Il Fatto di domani. I deliri di Crosetto e Tajani per coprire le stragi in mare: “I migranti? Spinti dai russi di Wagner”

Di FQ Extra
13 Marzo 2023

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UN ALTRO NAUFRAGIO EVITABILE, MA CROSETTO E TAJANI “TROVANO” IL COLPEVOLE: I RUSSI. Mentre si continuano a cercare i corpi delle vittime della tragedia di Cutro del 26 febbraio, si è aperta una nuova polemica per il naufragio avvenuto domenica in acque internazionali nel Mediterraneo centrale, che ha provocato la morte di 30 persone. Altri 17 sono state salvati da un mercantile, che però, secondo una ricostruzione dell’accaduto fornita dall’ong Sea Watch, avrebbe involontariamente fatto ribaltare il barchino perché troppo grande per la manovra di soccorso. Secondo l’ong, la responsabilità di questo errore di valutazione è del coordinamento marittimo italiano. Un’altra ong, Mediterranea, sostiene che l’Italia aveva assunto il coordinamento Sar e dato istruzioni di intervenire a tre navi mercantili, che invece “si sono limitate a osservare per 24 ore”. L’ong Alarm Phone ha accusato il nostro Paese di aver consapevolmente ritardato i soccorsi. La Guardia Costiera ha specificato che l’intervento è avvenuto fuori dell’area di responsabilità Sar italiana come conseguenza “dell’inattività degli altri Centri nazionali di soccorso marittimo interessati per area”. La competenza sar in quella zona risulta della Libia. Sul piano politico, nella maggioranza c’è un braccio di ferro sulla norma del decreto flussi che cancella la protezione umanitaria speciale per i migranti: dopo i dubbi del Colle, Fdi e Fi erano pronti a cambiare il testo ma la Lega ha puntato i piedi. Stamattina a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione ad alto livello sul tema migratorio. C’era la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quello della Difesa Guido Crosetto e i vertici dei Servizi segreti. Oltre che i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, videocollegati perché impegnati in due missioni all’estero. Dopo l’incontro Tajani e Crosetto hanno rilanciato la propaganda di Fratelli d’Italia secondo cui i flussi migratori sarebbero aumentati per colpa della Russia, perché in Libia molti barconi partirebbero dalle zone controllate dai miliziani della Wagner. Per Crosetto, addirittura, gli sbarchi sarebbero una manovra “geostrategica” russa per colpire l’Italia e di riflesso la Nato. Il Viminale fa sapere quest’anno sono sbarcati sulle coste italiane più del triplo dei migranti del 2022: circa 20 mila. Sul Fatto di domani vedremo cosa si è detto nel vertice. Intanto, Pd e M5S hanno reiterato la richiesta di un’informativa urgente di Matteo Salvini sulla tragedia di Cutro.


UCRAINA, SU BAKHMUT SI APRONO CREPE TRA WASHINGTON E KIEV. A ROMA MELONI INCONTRA PAROLIN. Il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha commentato l’ipotesi di un incontro tra Putin e Papa Francesco, chiarendo che Mosca “deve aspettare una dichiarazione del Vaticano”. Sabato il Pontefice aveva ribadito di essere pronto ad andare a Kiev condizione di andare anche in Russia. Anche il leader cinese Xi Jinping ha in cantiere alcune iniziative diplomatiche: oggi ha annunciato che parlerà con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (per la prima volta dall’inizio della guerra) e lo farà probabilmente dopo aver incontrato Putin a Mosca la prossima settimana. In Ucraina, intanto, Kiev riferisce di aver ingaggiato violenti combattimenti con le truppe russe nel centro di Bakhmut. Proprio sulla difesa strenua della città ingaggiata dagli ucraini, per volere di Zelensky, si sarebbe aperta una delle prime divergenze strategiche tra Kiev e Washington, come riporta oggi Politico citando fonti Usa. Oggi a Roma si è tenuto in importante incontro tra il capo della diplomazia vaticana Pietro Parolin e la premier Giorgia Meloni, entrambi invitati a presentare il libro di Padre Spadaro sulla geopolitica di Papa Francesco. Un’occasione per misurare la distanza tra l’atlantismo a oltranza di Meloni e il pragmatismo pacifista vaticano sul conflitto. Sul Fatto di domani leggerete il nostro resoconto.


