Il Fatto di domani. Regalo ai ricchi, picconate sul welfare e lavoro: Schlein inchioda Meloni. Abi: banche Ue sicure. Ma Credit Suisse precipita con tutte le Borse

Di FQ Extra
15 Marzo 2023

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ALLA CAMERA IL PRIMO DUELLO SCHLEIN-MELONI. Oggi a Montecitorio è andata in scena la prima prova di scontro diretto tra Elly Schlein e Giorgia Meloni. L’occasione è stata un question time alla Camera. La nuova segretaria del Pd ha scelto di aprire il confronto non sulle tragedie migratorie degli ultimi giorni ma sul salario minimo. Schlein ha chiesto di introdurre subito un minimo retributivo legale e il congedo paritario. Come prevedibile, ha incassato il no di Meloni e del governo. Nella replica la dem ha attaccato: “Siete in carica da soli 5 mesi ma state andando in direzione opposta e sbagliata”, ricordando la reintroduzione dei voucher, forma contrattuale tra le più precarie che ci sono. “Sul piano sociale la vostra azione si definisce con tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità. Ma la vostra propaganda sta sfumando e verrete giudicati per quello che fate”, ha detto Schlein. La presidente del Consiglio ha ascoltato attenta ma non si è mostrata impensierita: “Chi ha governato fino a ora ha reso più poveri i lavoratori italiani e questo Governo deve fare quello che può per invertire la rotta”. Meloni si è difesa anche dalle critiche sul dossier migranti, espresse nell’interrogazione di Riccardo Magi di +Europa sul naufragio di 4 giorni fa nel Mediterraneo centrale, dove hanno perso la vita 30 persone. Per rispondere la premier ha citato la ricostruzione fornita dal capo della centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha affermato che l’Italia ha fatto tutto il possibile e il governo ha la coscienza pulita, accusando poi l’opposizione di mettere in dubbio l’onore dell’Italia per scopi politici. Quanto all’altro naufragio, quello di Cutro, i cadaveri recuperati sono saliti a 86. Altro tema affrontato il Mes, con un’interrogazione di Italia Viva. Occasione per ribadire la contrarietà della destra, senza dare una risposta chiara sulla ratifica del trattato: l’Italia è rimasta l’unica a non averlo fatto. Qui il riepilogo del question time alla Camera.


IL PD RISCOPRE IL SALARIO MINIMO. IL GOVERNO HA ALTRE PRIORITÀ: REGALI FISCALI AI RICCHI. L’abbiamo detto, è sul salario minimo che si è consumato il faccia a faccia Schlein-Meloni in aula. Su questo punto è in corso da tempo una battaglia politica della sinistra e del M5S, con proposte diverse. Se la posizione della premier è salda, ancorata al discorso per la fiducia quando definì il salario minimo “uno specchietto per le allodole”, la posizione del Pd sembra essere cambiata, o almeno essersi radicalizzata per effetto dell’arrivo di Elly Schlein. La segretaria dem ha evocato il tentativo del suo partito di approvare una legge sul tema nella scorsa legislatura. La proposta Pd dell’epoca era diversa da quella presentata dal Movimento 5 Stelle e non conteneva un valore minimo legale, ma rimandava la quantificazione del minimo alla contrattazione sindacale. Su questo tema potrebbe misurarsi una convergenza oppure una concorrenza tra le due principali forze di opposizione al governo Meloni. Per ora sembra prevalere la concorrenza. Giuseppe Conte, che in aula era presente ma non è intervenuto, poco prima dell’inizio dei lavori ha scritto un tweet per segnalare che la proposta 5S sul salario minimo è arrivata in commissione Lavoro. Dichiarazione che suona come una sfida ai dem, per mettere alla prova la volontà di fare passi avanti su questo terreno. Vedremo sul Fatto di domani che le priorità del governo sono altre: ossia abbassare le aliquote fiscali per i redditi più alti, come prevede il decreto che andrà in Cdm domani. Ieri i sindacati l’hanno bocciato nel merito e nel metodo, oggi Confindustria e associazioni di categoria. Il segretario della Cgil Maurizio Landini, dal palco del congresso sindacale che si apriva a Rimini, si è schierato contro il disegno e ha chiesto a Meloni di ritirarlo.


ABI: BANCHE UE SICURE. E CROLLA CREDIT SUISSE.“Le banche italiane ed europee sono soggette a una vigilanza molto più penetrante che non ha eccezione per nessuno. Quindi è molto più improbabile che in Europa succeda quello che è successo negli Stati Uniti”, le parole del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, risuonavano ancora nell’aria mentre il titolo di Credit Suisse è arrivato a perdere oltre il 30% a Zurigo, per chiudere poi a -24%. Un calo dovuto ai conti sballati e ai troppi credit default swap detenuti dall’istituto elvetico che, pur non essendo la Svizzera nell’Unione, comunque è sul suolo europeo e gli effetti della crisi si vedono sui listini Ue, con tutti gli indici in caduta libera. Ma il colpo di grazia è arrivato dal no del principale azionista del gruppo, la Saudi National Bank, all’aumento di capitale necessario per mettere in sicurezza i conti, in totale 4 miliardi di franchi. Sul Fatto di domani vi racconteremo i motivi del disastro di Credit Suisse, le cui dimensioni sono ben superiori all’americana Svb, ma anche lo stato del credito nel nostro Continente e le ripercussioni che ci dobbiamo aspettare, a iniziare dalla decisione della Bce di alzare ancora i tassi d’interesse. E vi racconteremo la giornata di passione nelle Borse mondiali, con Milano che ha perso il 4,6%, bruciando 27 miliardi, mentre l’onda ribassista contagiava quasi tutti i mercati mondiali (in Europa 355 miliardi in fumo). Oggi, poi, dagli Usa sono arrivate ancora brutte notizie: la banca First Republic è affondata a Wall Street, dopo il taglio del rating da parte di S&P che ha declassato il titolo a “junk” (spazzatura).


