UCRAINA, ANCHE BIDEN ALLONTANA LA PACE. EUROPA IN ORDINE SPARSO. “Non ho visto nulla nel piano cinese che indichi qualcosa di vantaggioso per chiunque non sia la Russia”: dopo la Nato, arriva la bocciatura degli Stati Uniti. In un’intervista alla Abc, Joe Biden ha respinto la proposta di Pechino per la pace in Ucraina: “Se a Putin piace – ha sostenuto – come può essere un buon piano?”. E, anzi, ha minacciato ritorsioni nel caso la Cina fornisca armi alla Russia. Le speranze di una tregua rapida, dunque, sembrano allontanarsi sempre più, nonostante lo stesso ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, abbia ammesso che nel documento cinese ci sono elementi sui quali poter essere d’accordo. Il presidente americano ha poi posto un punto fermo: niente F16 a Zelensky, almeno per ora. Dal canto suo, l’Europa – che già contava poco – ora viaggia in ordine sparso: se il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ribadito che non saranno fatti passi indietro rispetto al sostegno a Kiev, quello francese Emmanuel Macron ha annunciato che all’inizio di aprile si recherà in Cina per chiedere a Pechino di “aiutarci a fare pressione sulla Russia per fermare l’aggressione e costruire la pace”. Così come andrà a parlare con Xi Jinping, tra pochi giorni, anche il presidente della Bielorussia, Aleksander Lukashenko. L’altro protagonista europeo del momento, Olaf Scholz, oggi era a Nuova Delhi per incontrare il primo ministro indiano, Narendra Modi: sul tavolo, i legami commerciali tra i due Paesi ma anche, naturalmente, la guerra. Proprio l’India sarà la prossima meta, insieme con gli Emirati Arabi, di Giorgia Meloni. Al centro dei colloqui ci sarà la riapertura di canali commerciali soprattutto per il settore della Difesa. Sul Fatto di domani vedremo qual è la posta in gioco.
GUERRA, CONTRO LA RUSSIA A SANZIONI UNITE, MA INUTILI. Proprio in India si è consumata oggi l’ennesima spaccatura mondiale. Il G20 delle finanze, riunito a Bangalore, non è stato in grado, infatti, di produrre un documento unitario sul conflitto. Russia e Cina come al solito hanno votato contro e la presidenza di turno dell’India ha diffuso una sintesi del comunicato ufficiale, in cui si fa riferimento alle posizioni nazionali espresse in altri forum, incluso il Consiglio di sicurezza dell’Onu e l’Assemblea generale. Restando in tema economico, bisogna registrare che è stato adottato il decimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca. “121 persone ed entità elencate, nuove e significative restrizioni all’importazione/esportazione, divieto di diffusione della propaganda russa”, ha annunciato l’alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha raccolto il plauso di Ursula von der Leyen: “Abbiamo le sanzioni di più vasta portata di sempre, che esauriscono l’arsenale di guerra della Russia e intaccano profondamente la sua economia”, ha proclamato la presidente della Commissione europea. Ma è davvero così? A un anno dall’inizio del conflitto, sul giornale di domani capiremo perché le sanzioni non hanno funzionato e come i russi si sono difesi economicamente. Eppure tutto questo al presidente ucraino ancora non basta: “Ci aspettiamo passi decisivi contro Rosatom e l’industria nucleare russa, più pressione su militari e banche”, ha detto Zelensky, ben consapevole che si tratta di richieste, come vedremo, impossibili. Un esempio concreto: l’oloedotto Druzhba, che rifornisce Polonia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia e che pure era stato escluso dalle sanzioni, ha subito oggi uno stop da parte russa.
A CHIEDERE LA PACE SONO RIMASTI SOLO I CITTADINI. Oggi è stata, però, anche la giornata conclusiva delle decine di manifestazioni per la pace in tutto il mondo, Italia compresa. Secondo la rete di Europe for peace, nel nostro Paese sono scese in piazza oltre 40mila persone: in una cinquantina di città, da Trento a Catanzaro, sono state organizzate marce, veglie di preghiera, convegni, sit-in. In questi minuti si sta concludendo la fiaccolata romana partita dai Fori Imperiali e diretta in Campidoglio, alla quale stanno partecipando anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, il leader dei 5S, Giuseppe Conte, e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. A proposito di cattolici, è tornato a parlare il Papa: “Lo scoppio del conflitto in Ucraina e la sua tragica evoluzione hanno fatto ripiombare il mondo intero in una crisi profonda, aggravata dai molteplici focolai di guerra che continuano a divampare anche in altre nazioni”. Iniziative per la pace si sono svolte anche all’estero: una delle manifestazioni più grandi, a Berlino, dove pure il movimento si è spaccato. Sul Fatto di domani il nostro racconto dalle piazze.
BONACCINI-SCHLEIN, LA SFIDA FINALE SI CONSUMA AI GAZEBO. Domani è il giorno tanto atteso del voto nei gazebo: sono 5.500 quelli allestiti dal Pd in tutta Italia per la scelta del nuovo segretario. I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20. Per votare occorre portare con sé un documento di identità, la tessera elettorale e due euro. C’è poi la possibilità, per un migliaio di elettori pre-registrati, di esprimere online la propria preferenza. Non è necessario essere iscritti, ma si dovrà firmare un documento in cui si certifica di essere elettori del Pd. Come abbiamo raccontato nelle scorse settimane, sono arrivati alla sfida finale Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, vincitori della competizione nei circoli. Il primo è stato il più votato con 18 punti di distacco sulla seconda. Proprio oggi tra i due si è consumato l’ultimo scontro: “A Napoli c’è stata una apertura al terzo mandato di Vincenzo De Luca. Mi chiedo se sia questa la sua idea di rinnovamento”, la stoccata di Schlein al governatore emiliano. Quest’ultimo, dal canto suo, ha annunciato le prime mosse da segretario: un nuovo gruppo dirigente e una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per introdurre il salario minimo legale. Sul giornale di domani, capiremo cosa cambierà nei rapporti con il Movimento 5 Stelle e con il cosiddetto Terzo polo a seconda di chi vincerà le primarie.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Panzeri, Comi e la borsa con 70mila euro. “Nel 2019 Comi mi ha chiamato chiedendo un favore, se potevo ritirare una borsa dal suo appartamento a Bruxelles e metterla da parte”: l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, in carcere dal 9 dicembre, nelle dichiarazioni rese ai pm belgi ha fatto il nome della collega di Forza Italia Lara Comi raccontando di aver “visto e gettato via una sua borsa con 60-70mila euro in contanti”.
Da virologia a medicina d’urgenza: le specializzazioni restano senza laureati. Nel biennio 2021-2022 sono andati a vuoto 5.724 contratti, cioè posti in specialità. Il sistema sanitario pubblico è sempre meno attrattivo per i giovani medici, che preferiscono orientarsi verso le attività ambulatoriali o libero-professionali. Significa che nei prossimi anni nei Pronto soccorso ci saranno 1.144 specialisti in meno (e già ne mancano 4.000). Leggi l’articolo su Fq Extra
L’ultimo saluto a Maurizio Costanzo. Si è aperta stamattina, in Campidoglio a Roma, la camera ardente per il giornalista, morto ieri all’età di 84 anni. Centinaia le persone che gli hanno reso omaggio: tra questi anche molti volti noti della televisione e del cinema, oltre alla stessa premier Meloni. Sul giornale di domani Costanzo visto dalla penna irriverente di Massimo Fini.
Quel “genio incompreso” di Alessandro Siani. La tradizionale intervista della domenica all’attore, che è anche regista del suo ultimo film, “Tramite amicizia”.
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