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La richiesta è arrivata negli ultimi giorni direttamente dalla ministra del Lavoro, Maria Elvira Calderone: “Non voglio rispondere alle interrogazioni delle opposizioni”. E a Palazzo Chigi, nonostante la richiesta inusuale, hanno acconsentito. Per questo, martedì prossimo, quando Calderone avrebbe dovuto riferire in Parlamento sul suo conflitto d’interessi e sulla sua gestione dell’Ordine dei consulenti del Lavoro rivelata da un’inchiesta del Fatto, al posto della ministra dovrebbe rispondere il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Certificando anche la copertura politica del governo nei confronti della ministra del Lavoro, tecnica in quota Fratelli d’Italia e molto vicina al fedelissimo di Meloni, Francesco Lollobrigida.
Dal 17 febbraio, Il Fatto ha pubblicato diversi articoli in cui si dava conto delle fondazioni dell’Ordine dei consulenti del Lavoro sospettate di essere una cosa sola ma sdoppiate fittiziamente per eludere le norme del lavoro. Poi dell’inchiesta della Corte dei conti sulle “spese pazze” di Calderone da presidente dell’Ordine e del marito Rosario De Luca che ne ha preso il posto quando lei è diventata ministra del Lavoro e infine della sua laurea e dei legami con la Link Campus University. Un’inchiesta che ha portato a tre interrogazioni da parte dell’opposizione, una a testa di Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra. I partiti del centrosinistra hanno chiesto spiegazioni alla ministra del Lavoro sul mancato rispetto delle “più basilari norme in materia di lavoro”, sulla “commistione fra interesse pubblico e privato”. Anche la sinistra si è aggiunta con un’interrogazione di Marco Grimaldi che ha chiesto spiegazioni a Calderone che il giorno del primo articolo si è “presentata nella sede dell’Ordine per mettere in riga il personale”.
La ministra del Lavoro non ha mai risposto e lo avrebbe dovuto fare domani in aula alla Camera. L’appuntamento è stato spostato a martedì prossimo, ma con una novità in più: come ha anticipato l’Agi, a rispondere non sarà Calderone in prima persona ma al suo posto lo farà Mantovano, il numero due di Palazzo Chigi da cui passano tutti i dossier principali del governo. La richiesta è arrivata esplicitamente dalla ministra del Lavoro, dicono due esponenti di governo che chiedono l’anonimato per raccontare come sono andate le cose. Così l’intenzione sarebbe di sostituirla con il sottosegretario Mantovano, spiega un funzionario di Palazzo Chigi.
Nella maggioranza fanno notare che non sarebbe la prima volta in cui Calderone si fa sostituire durante un question time, ma stavolta sarebbe un fatto piuttosto inusuale: in primis perché è piuttosto curioso che a rispondere su accuse che riguardano lei personalmente e il suo lavoro precedente debba essere un altro esponente del governo; in secondo luogo non accade spesso che a sostituire un ministro durante il question time sia il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Perché questo significherebbe una totale copertura del governo a Calderone. Una procedura che sta imbarazzando diversi esponenti della maggioranza, soprattutto in un momento in cui Calderone deve far approvare la riforma del Reddito di cittadinanza. “Voi puntate il dito su Piantedosi, ma il vero problema è Calderone nel governo”, dice una fonte di primo piano nella maggioranza. Il ruolo di Mantovano non è secondario. Ormai viene considerato il Mr. Wolf che risolve i problemi del governo. Lo ha fatto coprendo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi su Cutro e ieri è stato sentito dal Copasir dopo le dimissioni del direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza, Roberto Baldoni, per trovare il suo successore. Ora dovrà occuparsi pure del caso Calderone.