LUNEDÌ NERO PER LE BANCHE USA E LE BORSE. BIDEN E L’UE RASSICURANO. Nonostante la rete di protezione tempestiva messa in piedi da Joe Biden, il crac che ha investito le banche Silicon Valley Bank, Silvergate Bank e Signature Bank ha avuto un pesante contraccolpo sulle borse europee. Tutti i listini hanno ceduto tra il 2,5% e il 3,5%, e Milano ha accusato il risultato peggiore, perdendo il 4%, con lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che è salito a 186 punti (dai 179 di apertura). Nel Vecchio continente sono andati in fumo 291 miliardi di capitalizzazione. Negli Usa, Washington si è mossa con decisione e velocità per sterilizzare il danno, che resta per il momento circoscritto a tre istituti di credito. Biden è stato chiaro: “Gli americani possono stare tranquilli: i loro depositi sono al sicuro”, ha dichiarato il presidente Usa garantendo che il sistema bancario americano è solido e che intende chiedere al Congresso e alle autorità di controllo di rafforzare le regole per le banche e che nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti. Il capo della Casa Bianca ha anche detto che i manager delle banche in difficoltà dovrebbero essere licenziati. Nonostante tutto, come previsto le banche regionali americane sono molto in difficoltà (alcune perdono quasi il 70% di capitalizzazione). La situazione è stata analizzata anche dell’Eurogruppo a Bruxelles, ma il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha affermato che non si ravvisano rischi di contagio in Europa. Anche l’associazione delle banche italiane si è espressa sulla linea della rassicurazione. Nel Regno Unito, il Paese che sembrava più esposto dopo gli Usa, il ramo della Silicon Valley Bank che è stato dichiarato insolvente dalla Banca d’Inghilterra venerdì oggi è stato acquistato e messo in sicurezza dal gruppo HSBC. Sul Fatto di domani, oltre a seguire la cronaca della giornata economica, sottolineeremo le differenze tra la reazione statunitense di oggi e quella dei vertici economici europei all’epoca della crisi economica del 2008, dove l’impatto fu a carico dei contribuenti, eccome.


IL SUPERBONUS E LA BATTAGLIA DEGLI EMENDAMENTI IN AULA. BONOMI: “IL GOVERNO POTEVA CONSULTARCI PRIMA”. Gli investimenti totali finanziati con Superbonus al 110% sono arrivati a 68,52 miliardi di euro alla fine di febbraio 2023, per un totale di detrazioni a carico dello Stato che alla fine dei lavori varrà più di 75 miliardi di euro, quattro miliardi in più rispetto al dato di gennaio. L’aggiornamento è dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo Enea. I lavori conclusi ammontano a 53,18 miliardi ai quali corrispondono detrazioni maturate per 58,50 miliardi. Resta aperto il problema della cessione dei crediti edilizi, su cui è in corso un dialogo tra il governo e le associazioni di categoria ma su cui anche, come vedremo sul Fatto di domani, i partiti affilano le armi: soprattutto il Movimento 5 Stelle che si è scagliato contro lo stop imposto all’improvviso dal governo. Oggi alla Camera è cominciato il vaglio degli emendamenti presentati sul tema. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a questo proposito ha mosso una (leggera) critica al governo: “L’interpretazione data da Eurostat ha costretto questo governo a intervenire. Ma è stato sbagliato il metodo, se venivamo convocati prima avremmo trovato una soluzione”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

L’Italia contro gli Euro 7 (e lo stop ai veicoli termici al 2035). “Il governo italiano è fortemente contrario al regolamento su Euro 7. Aggiungo la posizione contraria anche al dossier CO2 per veicoli leggeri e pesanti, a meno che non rientrino i biocarburanti e i sintetici e-fuel”. Così Salvini ha presentato la posizione italiana, intervenendo alla riunione dei ministri dei Trasporti dei Paesi Ue contrari allo stop ai motori termici al 2035, a Strasburgo.

Lieneker reintegrato alla BBC. L’ex calciatore e conduttore sportivo è stato reintegrato alla conduzione dopo che l’emittente pubblica britannica lo avevo sospeso per aver violato gli standard interni di imparzialità per un tweet in cui paragonava la stretta sull’immigrazione del governo conservatore di Rishi Sunak alla retorica usata dalla Germania nazista negli anni Trenta.

Heather Parisi e l’ufficiale giudiziario nello studio tv. La showgirl, da anni residente a Hong Kong, è stata ospite della trasmissione “Belve” di Francesca Fagnani. Al termine della puntata, si è vista arrivare in studio l’ufficiale giudiziario e i carabinieri per una somma di denaro dovuta al manager Lucio Presta. Sul giornale vedremo cos’è successo.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO

Cripto, la mina delle banche sulla solvibilità delle stablecoin

di Nicola Borzi

L’implosione di Silicon Valley Bank, Silvergate Bank e Signature Bank, tre istituti di credito Usa saltati in poche ore, ha messo a rischio i depositi della stablecoin Usdc di Circle, esposta ai crac per 3,3 miliardi di dollari su 40 di riserve. Solo l’intervento federale ha salvato il settore. Ma questo pone sotto una luce sinistra la concentrazione dei rischi di Tether in una sola banca delle Bahamas

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