UCRAINA, REPORTAGE DA MARIUPOL. MEDIA: “UN PIANO RUSSO PER DESTABILIZZARE LA MOLDAVIA”. La giornata di guerra è ruotata ancora intorno all’offensiva russa su Bakhmut. La Wagner ha detto di aver preso il controllo di un nuovo insediamento limitrofo, ampliando così la manovra di accerchiamento sulla città. Secondo un ufficiale della Repubblica autoproclamata di Donetsk, filorussa, le unità militari ucraine si starebbero ritirando. Il comando di Kiev invece fa sapere di aver abbattuto un bombardiere tattico supersonico russo Su-24 “vicino a Bakhmut”. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca dal fronte, leggerete un nostro reportage dalla città di Mariupol, che nei primi mesi di guerra è stata teatro di un assedio estenuante e oggi diventata una sorta di hub militare russo. Prosegue anche lo scontro a distanza, solo verbale, tra Washington e Mosca dopo l’incidente tra un caccia russo e un drone MQ-9 Reaper americano, che poi è precipitato nelle acque del Mar Nero. La Casa Bianca, pur condannando l’episodio e convocando l’ambasciatore russo per protestare, ha gettato acqua sul fuoco e classificato l’evento come un incidente conseguenza di un atto “poco professionale”, dopo ore di paura per un’escalation internazionale tra le due potenze nucleari. Il portavoce di Biden John Kirby aveva anche spiegato che non è insolito per Usa e Mosca avere confronti aerei ad alta quota. La Russia accusa gli Stati Uniti di aver avviato una campagna attiva di ricognizione nella regione del Mar Nero, con varie tecnologie, nello spettro visibile e radio, ma Washington ha specificato che quelle sono operazioni di routine nello spazio aereo internazionale, condotte in ambito Nato (il drone era partito dalla Romania). Alcuni media internazionali hanno rivelato un piano di Mosca per destabilizzare la Moldavia, allontanarla dall’Occidente ed includerla nella sua area di influenza entro il 2030.


DA POGGIOLINI AL QATAR: LA NUOVA SERIE PODCAST “LE MANI NEL SACCO”. Lo scandalo europeo delle tangenti del Qatar ha fatto riemergere la portata della corruzione nella politica. In questo podcast, grazie ai giornalisti del Fatto quotidiano, racconta i casi di tangenti più celebri: da Poggiolini a Gardini, dalle vicende che hanno coinvolto Silvio Berlusconi al caso Metropol della Lega. Le voci sono di Gianni Barbacetto, Antonello Caporale, Antonio Massari, Giuseppe Pietrobelli, Ilaria Proietti, Lorenzo Vendemiale, Stefano Vergine. ASCOLTA QUI.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ponte sullo Stretto: la bozza del decreto legge, domani in Cdm. Il testo, che dovrebbe finire domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, prevede un affidamento di 30 anni del progetto alla società creata nel 1981 e controllata dal Ministero dell’Economia e delle infrastrutture e partecipata da Rfi e Anas. “Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori”, ha detto Matteo Salvini.

La Camera sulle dichiarazioni di Donzelli sul Pd. Il Giurì d’onore della Camera ha considerato le affermazioni di Donzelli come “non lesive” dei tre deputati del Pd da lui citati in Aula in relazione al caso Cospito. La relazione è stata letta a Montecitorio da Sergio Costa, che ha presieduto la commissione speciale. Al termine, i deputati di Fdi hanno applaudito.

Napoli-Eintracht, guerriglia per le strade partenopee. Migliaia di tifosi tedeschi, molti dei quali senza biglietto, hanno invaso il centro della città, dove questa sera si giocherà l’ottavo di finale di Champions. Si sono verificati scontri con i supporter campani, giunti con il volto coperto da caschi. È stata anche incendiata un’auto della Polizia.

Omicidio Cerciello Rega. Il pg della Cassazione ha chiesto la conferma delle condanne imposte ai due giovani americani, Lee Elder Finnegan e Gabriele Natale Hjorth, accusati di aver ucciso il 26 luglio 2019 il vice brigadiere dei carabinieri a Roma.


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Svizzera, il “Paese degli struzzi”, dove le molestie finiscono sotto silenzio

di Valentina Mira

All’interno di Unitas, l’Associazione ciechi e ipovedenti del cantone italiano, gli abusi di un ex dirigente sarebbero andati avanti per 25 anni. Ora, nonostante 19 segnalazioni e 17 testimonianze, si assiste a una vittimizzazione secondaria. Le proteste delle attiviste di “Io lotto ogni giorno”

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