiare sul fuoco. Putin, che ieri ha ritirato il programma di rapporti con l’Europa che prevedeva anche l’impegno a trovare una soluzione per la regione separatista, oggi ha annunciato il potenziamento dell’arsenale militare russo, mentre il segretario della Nato Jens Stoltenberg e gli Stati Uniti riprendono a puntare il dito contro la Cina, che avrebbe piani per supportare la Russia. Nel giorno in cui all’assemblea dell’Onu a New York si vota la bozza di risoluzione sulla “necessità di raggiungere, al più presto, una pace completa” e chiede il ritiro delle forze di Mosca (un nutrito gruppo di Paesi, tra cui l’India, si asterrebbe), arriva il ministro degli Esteri svizzero afferma in un’intervista che a Ginevra si starebbero svolgendo colloqui segreti per arrivare a un cessate il fuoco. A Kiev si discute ancora dell’annunciato piano di pace cinese, che dovrebbe essere svelato domani da Xi Jinping nel suo discorso alla nazione. Sul tema è intervenuto il presidente ucraino Zelensky, che oggi ricevendo a Kiev il premier spagnolo Pedro Sanchez ha detto di voler incontrare la Cina per approfondire.


L’UE CONTRO TIK TOK: “VIA DAI TELEFONI DEI DIPENDENTI DI BRUXELLES”. I balletti come cavallo di troia per spiare i dati sensibili. Questo lo spettro che ha portato la Commissione europea a chiedere a tutti i dipendenti di rimuovere al più presto dai loro dispositivi aziendali e personali l’applicazione di TikTok. La richiesta, si dice, è legata alla necessità di proteggere i dati della Commissione e aumentare la sua sicurezza informatica delle istituzioni europee. Non è la prima volta che succede. Negli Stati Uniti la presidenza Trump era arrivato a un passo dal bandire TikTok dal territorio nazionale, e a fine 2022 l’attuale amministrazione di Joe Biden ha vietato l’app, popolare tra i giovanissimi, ai dipendenti pubblici, dopo gli allarmi dell’Fbi su possibili rischi di infiltrazione. La società che possiede Tik Tok, ByteDance, ha sede a Singapore ed è legata al governo cinese. Sul Fatto di domani approfondiremo rischi e allarmi.


PESTAGGIO A FIRENZE: VALDITARA CONDANNA LA PRESIDE E NON I FASCISTI. Nessuna condanna per l’aggressione degli studenti del Michelangelo di Firenze da parte di giovani militanti di Azione giovani, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Ma una dura presa di posizione contro la preside del liceo da Vinci del capoluogo toscano, Annalisa Savino, che ha lanciato l’allarme del ritorno del pericolo fascista in una lettera che ha fatto il giro del web in questi giorni (“Il Fascismo nacque ai bordi di un marciapiede”). La presa di posizione è costata più di una critica al ministro dell’Istruzione. “È una lettera del tutto impropria – ha commentato Valditara – Mi è dispiaciuto leggerla. Non compete a una preside di lanciare messaggi di questo tipo, in Italia non c’è nessun pericolo fascista, nessuna deriva violenta o autoritaria”. Dure critiche sono arrivate da 5 Stelle, Pd e sindacati. Sul Fatto di domani vedremo che il ministro è sulle spine anche per altre questioni.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Sentenza Rigopiano, parenti contro i giudici. Due anni e 8 mesi al sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta, assoluzione per il prefetto Francesco Provolo e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco. Questa la sentenza di condanna pronunciata dal gup di Pescara per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio 2017, da una valanga in cui morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti. I parenti delle vittime hanno protestato in aula gridando “vergogna”. Il sopravvissuto: “Oggi è morto lo Stato”.

Renzi-Calenda verso il partito unico. Matteo Renzi ha riunito ieri sera i parlamentari, i consiglieri regionali e i dirigenti di Italia Viva per discutere della proposta di costituire un partito unico con Azione di Calenda. La riunione si è conclusa con il via libera.

Lucarelli sul caso Fedez. Fedez e Ferragni sempre al centro delle polemiche, domani un intervento della nostra Selvaggia Lucarelli sull’ultimo caso che riguarda il famoso rapper.


OGGI LA NEWSLETTER GIUSTIZIA DI FATTO

Tra riti e violenze, l’avanzata della mafia nigeriana

di Vincenzo Iurillo

In silenzio e senza clamore, approfittando della sottovalutazione del fenomeno, la mafia nigeriana continua a svilupparsi ed a moltiplicare i suoi affari in Italia. Lo scrive la commissione parlamentare Antimafia nella relazione finale approvata durante la scorsa legislatura, e resa pubblica nei giorni scorsi. Nella quale spicca un dato: l’incremento del flusso di denaro dall’Italia alla Nigeria del 42,4%, nell’anno dal 2018 al 2019. “Non si tratta di una criminalità che opera come manovalanza di organizzazioni italiane, ma di una mafia autonoma ed egemone in alcuni territori”, sottolineano i commissari parlamentari insieme a un dato ormai accertato: quella nigeriana è la più radicata e consolidata tra le mafie straniere sul territorio italiano.

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